In un nostro post apparso su questo blog in data 24/06/2013, recante il titolo “Oltre i limiti della decenza” (clicca qui), avevamo evidenziato come spesso l’Amministrazione Comunale per giustificare alcune sue discutibili scelte ricorra speciosamente all’argomento dell’esigenza di contenimento delle spese, salvo poi tenere comportamenti che con l’assunto del risparmio fanno indiscutibilmente a pugni. Ne demmo in quella circostanza un solo esempio, rinviando a future occasioni – ed oggi ne ricorre una – l’analisi di ulteriori condotte decisamente poco virtuose. Evidenziammo, allora, come cospicue somme di denaro erano destinate ad essere bruciate per effetto dell’inazione del Consiglio Comunale, il cui pronunciamento sulla proposta di approvazione del preliminare del PSC formulata con deliberazione di G.C. n. 45 del 16/06/2011 attendiamo da oltre due anni: una pantomima invereconda! Rilevammo in proposito come i termini per procedere all’adozione del PSC da parte del Consiglio Comunale fossero scaduti il 19/06/2013 e che altro non restava da fare se non attendere il commissariamento da parte della Amministrazione Provinciale (ne esiste una?) e, sottinteso, cominciare ad “addubbare” (mettere da parte) i soldi necessari a sostenere il relativo, pesante, onere. Sennonché, a scongiurare – solo per il momento, c’è da giurarci! – una simile prospettiva, gli “ammòia cìciri” (soggetti inclini a tergiversare) che siedono in Consiglio Regionale, perpetuando l’inveterata regola del rinvio, che, unitamente ad altre preclare virtù della classe politica locale, ha contribuito a fare della Calabria il fanalino di coda delle Regioni d’Europa, hanno assecondato il lassismo dei loro colleghi (“ammòia cìciri”, intendiamo) che compongono i diversi consigli comunali ancora in debito dell’adozione dello strumento urbanistico, prorogando con L. R. 17 luglio 2013, n. 37 – a termini, ribadiamolo, già scaduti – per l’ennesima volta di un ulteriore anno tale adempimento. Mentre la rappresentazione della pantomima andava in scena, però, almeno nel nostro Comune, si sono continuati a conferire incarichi e a liquidare sostanziose parcelle ai tecnici (ai quali, sia chiaro, nessun addebito muoviamo: t’i dùnanu … t’i pigghj!). Ed è proprio questo l’argomento su cui vogliamo intrattenerci oggi: quello del conferimento degli incarichi professionali; non circoscritto alla problematica del PSC però, ma in generale. Riteniamo che su questo versante – dove sprechi, arbitrio, diseguaglianze, gestione clientelare e disprezzo delle regole si combinano in un disgustoso pastone difficilmente digeribile da chi non è avvezzo “a farsi i cavoli suoi” in ossequio ad un imperante malinteso concetto di quieto vivere di cui si ostina autolesionisticamente a pascersi il popolo bue – l’attuale Amministrazione abbia offerto il peggio di sé (e non è cosa da poco, se si considerano tutte le altre storture di cui la stessa si è resa protagonista, le più intollerabili delle quali abbiamo cercato di documentare nel corso degli ultimi quattro anni). Cominciamo col riferire un dato: nel solo anno 2012 l’Amministrazione ha impegnato in incarichi professionali circa duecentomila euro (escludendo dal computo quelli di importo inferiore a cinquemila euro) e liquidato per la medesima causale circa duecentocinquantamila euro. Attingendo le informazioni necessarie dai documenti comunali, vediamo come è stata gestita questa importante quantità di denaro. La prima cosa da puntualizzare, per rimanere nell’alveo dello sbandierato e non praticato contenimento delle spese, è che tutti gli incarichi sono stati conferiti con affidamento diretto attraverso la procedura del cottimo fiduciario. Ora, se si eccettuano l’incarico relativo alla progettazione degli interventi di restauro del Castello di Caria (il relativo impegno di spesa è, però, del 2011) e quello del collettamento dei reflui urbani agli impianti di depurazione (entrambi irregolari in quanto di ammontare superiore al limite di ventimila euro allora vigente in forza del regolamento comunale, che – a dispetto delle “stupidaggini” propalate dall’Amministrazione – non si adegua automaticamente alle sopravvenute norme legislative quando queste, come nel caso di specie, non hanno carattere vincolante) ciò è perfettamente legittimo, posto che si rimane nell’ambito della soglia normativamente prevista. Legittimo, ma non economicamente vantaggioso: se i nostri “risparmiosi” amministratori avessero dato indirizzo agli organi di gestione di farsi fare (nulla lo vieta!) mettiamo tre preventivi prima di affidare gli incarichi più importanti (ricordiamo che stiamo parlando solo di quelli al di sopra dei cinquemila euro) è lecito supporre che si sarebbero potute realizzare discrete economie, tali da consentire di far fronte almeno ad alcuni di quei piccoli interventi che la cittadinanza – senza venire mai degnata di risposta (vergogna!) – ogni tanto ha l’ardire di sollecitare, anche con petizioni popolari. Tenuto conto che in ciascuna delle determine di affidamento diretto degli incarichi non v’è nemmeno l’ombra del ribasso sull’importo della prestazione che, secondo le indicazioni dell’AVCP, dovrebbe invece essere negoziato tra Responsabile del Servizio e professionista incaricato e ipotizzando un risparmio medio del 15% quale effetto di più offerte concorrenti sulla platea dei duecentomila euro impegnati, avremmo potuto disporre di risorse pari a trentamila euro da destinare alle finalità predette. Non è poco per un Comune che, tanto per fare un solo esempio, non riesce a trovare poche centinaia di euro per risolvere alcune rilevanti criticità in materia di sicurezza stradale (alcuni amici di Gasponi ci hanno riferito che da tre anni invocano inutilmente un potenziamento della segnaletica nella zona denominata “a Funtàna”, caratterizzata da notevole pericolosità). L’ipotizzato risparmio del 15% non corrisponde ad una cifra sparata ad muzzum, ma è commisurato all’importo della decurtazione che si è reso necessario operare sugli onorari inizialmente concordati con i tecnici cui è stata affidata la progettazione delle opere di collettamento dei reflui urbani, al fine di ricondurre l’ammontare complessivo delle spese tecniche e generali dell’opera entro i parametri fissati dalla Regione Calabria, erogatrice del finanziamento; decurtazione che, essendo stata dai tecnici accettata, con ogni evidenza non ha fatto venire meno la remuneratività (sacrosanta) degli incarichi. Anzi, ritornando al discorso generale, noi riteniamo che il 15% di ribasso medio sia una previsione persino prudenziale.
