A Spilinga i suoni del Mediterraneo

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Esposizione strumenti
Esposizione strumenti

Dalla Calabria alle sponde del Mediterraneo, un viaggio interculturale attraverso il suono di un antico strumento: la “Lyra”, introdotta dall’Impero Bizantino in tutti i principali paesi del Mediterraneo intorno all’anno mille.

Il “Festival Internazionale della Lyra del Mediterraneo” manifestazione culturale-musicale promossa dal Comune di Spilinga e dall’Associazione culturale “Lirabattente”, ai quali si aggiunge l’Icre Istituto culturale per le Relazioni Euromediterranee con sede a Spilinga, si svolgerà lunedì 2 settembre, dalle ore 20,00 con una serie di iniziative legate proprio all’antico strumento ritornato in auge, grazie anche al successo della musica popolare calabrese.

E quale massimo rappresentante di questo genere, ormai attrattore del grande pubblico anche in campo nazionale, per la quarta edizione di un giovane Festival lanciato anno dopo anno verso una crescita costante ed entrato già nei grandi circuiti vedrà quale ospite principale i “TaranProject” di Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea, espressione di questo articolato linguaggio musicale esprimendosi attraverso i suoni antichi ritmi e strumenti della tradizione calabrese, anche attraverso il suono della Lyra, suonata appunto dallo stesso Cavallaro e dallo stesso Papandrea, autentici eredi di un passato favoloso ma anche testimoni di un presente vivo e in espansione, proiettando la tarantella calabrese nella musica etnica europea contemporanea senza tradirne le origini.

L’internazionalità dell’evento è proprio quella di accomunare come ogni anno per la quarta edizione, due Paesi con le proprie tradizioni musicali in un unico suono e che ha come finalità principali quelle di diffondere la conoscenza, l’uso ed il repertorio di questo antico strumento musicale, favorire gli scambi culturali-musicali tra diversi popoli dell’area del Mediterraneo e  promuovere e valorizzare la zona del Monte Poro, unica assieme all’area Locride della Calabria, dove un tempo si suonava la Lira calabrese.

E così dopo le scorse edizioni con i gruppi ospiti dei “Methorios” provenienti dalla Grecia  e negli anni successivi con i croati “Kud Svetza Sela”, e l’anno scorso con la “Burdur Municipality Turkish Art Music band” proveniente direttamente dalla Turchia, in questa occasione ad esibirsi prima dei Taranproject, sarà il “Trio Vratca” rappresentante della Bulgaria, dove la Lyra ha assunto il nome di “Gadulka” .

Scambio omaggi tra il sindaco di Spilinga e Gokhan Gozene
Scambio omaggi tra il sindaco di Spilinga e Gokhan Gozene

Ad accomunare e gemellare, infatti, le due esibizioni sarà proprio la “Lyra” originariamente lo stesso strumento musicale portato e diffuso dai Bizantini, che nel corso dei secoli ha subito delle trasformazioni ed è stato utilizzato in modo differente nei diversi paesi del Mediterraneo, oltre alla Calabria, in cui si adopera ancora oggi, nelle sue diverse varianti: appunto in Grecia (con il nome di Lyra), in Spagna (con il nome Rabel), in Turchia (Kemence), appunto in Bulgaria e in Croazia (dove ha assunto il nome di Lijerica). Il programma partirà alle 20.00 con l’apertura degli stands gastronomici e la mostra degli antichi strumenti a cura degli espositori locali. Seguirà alle 21.00 il concerto del gruppo bulgaro “Trio Vratca” e a seguire alle 22.00 il grande concerto dei Taranproject di Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea.

Il Comune di Spilinga, volendosi caratterizzare come centro della “Cultura Mediterranea”, tra cucina, musica e scambi culturali, ha quindi sposato in pieno fin dall’inizio il progetto promuovendolo e sostenendolo accanto Franco Pontoriero, leader dell’associazione “Lirabattente” e direttore artistico.

“Una carta d’identità che vuole caratterizzare un territorio ormai noto a livello internazionale per i suoi prodotti e per le sue tradizioni legati al mondo dell’enogastronomia – sottolinea il sindaco Franco Barbalace – questo territorio vuole candidarsi con una serie di iniziative come uno dei più autorevoli rappresentanti della cultura popolare di un’area specifica al centro del Mediterraneo. Da qui, una serie di iniziative tutte incentrate, quindi, sullo specifico obiettivo, da una scuola di cucina ancora in corso d’opera sulla dieta mediterranea, gemellaggi con i Paesi appartenenti a quell’area, e tra queste appunto anche il Festival della Lyra”.

Un’idea condivisa in pieno con i cultori della musica popolare di cui tra questi un altro spilingese che ha fatto della storica tradizione un vero approfondimento con il suo gruppo musicale e la sua associazione culturale “Lirabattente”, Franco Pontoriero.

