Un doveroso omaggio ad un uomo che ha dedicato la vita ai più umili e che, in particolare nel Sud e nella Calabria, è riuscito a rendersi protagonista di una straordinaria stagione di impegno sociale, civile e culturale.
Umberto Zanotti Bianco, ambientalista, archeologo, filantropo, antifascista, educatore e politico italiano (1889-1963), del quale ricorre quest’anno il cinquantesimo della morte, sarà ricordato martedì 15 ottobre, nella Sala Stampa dell’Università della Calabria, durante un importante convegno promosso da Italia Nostra (Sezione di Roma – Reggio Calabria – Salerno), dallo stesso Ateneo di Arcavacata e dall’Associazione nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (A.N.I.M.I.) – Società Magna Grecia.
L’iniziativa, che gode dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e del Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, intende favorire una riflessione su un personaggio che ha lasciato una traccia forte nella società del suo tempo ma che, ancora oggi, rappresenta un indiscutibile esempio di fattivo impegno, concretezza e dedizione verso il prossimo.
Nato a Creta, dove il padre Gustavo, diplomatico, e la madre, Enrichetta Tulin, di origine inglese e ascendenza svedese, si erano trasferiti, Umberto Zanotti Bianco studiò al Collegio “Carlo Alberto” di Moncalieri, dove fu Principe degli Studi, ovvero miglior allievo alla licenza liceale.
Fu tra i primi a raggiungere Messina, dopo il terremoto del 28 dicembre 1908, e qui conobbe Gaetano Salvemini, con cui strinse amicizia. Si laureò in Giurisprudenza a Torino e, successivamente, decise di dedicare ogni energia al riscatto del Mezzogiorno.
Nel 1910, Zanotti Bianco partecipò alla fondazione dell’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno (A.I.M.I.), nata anche sotto la spinta di Padre Giovanni Semeria e di Antonio Fogazzaro. Fu così che iniziò un’intensa attività finalizzata alla formazione di un vasto numero di maestri per l’alfabetizzazione di adulti e bambini, e alla creazione di centinaia di asili, scuole elementari e biblioteche. Nello stesso periodo condusse, insieme a Giovanni Malvezzi, un’inchiesta sulle condizioni della Calabria.
Come archeologo, nel 1920 fondò con Paolo Orsi la “Società Magna Grecia”, grazie alla quale vennero condotti scavi a Sant’Angelo Muxaro, in provincia di Agrigento, e a Sibari.
Malvisto dal regime fascista, durante un periodo al confino fu autore, insieme a Paola Zancani Montuoro, della scoperta di Heraion, alla foce del fiume Sele, a nord di Paestum.
Nel 1944 fu nominato Presidente della Croce Rossa Italiana, carica che ricoprì per cinque anni, mentre dal 1947 fu Socio corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei.
Nel 1952 fu nominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Nel 1955 fu tra i fondatori di “Italia Nostra”, di cui fu il primo presidente.
Morì a Roma il 28 agosto 1963.