Sterminata come l’ oceano, vasta come il deserto, infinita come i cieli australi di pioggia, di nuvole, di venti. E’ la pampa, ossia l’immensa pianura argentina dove il cielo e la terra sembrano sfiorarsi e l’ orizzonte non avere confini. Il poeta cileno Pablo Neruda, a tutti gli amanti della poesia e anche ai non amanti, regala questo componimento poetico NOTTE DELLA PAMPA per perdersi, per sognare, per immaginare il senso della sconfinata incommensurabilità delle distanze e la grandezza del paesaggio di territori forse lontanissimi, forse vicinissimi alla mente e al cuore.
Una poesia dove il silenzio si è sperduto nel tempo e il tempo si è annullato nel silenzio per la maestosità del luogo. Forse bisognerebbe ritracciare le linee e modificare il concetto di geografia perché la pampa non può sottostare alla descrizione razionale di una disciplina scientifica o dialettica. La notte della pampa è sovranità del silenzio, solennità di spazi ed astri, fugacità del tempo di distanza e luna. Il poeta ama la pampa e la sua notte. Sicuramente avrà trascorso molte notti in essa, interiorizzandola e amandola come le tante cose diverse che ha amato nella sua vita: il fiore, la strada, l’ abbondanza, il rito; che possono essere simboli della Poesia e dell’ Arte in genere, del cammino intrapreso, della passione e del sentimento traboccanti e dell’ impegno civile, sociale, politico.
Quali gli insegnamenti, al poeta, della pianura più grande e più famosa della Terra?
Forse la sfida, unica e sola, di una realtà dove non c’è nè la presenza umana, nè quel che essa costruisce, nè gli alberi o le piante che creano argini e limiti. Non esiste il tempo nella notte della pampa, perchè mille anni possono essere anche un istante. Non esiste lo spazio nella notte della pampa, perchè un centimetro o un chilometro di terra possono essere carichi di densità o di vuoto come la superficie lunare. Vi permangono, forse, l’ incanto e il mistero della notte; l’ emozione suscitata dal pianeta terra.
Francesca Rira Rombolà
NOTTE DELLA PAMPA
Vieni nel circuito del deserto,
nell’ alta aerea notte della pampa
nel cerchio notturno, spazi ed astri,
dove la zona del Tamarugal racchiude
tutto il silenzio sperduto del tempo.
Mille anni di silenzio in una coppa
d’ azzurro calcareo, di distanza e luna,
solcano la geografia nuda della notte.
Io ti amo, pura terra, come tante
cose ho amato diverse;
il fiore, la strada, l’ abbondanza, il rito.
Io ti amo, sorella pura dell’ oceano.
Per me è stata ardua questa scuola vana
dove non c’ era l’ uomo, nè il muro, nè la pianta
per poggiarmi a qualcosa.
Pablo Neruda
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