“Diffondere la conoscenza, l’uso ed il repertorio di questo antico strumento musicale e favorire gli scambi culturali-musicali tra diversi popoli dell’area del Mediterraneo – dice infatti Pontoriero – è uno dei tanti obiettivi dell’iniziativa, oltre a voler  promuovere e valorizzare nella zona del Monte Poro, unica assieme all’area Locride della Calabria, dove un tempo si suonava la Lira calabrese, un punto di riferimento per questo antico strumento”.

Obiettivi che in questi anni si stanno concretizzando e che stanno dando l’ennesimo contributo alla valorizzazione del territorio.

1062216_4688447749534_665727103_nLA LYRA CALABRESE

Quella che noi oggi chiamiamo Lira, attribuendogli anche l’appellativo ‘calabrese’, in realtà ha origini remote. Esse ci accompagnano nella mitologia greca, secondo la quale l’invenzione di questo strumento musicale è riconducibile a Mercurio, il quale in giovane età, intrattenendosi a colloquio con una tartaruga, privò crudelmente l’animale della sua casa e tese, all’interno del guscio, sette corde di budello di pecora, costruendo così la prima lira.

Lo strumento lo volle donare ad Apollo, che a sua volta elargì al figlio Orfeo, il più famoso poeta e musicista che la storia abbia mai avuto. Sono state le Muse ad insegnare la lira al giovane

Orfeo, il quale divenne talmente abile al punto da riuscire ad ammansire gli animali feroci e indurre alla commozione persino le divinità degli inferi.

L’ultrasecolare strumento musicale è giunto nelle nostra terra, tra il IX e l’XI secolo, quando gli antichi abitatori greci delle nostre contrade hanno costruito e ci hanno insegnato a costruire utilizzando un blocco di legno di ulivo, di noce o di ciliegio, vegetazione presente prevalentemente in zone calde come la nostra.

È, infatti, da un pezzo di legno che viene creata la lira. Viene scavata e lavorata direttamente a mano mediante semplicissimi attrezzi, come la raspa, il coltello, lo scalpello o la sega. Lo strumento non gode di una tastiera sotto le corde, per le quali un tempo venivano utilizzate viscere di animali, mentre oggi si adoperano fibre sintetiche.

Mimmo Cavallaro con la Lyra
Mimmo Cavallaro con la Lyra

Un blocco di legno utilizzato per creare la Lira calabrese. Una delle sue principali caratteristiche è quella di essere suonata da seduti, generalmente con lo strumento appoggiato fra le ginocchia, con la mano sinistra viene tenuto il manico dello strumento tastando le corde con le unghie, e non con i polpastrelli come molti credono, mentre con la destra si muove l’archetto che, originariamente, era costituito da crini di cavallo. Nonostante il fascino della sua origine o l’ incanto del mito greco, la lira ha corso il rischio di uscire definitivamente di scena o, nel caso più ottimistico, di occupare qualche spazio remoto dei musei etnografici. Per molti sarebbe stato solo uno sfumato ricordo, per pochissimi, invece, esclusivamente un “tesoro” da custodire gelosamente nella propria dimora. E’ per l’abilità di alcuni costruttori, che lo strumento si diffonde ulteriormente, ma anche grazie a qualche virtuoso che si esibisce pubblicamente nelle tipiche occasioni di festa.

Mentre gli antichi greci utilizzavano la lira per accompagnare i racconti delle leggende degli dei e degli eroi, gli appassionati della lira calabrese raccontano che essa veniva suonata principalmente a Natale, a Capodanno, ma anche a  carnevale e in occasioni speciali, come battesimi e matrimoni, sfruttando un repertorio che andava dalla serenata a diversi balli popolari.

Oggi la lira viene suonata in ogni angolo della Calabria, nelle sagre e nelle feste di paese. Anche a Spilinga, nel vibonese, da qualche anno si svolge “Il Festival internazionale della Lira”, un vero e proprio intreccio musicale che va dalla Calabria fino alle estreme sponde del Mediterraneo attraverso il suono di questo antico strumento, che nei diversi popoli ha assunto diverse denominazioni, in Grecia è chiamata Lyra, in Turchia invece Kemence, e ancora in Bulgaria assume il nome di Gadulka e in Croazia Lijerica.

Tutti, ormai, sanno riconoscere già dalle prime note, la musica tradizionale e popolare, come la ritmata tarantella che nasce armoniosamente dalla Lira. Un ritmo, coinvolgente ed appassionante, che sta crescendo e che fa ballare in ogni piazza, tanto da divenire quasi portavoce della Calabria in Italia e nel mondo.

 Manifesto festival Lyra 2013

 

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