L’ultimo grave incidente, sabato scorso, lungo la Via dei Pioppi mi induce a riproporre all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica, con rinnovata e maggiore veemenza, la drammatica problematica della sicurezza di questa importantissima via di comunicazione che collega l’entroterra e la costa vibonese.
E’ da tanto, troppo tempo, che assistiamo di continuo ad incidenti, talvolta mortali. Ed ogni volta, i nostri appelli e quelli della stampa locale, cadono nel vuoto.
E’ mai possibile che, faccio un primo esempio, dopo anni e anni di incidenti, non è stato ancora sostituito il guard rail divelto in una delle pericolosissime curve nei pressi di Torre Galli?!
E’ mai possibile che, nonostante questi numerosi scontri, non è stato fatto nulla per migliorare la segnaletica di pericolo, specialmente nelle curve più rischiose?!
E’ mai possibile che non si riesca da anni e anni a rimuovere nei tratti più insidiosi il manto di bitume usurato per sostituirlo con uno strato di asfalto drenante?!
E’ mai possibile che non si provveda a tappare le buche tempestivamente e con cura, senza creare dei cumuli di asfalto irregolari?
E’ mai possibile che non ci si adoperi entro tempi ragionevoli per tagliare le erbacce che intasano le cunette?
Un’altra cosa, un ultimo sfogo.
Perché gli amministratori di Drapia, territorio comunale in cui ricade buona parte (almeno la parte più insidiosa) della Via dei Pioppi, non battono i pugni sul tavolo, non si fanno sentire, per chiedere maggiore attenzione dalla Provincia, ente che dovrebbe provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria della suddetta strada?
Porcelli, Carlino e company hanno forse paura di “inimicarsi” qualcuno, magari utile per qualche altro fine, e preferiscono non alzare la voce? Non dimenticate, cari lettori, che questi sono stati capaci di brindare con il presidente della Provincia, Francesco De Nisi, il giorno dell’inaugurazione del cantiere della Variante di Caria. Non brindare con De Nisi in quell’occasione, nella loro logica significava -appunto- inimicarsi un politico che sarebbe stato loro utile per altri scopi. Quello era un giorno di lutto per Caria e per il territorio provinciale, cosa c’era da brindare?!
Io dico, inoltre: se la Provincia non dà risposte, non sarebbe opportuno chiedere ad essa l’autorizzazione per poter intervenire con risorse proprie? Con poche migliaia di euro si riuscirebbe a fare qualcosa per migliorare la sicurezza. Si potrebbero mettere le barrette per far rallentare gli automobilisti e, magari, un fascio luminoso in prossimità delle curve più pericolose. Si potrebbe rafforzare la segnaletica verticale di pericolo rendendola più esplicita e diretta. Si potrebbero, inoltre, sostituire i guard rail distrutti.
Insomma, a mio parere qualcosa si potrebbe fare anche se la Provincia rimane inerme.
Invece stanno tutti a guardare, sia dalla Provincia che dal Comune…nel frattempo gli incidenti si moltiplicano…ed anche noi stiamo a guardare!
MarioVallone
Mario, è proprio vero stiamo tutti a guardare!
Contro tale atteggiamento mi vengono alla mente le parole, sempre attuali, di due insigni personaggi della storia italiana.
” … Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande “I care”. E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori. “Me ne importa,mi sta a cuore”. E’ il contrario esatto del motto fascista “Me ne frego…”.
Da “Lettera ai Giudici” di Don Lorenzo Milani- 18.10.1965
” Odio gli indifferenti. Credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò Odio gli indifferenti…”
Da “Odio gli indifferenti” di Antonio Gramsci – 11.02.1917.
Saluti PARTECIPATI
Pino Rombolà