A memoria di quanti abbiamo più di cinquantanni mai nessuno in Brattirò aveva raggiunto la felice età di cento anni, lei sì, ci è riuscita. La zia Rosa è arrivata a cento anni, si può dire, con i suoi piedi e qualche piccolo acciacco, un femore rotto e guarito, qualche linea di ipertensione, ma nessuna ruga sul viso, e quella mente lucida, lungimirante, aperta, capace di contenere le storie di tutti i suoi cari e la storia d’Italia, di seguire i programmi televisivi e scegliere ciò che “ ti fa crescere, conoscere e non ti incretinisce”, come diceva lei quando andavo a trovarla. Terzogenita di una numerosa famiglia contadina, in cui il padre, Peppe Pugliese, e la madre Concetta hanno inculcato ai setti figli, la religione del lavoro, del rispetto del sacrificio, la grande fede e soprattutto a guardare avanti a preparare un domani migliore per i propri figli e così è stato: dei venticinque nipoti di nonno Peppe quasi tutti si sono diplomati e laureati, molti sono oggi stimati ed affermati, professionisti. In questo clima è maturata la bella età di zia Rosa, che ha lavorato e costruito insieme al marito Antonio Pontoriero, una solida famiglia: figli, nipoti ed un pronipote tutti presenti alla sua festa.
Una festa a cui ha partecipato l’intera comunità di Brattirò, e lei zia Rosa, per niente turbata, ha accolto e ringraziato tutti per gli auguri, a cominciare dal Sindaco, fino ai più piccoli intervenuti. Che carattere, che tempra, una donna esile, minuta “ferrigna”, come si dice dalle nostre parti, una verga di acciaio. Fino a qualche anno fa, quando andavo a fare visita, la trovavo con l’uncinetto in mano, e che merletti uscivano dalle sue mani nodose, o con il libro di preghiere. Mi diceva: “Leggo ogni giorno le mie preghiere perché mi fa bene all’anima e alla mente.” Ora che non ce la fa a leggere le recita a memoria, e che memoria! Ricorda perfettamente, oltre alle lunghissime preghiere, tutte le poesie imparate a scuola, il programma dell’inizio della seconda guerra mondiale e i vari bollettini di guerra, tutte le date dei compleanni e degli onomastici dei suoi figli e nipoti, è bello davvero arrivare a cento anni così.
Auguri zia Rosa, piccolo giunco, resistente alle intemperie della vita. Una vita di sacrifici, ma ricca di soddisfazioni, una vita che ha superato due guerre mondiali. L’hanno allontanata dal padre, la prima, e dal marito, la seconda, ma, che per fortuna ha potuto riabbracciare entrambi. Dopo sette anni di prigionia il marito è finalmente tornato sano e salvo. Lei lo ha atteso ogni giorno, con la speranza che sarebbe ritornato per riempire la sua vita e darle i figli così tanto attesi. Il suo amore tenace e radicato nell’animo non è mai vacillato. Ancora oggi quando parla del suo amore per il marito le si illumina il viso; cosa rara per le donne dei suoi tempi: l’amore era un sentimento taciuto, anche quando, per fortuna c’era, visto che i matrimoni si combinavano e non si sceglievano. Lei no, lei lo dice, senza falsi pudori di aver sposato l’uomo che ha amato e che l’ha amata per più di sessanta anni.
E’ forse stata questa la magia, la marcia in più che le ha dato la spinta per sfidare il tempo e afferrare con caparbietà i cento anni.
Brava zia Rosa, una donna di altri tempi con la testa e il cuore nel futuro.
Auguri da tutti i nipoti Pugliese e Pontoriero.
Mimma Pugliese
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