Concludendo sul punto, deve essere chiaro ai cittadini che si tratta di risorse che una precisa volontà politica ha deciso dovessero essere sottratte al soddisfacimento dei loro bisogni collettivi più immediati (sicurezza stradale, arredo e decoro urbano, etc.) per essere destinate alla cura dei clientes. Circa i motivi sottesi a tale nefanda scelta, ciascuno è libero di farsi la propria opinione.
Potremmo anche fermarci qui; ma siccome alcune righe più in alto abbiamo fatto riferimento ad una prassi, ormai consolidatasi in materia, non solo inefficiente sotto l’aspetto economico, ma anche assai discutibile sotto il profilo del rispetto dei principi di trasparenza, rotazione e non discriminazione, è d’uopo qualche ulteriore considerazione. Con specifico riferimento ai professionisti residenti nel Comune, pare che l’unico criterio guida in sede di conferimento degli incarichi sia stato (e tuttora sia) quello del sostegno elettorale alla lista che ha poi espresso la maggioranza consiliare; dunque: o si accede alla tesi temeraria che tutti i professionisti bravi hanno votato per la lista vincente e quelli meno bravi per la compagine sconfitta, oppure siamo di fronte ad un dato statistico prodigioso se, considerati i numeri in gioco, la netta disparità di trattamento tra professionisti che hanno operato scelte elettorali opposte (che non sconta neppure un’eccezione) fosse solo frutto del caso. Sembrerebbe di poter ipotizzare che all’interno dell’elenco dei professionisti di fiducia sia stato istituito un sub-elenco di professionisti – diciamo così – di fiducissima, solo nel ristretto ambito del quale sono stati poi applicati quei principi di rotazione e non discriminazione cui la normativa nazionale e il regolamento comunale fanno espresso riferimento. Agli antipodi rispetto agli appartenenti al predetto esclusivo club, c’è la categoria (non sappiamo quanto numerosa, ma vi assicuriamo che esiste) dei professionisti che, a distanza di quasi due anni da quando hanno presentato la domanda d’iscrizione, ancora non sanno se la stessa sia stata accettata o respinta; e non lo sanno perché nessuno si è degnato di comunicarlo loro, né di pubblicare l’aggiornamento dell’elenco. I fatti: con determinazione/avviso n. 301 del 28/12/2011 del Responsabile del Servizio Tecnico vengono riaperti i termini per l’aggiornamento dell’elenco dei professionisti di fiducia approvato con determinazione n. 72/2011, senza che venga fissata alcuna scadenza entro la quale le domande devono essere presentate; accade che mentre da un lato, in data 30/12/2011, a distanza di soli due giorni (spazio temporale assolutamente insufficiente per una sia pur sommaria istruttoria delle domande pervenute), vengono pubblicate numerose determine di conferimento di incarichi a professionisti che non figuravano nell’elenco originario (tra le quali quella concernente il controverso progetto delle opere per il collettamento dei reflui urbani), dall’altro – come già evidenziato – ci si ritiene liberi di non gratificare nemmeno di una risposta chi da quasi due anni attende di sapere che sorte abbia avuto la propria domanda. È appena il caso di far notare che l’aggiornamento dell’elenco dei professionisti di fiducia avviene di norma con cadenza annuale; invece nel caso del Comune di Drapia si è proceduto all’aggiornamento del primo elenco quando ancora non erano passati otto mesi dalla sua approvazione (le ragioni di tale fretta dovrebbero essere, a questo punto, a tutti evidenti), mentre ancora non si è dato corso all’aggiornamento successivo a distanza di quasi due anni dalla repentina riapertura dei termini di fine 2011. Ma tanto, che importa, le nuove iscrizioni non soggiacciono a termini di scadenza e per conferire incarichi a chi più li merita – secondo il trasparente, democratico e non discriminatorio punto di vista dell’Amministrazione lato sensu intesa – non c’è bisogno di previa pubblicazione degli aggiornamenti! Potremmo aggiungere un altro paio di cose interessanti, ma non vogliamo abusare della pazienza di chi avrà la bontà di leggerci e dunque chiudiamo qui.
Il curatore di questo blog, in una delle sue domande rivolte all’Amministrazione nel contesto della rubrica “Drapia e dintorni” poneva l’interrogativo: “Come vengono affidati gli incarichi professionali nel Comune?”. Ecco, così vengono affidati!
Alla prossima!
Associazione “Drapia in Europa”
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