L’antica festa della Madonna del Rosario a Caria

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La festa del Rosario è la festa più antica celebrata all’interno della comunità cariese.

557746_2779317737984_2002535094_n La Madonna del Rosario era onorata da tutto il paese, con una festa solenne, la terza domenica di ottobre. La mattina si celebrava la novena con il canto della messa, la sera la recita di versi tradizionali preceduti dal Santo Rosario e poi la benedizione con il SS. Sacramento. Il giorno della festa: la messa solenne con il panegirico e la processione per tutte le vie del paese comprese le campagne attorno l’abitato. Si facevano anche dei possenti e partecipati  festeggiamenti esterni con suono di tamburi per le vie del paese e ballo dei giganti tradizionali. I festeggiamenti si concludevano in serata con uno spettacolo di rudimentali fuochi d’artificio. In chiesa illuminazione solenne preparata con cento candele legate ad una piccola fune le quali formavano un arco artistico che illuminava a giorno e in modo suggestivo tutta la navata della chiesa. Tale devozione alla Madonna si rileva infine dai nomi che genitori mettono ai propri bambini ancora oggi: Rosaria, Maria Rosaria, ecc. ecc. La statua della Madonna del Rosario, secondo quanto viene raccontato dagli anziani del paese, veniva portata in solenne processione, anche in piena notte, ogni volta che  la popolazione cariese si sentiva minacciata da qualsiasi pericolo o calamità. Venne portata in processione dopo i terribili terremoti del 1905 e del 1908 che distrussero gran parte del paese, così come veniva portata in solenne processione per chiedere la pioggia dopo lunghi periodi di siccità.

1157602_3314320432717_1403551854_nSi racconta anche che, la posizione della nicchia della Madonna del Rosario all’interno della chiesa parrocchiale non fu casuale. Il suo altare venne eretto sul lato della chiesa rivolto verso a “Timpa di Muzzari” (il burrone tra Carìa e Spilinga) dove, a seguito di un terribile terremoto (1638) che provocò uno smottamento, venne distrutto l’antico abitato di Carìa, compresa la chiesa parrocchiale. Ricostruito l’abitato e la chiesa, la statua della Madonna venne collocata dai cariesi sul lato dell’edificio sacro rivolta verso quel burrone quasi a  difesa dell’abitato stesso. Ancora oggi la statua della Madonna è rivolta verso quel burrone. Nel giorno della festa, la terza domenica del mese di ottobre, durante la processione che si svolgeva a mezzogiorno in punto, la statua della Madonna veniva portata “Sutta a Cerza” (sotto la quercia) sul ciglio del burrone di Muzzari e  la popolazione con grande commozione intonava le litanie lauretane. Con grande fervore i cariesi organizzavano la grande feste del mese di ottobre, festa che pian piano con il passare del tempo venne però abbandonata. Questo si spiega per due motivi principali: il primo è che spesso, il maltempo, rovinava la festa esterna di ottobre preparata per un anno intero e con grandi sacrifici dall’intera comunità scoraggiando così i cariesi nell’organizzazione della festa esterna; il secondo è che a partire dal 1894, a seguito del cosiddetto “Miracolo della Tempesta”, la devozione e la pietà popolare dei cariesi iniziò a concentrarsi sempre più verso il titolo del Carmelo, fino a raggiungere la grande devozione di oggi. La festa di luglio in onore della Madonna del Carmelo iniziò dunque a prendere sempre più spazio fino a sostituirsi definitivamente come festa principale della Comunità, non solo tra le tradizioni cariesi ma anche nel cuore della popolazione. Tuttavia, pur diminuendo -per così dire- la festa esterna in onore della Madonna del Rosario, non vene mai meno la devozione verso questo titolo, devozione radicata ancora oggi  fortemente all’interno della comunità. Per diversi anni la comunità di Carìa celebrava due feste importanti: ad ottobre quella dedicata alla Madonna del Rosario e a luglio quella alla Madonna del Carmelo. Con il passare del tempo la festa della Madonna del Rosario si alternò con la festa di San Nicola di inizio dicembre, per poi essere abbandonate entrambe, mentre si accentuarono sempre più i festeggiamenti dedicati alla Madonna del Carmelo diventando con il passare del tempo la festa principale della comunità. La festa di ottobre si mantenne, tra alti e bassi, fino apri anni ‘50 poi venne completamente abbandonata.

Soltanto nel 2000, anno del grande Giubileo, su espresso desiderio di una devota cariese, Rosaria Broso (Sarina a Conta), accolto dall’allora parroco don Giuseppe Furchì, venne riproposta  la processione la terza domenica d’ottobre con la statua della Madonna. Tre anni dopo, nell’ottobre del 2003 su espressa richiesta di gran parte della popolazione anziana della comunità venne rintrodotta all’interno della comunità la festa  in onore della Madonna del Rosario grazie all’impegno dell’Associazione Culturale Compagnia Teatrale Cariese e al totale appoggio di don Giuseppe Furchì. La stessa Associazione, raccogliendo informazioni all’interno della comunità su questa antico appuntamento cariese, in ricordo dell’antico abitato di Caria e di quell’antico gesto di portare sul ciglio del burrone di Muzzari la statua della Madonna del Rosario, pensò di introdurre all’interno del percorso della processione di ottobre il canto delle litanie lauretane in località Casalvecchio. Ancora oggi la statua della Madonna del Rosario durante la processione, viene portata in quella zona del paese in ricordo di quell’ antica tradizione.

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La statua della Madonna dopo il restauro di qualche anno fa
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La processione
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Il canto delle Litanie in località Casalvecchio
Parte delle donne del Paese che portano il nome  "Rosaria"
Parte delle donne del Paese che portano il nome “Rosaria”

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