Il male di vivere è un concetto del tutto moderno dell’esistenza. Quando Montale ha scritto questa poesia e le ha dato questo titolo, forse nemmeno immaginava le implicazioni e il suffragarsi nella realtà di ciò che ha voluto esprimere nei suoi versi; ma ogni poeta, si sa, è spesso un veggente, nel senso che può intuire, creare o descrivere concetti e realtà che non hanno nessun riscontro nel suo tempo perchè è troppo presto o perchè i tempi non sono ancora maturi, e lo avranno invece fra decenni o fra un secolo o addirittura dopo alcuni secoli.
Mai come alla fine del XX secolo e agli inizi del XXI, il male di vivere è divenuto qualcosa di reale, di palpabile; quasi un substrato endemico che pervade ogni piega e struttura della società nella quale viviamo. Nella poesia, Montale enumera una serie di cose, animate e inanimate, nelle quali ha ravvisato questo concetto nuovo di “male di vivere”: nel fiume che gorgoglia perchè in piena, sul punto di straripare o già straripato e che trascina, perciò, nella sua furia tutto quello che incontra al suo passaggio; nella foglia secca caduta a terra che si accartoccia su se stessa perchè riarsa dal caldo o dall’uragano; nel cavallo stramazzato al suolo e ormai morente. Gli esseri e le cose allora diventano simboli evidenti di un male profondo che sta sotto la superficie dell’esistenza intera.
Il poeta, percependo ciò, non riesce più a vedere il divino nella realtà che lo circonda, e l’indifferenza sembra quasi prenderne il posto nell’immagine della statua, immobile e consumata, al tramonto; nella nuvola distante nel cielo; nel falco che vola alto ed è lontano da ciò che accade al suolo. Mai come oggi, in questo primo decennio del XXI secolo, appunto, il male di vivere è così tangibile, presente e ormai radicato ovunque. Il male di vivere colpisce oggi colui che ha perso il lavoro e protesta nelle piazze e per le strade delle città del mondo affinché lo Stato di diritto gli garantisca di che vivere, per sè e la propria famiglia. Il male di vivere è oggi la guerra che uccide per lo più innocenti: donne, bambini, vecchi come se fosse del tutto normale. Il male di vivere è oggi la mancanza di valori, di ideali, di solidarietà reciproca, di affetti, di sentimenti positivi e il denaro che sostituisce i riferimenti umani e naturali più indispensabili per l’uomo e trasforma la vita in un gigantesco sistema di compra – vendita.
Oggi il male di vivere è anche l’ abbandono dei più deboli: anziani, malati, animali, soprattutto nel periodo di Ferragosto durante le ferie estive, condannandoli all’inedia, o peggio, alla morte per una inutile corsa all’ effimero e al divertimento più sfrenato, che non danno nulla e non portano da nessuna parte. E tutto ciò nella totale “divina indifferenza”. Potremmo citare ancora molte e molte altre realtà che sembrano normalissime e invece mostrano il male che viene loro inflitto e al quale, da qualunque parte, si è assuefatti. Ma non è la sede propria per farlo, e anche volendo farlo ci dilungheremmo troppo e inutilmente.
E allora, dal quadro che emerge, la situazione è proprio disperata? Forse. Ma al Male, qualsiasi forma esso assuma e ovunque sia, bisogna sempre opporre resistenza, in tutti i modi possibili e immaginabili; una resistenza talvolta anche “passiva o armata”, di lotta o di repulsione pacifica. Perchè, anche se il Male è molto potente sulla Terra, c’ è forse qualcosa che riesce a contrastarlo, qualcosa che gli si oppone con tutte le proprie forze, e questo qualcosa è l’amore, gli affetti reciproci, i moti del cuore quali: la compassione, il senso di fratellanza e di unità che possono spazzare via, in un sol colpo, l’indifferenza assurta a divinità nella mentalità distorta di noi tutti.
Francesca Rita Rombolà
SPESSO IL MALE DI VIVERE
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’ accartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodiggio
che schiude la divina indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Eugenio Montale da Ossi di Seppia
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