RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO:
Le città, piccole o grandi che siano, sono pazienti e dure.
La loro anima di pietra sopporta, apparentemente rassegnata, le prepotenze e gli insulti degli uomini la cui coscienza storica è meschina. La città sa che passeranno entro breve tempo ad altra vita. Altre pietre faranno da testimoni al loro marcire.
Perché la città conserva lo spirito e l’impronta di chi l’ha fondata e resa grande e bella, anche allorché la scala della grandezza e della bellezza sono piccole.
Basta aspettare e torneranno uomini degni degli antenati e capaci di arricchire di nuovi splendori la città. Il tempo dei parassiti e degli infingardi non è eterno.
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Tropea aspetta. Il suo mare verdeazzurro non ha più il corallo rosso e le cernie giganti, né le alici e i pescespada.
Non ha più neanche le alghe e il muschio e lo stesso profumo del mare è fuggito via dall’estate della perla del Tirreno.
Perché liquami immondi e puzzolenti hanno creato una cintura marrone al largo delle limpide acque e dal largo hanno fatto rotta sulle rive scacciando i bagnanti, lividi e muti.
Impotenti spettatori dell’incuria colpevole di chi amministra e governa e di cosiddetti operatori turistici. Sciagurati che mai non fur vivi capaci di contare solo il guadagno.
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I pirla del turismo, gli adoratori ciechi dello sterco di Satana hanno ridotto Tropea la perla del Tirreno – repetita juvant – a loro immagine e somiglianza.
Felici e furbi si sentono vincenti.
Inquinano il mare,non pagano le tasse, non pagano gli operai, frodano i turisti. Tutti nella merda; molti per antiche e collaudate affinità elettive; gli altri vittime di una catena di imbrogli e complicità.
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Tropea aspetta. Dall’alto della rupe e dei millenni con la saggezza tetragona di chi ne ha viste tante.
Le sue strade e le sue pietre udiranno ancora la musica dei passi e le parole di vita dei galluppi e il mare amico sarà ancora odoroso e vedrà guizzare i pesci e rinascere il rosso del corallo.
I pirla saranno solo vermi e cenere, polvere della storia, il segno di una defecazione che, nel lungo periodo, appare inevitabile.
Saverio Di Bella
complimenti una mega gigantografia della ns zona purtoppo e tutto vero
Il quadro di Saverio non solo è realistico nei colori caravaggeschi usati per dipingerlo. E’ anche illuminato dalla sua fede assoluta nella storia. Ma quando? Per quanto tempo aspetteremo che i sassi di Tropea tornino a raccontare miti e leggende del glorioso passato e gli squali di oggi diventino il plancton di domani? E perchè solo Tropea? Certo Tropea, nel bene e nel male, è simbolo e guida verso la speranza come verso la disperazione ma non è che le piccole e grandi città della mitica costa degli dei (tanto per non andare troppo lontano Ricadi, Parghelia, Zambrone, Briatico, ecc. ecc.) se la passimo meglio. A ciasuno i suoi mostri di cemento, a ciascuno i suoi miasmi estivi, a ciascuno le fregature e i prezzi da Piazza San Marco, a ciascuno le squallide spoliazioni di verde e di coste, senza tenere conto che l’avidità uccide la bellezza….e non avendo la stessa fede di Saverio nella nemesi della storia, dubito che essa, la bellezza, possa un giorno tornare all’antico splendore.