Lungo la stradina, in parte devastata dai lavori (fermi) della variante di Caria, si snoda un secondo viottolo attualmente chiuso al traffico a causa degli interventi di sbancamento del terreno che hanno distrutto buona parte delle stradine interpoderali del territorio comunale. Proprio in corrispondenza del bivio, la notte scorsa (tra sabato e domenica ndr) si è verificato l’ennesimo evento franoso, che rende ancora più pericoloso il tragitto, giornalmente attraversato in auto da molte persone.
Sul posto, subito dopo il fatto, è giunta una squadra dei vigili del fuoco del comando provinciale che ha tamponato la discesa del materiale sabbioso, bloccando, almeno in maniera temporanea, la caduta di parte della parete della collina. Nel contempo, il primo cittadino Alessandro Porcelli ha reso nota la necessità di <emanare un’ordinanza entro lunedì mattina – ha detto, raggiunto al telefono – per inibire ufficialmente una parte della strada alla circolazione, vista la situazione di pericolo che ne potrebbe derivare>. Già, in realtà, la piccola salita che un tempo portava fino alla cosiddetta “Apparizione di Gesù” è da alcuni anni interdetta alla circolazione.
I detriti scaturiti dai lavori, e posizionati di proposito al fine di bloccare la circolazione stradale, hanno creato infatti una barriera “naturale” che ne impedisce l’accesso alle automobili. A ciò, purtroppo, si sono aggiunti residui di materiali edili, spazzatura e rifiuti plastici, segno di un’inciviltà che non accenna a scomparire, che rendono il sito una piccola discarica a cielo aperto. Rimane, a questo punto, la pericolosità reale e ben visibile di un’intera zona che si affaccia direttamente sul centro abitato di Gasponi. Già in passato, in una continua lotta della cittadinanza, dei comitati civici e dei singoli contro i lavori per la realizzazione della variante di Caria, ribattezzata “variante della vergogna”, la popolazione aveva inoltrato più volte e con insistenza le proprie rimostranze alle istituzioni competenti facendo presenti le preoccupazioni per la possibilità, ora divenuta certezza, di ulteriori frane pericolose per il centro abitato.
Al centro delle polemiche, ovviamente, c’era, e c’è, proprio la costruzione della strada, i cui lavori, attualmente fermi da mesi, hanno provocato un enorme trasformazione dell’assetto territoriale. Un’intera collina, durante i lavori di sbancamento, è stata infatti sventrata per permettere la costruzione di un’enorme striscia di asfalto. A seguito di questo ennesimo episodio, e anche se lo smottamento delle scorse ore non è riconducibile con certezza allo scavo della collina sovrastante, la popolazione pone con maggiore ostinazione i suoi interrogativi, che si fanno insistenti anche e soprattutto in virtù di uno stato di abbandono del sito, causato dall’assenza di interventi mirati a salvaguardare ciò che è rimasto. Si tratta, in ogni caso, di una zona ad alto rischio che, insieme ad altre aree comunali soggette per conformazione geologica e per effetto dell’opera dell’uomo, necessita di un urgente intervento volto a scongiurare effetti che potrebbero rivelarsi devastanti.
Viviana Mazzocca (articolo pubblicato ieri sulla Gazzetta del Sud)
Commenti
comments