Sono passati esattamente 31 anni. Era infatti il 21 Luglio 1982, quando un signore di Tropea, Giuseppe Ostone, raccontò di aver visto, assieme a sua moglie, mentre raccoglieva dell’origano in località Barone di Carìa, “Un uomo con un vestito bianco”.
Così Giuseppe Ostone raccontò in un libro, pubblicato qualche anno addietro da egli stesso ciò che a suo dire aveva vissuto in quel pomeriggio d’estate:
Il 21 luglio del 1982 mi recai con mia moglie per raccogliere dell’origano nella campagna di Carìa. Eravamo l’uno dall’altra una ventina di metri e ad un certo punto, mentre mi trovavo chino per terra, ho avvertito un rumore e poi un fruscio sull’erba. Dopo qualche esitazione mi sono voltato indietro e mi sono trovato faccia a faccia con un uomo di statura più alto di me, vestito di bianco, avvolto in un mantello, i capelli lunghi ed ondulati, il volto incorniciato da una sottile barba lo rendeva particolarmente straordinario, la fascia che aveva alla vita era così luminosa che splendeva di luce. Ho intuito subito che si trattava di un’apparizione. Intanto mia moglie che aveva intuito tutto si avvicinò. Dopo qualche attimo dissiù: “ce ne andiamo, tanto origano non ce n’è”. Lui era in mezzo a noi, ha fatto un passo avanti e con un gesto circolare del braccio e voce rassicurante e dolcissima rispose: ce ne è tanto! Allora ha continuato a camminare con passo leggero che sfiorava la terra. Contemporaneamente sia io che mia moglie abbiamo esclamato: “è Gesù, è Gesù.” Mentre si allontanava lo abbiamo seguito con lo sguardo per una ventina di metri. Poi è scomparso.
Quel lontano luglio del 1982 fu l’inizio di una serie di” fatti misteriosi” che si protrassero in modo massiccio fino agli ultimi anni ’90. Ovviamente, come accade in casi del genere, la notizie di quegli episodi misteriosi si diffusero rapidamente in tutto il circondario di Tropea, tant’è che ancora oggi quel luogo viene comunemente soprannominato “Apparizione di Gesù”.
Nel presunto luogo dell’apparizione, Ostone, insieme ad altri fedeli, costruì un altarino alla cui sommità venne sistemata una statua del Sacro Cuore di Gesù .Ovviamente la chiesa, giustamente, non si è mai pronunciata in merito. Ma che si sia trattato di “Apparizioni” o di storie inventate, molte persone dopo quel primo episodio, furono testimoni di altre visioni e a loro dire di guarigioni, come una signora di Rombiolo che secondo il suo racconto, riacquistò la vista dopo aver sognato di toccare con la mano l’erba del luogo della prima apparizione. Un signore di Mileto, un certo Nicola Currà, affermò, inoltre, di aver visto più volte, in quel luogo, il Cristo Re.
Nel libricino composto da Ostone vengono riportati tantissimi episodi di presunte apparizioni legati a quel luogo, tra cui, oltre alle due citate, il fatto testimoniato dalla signora Maria Carmela Rombolà che nel 1991 mentre osservava il panorama mozzafiato assieme alla figlia, notò movimenti strani nel sole mentre la figlia diceva di vedere la Madonna. Nel 1990, infine, Sabato Santo, Gregorio De Vito testimoniò di aver visto scendere dalla statua del Cristo lacrime di sangue.
Una cosa è certa: che siano state visioni reali o inventate, quel luogo ancora oggi è molto suggestivo, quella statua del Cristo in mezzo agli ulivi secolari continua ad attirare devoti e semplici curiosi che hanno sentito parlare del luogo e di ciò che si racconta.
La scorso mese si è verificato uno strano episodio legato a quel luogo. A metà agosto davanti al Bar di Carìa, si è presentata una famiglia di turisti composta da padre, madre e dal figlioletto, che hanno manifestato il grande desiderio di poter visitare il luogo delle “Apparizioni”. Davanti al bar, un ragazzo del posto, ha spiegato che quel posto esisteva ma che attualmente, a causa dei lavori della costruenda “Variante di Carìa” era complicato raggiungere se non accompagnato da persone del luogo. Il ragazzo, notando l’insistenza con cui l’uomo chiedeva di esser accompagnato all'”Apparizioni”, decise di accompagnare quella famiglia in località Barone. Ma ecco che, appena il gruppetto arrivò presso la località, si verificò qualcosa di strano. Lasciata la macchina sul tracciato della Variante, ed incamminandosi a piedi tra gli ulivi secolari, verso il luogo dove un altarino ricorda la presunta “Apparizione di Gesù”, la signora iniziò a sentirsi male. Sudore e respiro affannoso, oltre ad un visibile stato di agitazione. Più si avvicinavano a quel luogo e più aumentava il malessere della signora che si agitava e delirava in modo vistoso. Il marito, vedendo la reazione della donna, ma anche per non spaventare il bambino già visibilmente colpito, decise di non proseguire, ma di tornare immediatamente indietro sulla strada del ritorno. L’uomo confidò quindi al ragazzo di Carìa che non era la prima volta che la moglie accusava “disturbi” del genere e che quei “disturbi” si presentavano puntualmente ogni qualvolta la moglie si avvicinava “ad un qualcosa” che aveva a che fare con il sacro.
Il desiderio di far visita a quel luogo in cui si diceva e si dice sia “apparso Gesù” era motivato dal fatto che il marito non sapeva più cosa fare per liberare la donna da quel malessere. Prima di lasciare Carìa l’uomo confidò che la loro prossima tappa sarebbe stata Roma la città eterna… per chiedere aiuto a qualche uomo di Chiesa…
Perché la donna ha accusato quel malessere?
E’ presente davvero qualcosa di misterioso in quel luogo immerso tra gli ulivi?
Francesco Pugliese
IN BASSO ALCUNE IMMAGINI DELL'”APPARIZIONI DI GESU'”
Esiste un bellissimo ed interessante video con intervista di Salvatore Libertino (romano di Tropea) dove Ostone racconta della visione nei minimi particolari proprio sui luoghi dell’apparizione.
Franco Vallone