A Ionadi, che secondo la tradizione significa “campo di viole”, una leggenda vuole che vi sia una Fata che protegge i campi e tutti coloro che si trovano in difficoltà durante i lavori agricoli. La Fata dei campi salva dai morsi dei serpenti, aiuta coloro che si perdono nei boschi e protegge i raccolti.
A volte prende le sembianze d’una bionda fanciulla col capo cinto da un serto di fiori e vestita d’un lungo abito azzurro o bianco, altre volte quelle d’un giovane guerriero tutto coperto di maglie e corazze d’oro che tintinnano melodiosamente ad ogni passo; ma in certe particolari circostanze può anche mutarsi in vecchia e persino in animale delle più svariate specie e, tuttavia, sempre allo scopo di punire i colpevoli, confortare gli afflitti, arricchire i poveri, ammiserire i ricchi, umiliare i superbi… E’ la Fata dei Campi.
Un giorno, una contadinella di Ionadi s’addormentò su un mucchio di covoni, quando fu svegliata da una sensazione di incombente minaccia: un grosso serpente, sbucato dalla vicina boscaglia, strisciava verso di lei, coi lascivi occhi di fuori e le fauci bavose spalancate. La fanciulla svenne, sicura d’essere ormai alla mercé del mostro, ma quando riprese i sensi, si ritrovò distesa su un prato fiorito e accanto a lei c’era un giovane bellissimo, vestito d’una corazza rilucente, che le disse: «Sono la Fata dei Campi ed ho ucciso chi ti minacciava».
Ben diverso fu, invece, quello che capitò ad un signorotto, il quale per pura malvagità aveva ucciso a bastonate un mendicante ed era riuscito a farla franca corrompendo i giudici: dove non aveva messo riparo la corrotta giustizia degli uomini, provvide quella sacrosanta della Fata dei Campi. Una notte che l’impunito se ne ritornava a casa ubriaco, ella gli apparve sotto le sembianze di un capriolo azzoppato. L’uomo lo vide così facile da catturare e si gettò all’inseguimento, ma come se lo trovava a portata di mano il capriolo dava un salto e s’allontanava, e lui si innervosiva sempre di più, sì che quando si trovò nei pressi di un dirupo, non calcolò il pericolo e un po’ per la rabbia montante, un po’ per la sventatezza procuratagli dal vino, precipitò giù, sfracellandosi. Giustizia era fatta!
Luciana Loprete
(pubblicato su http://www.facebook.com/CalabriaMystery)