Nulla succede per caso, nemmeno il Caos; ne è una dimostrazione l’Italia, in cui dal Caos della II G.M. è uscito l’Ordine nuovo della Partitocrazia, dal quale è venuto il Caos attuale. Ora, tenendo presente questo dato fisico incontestabile, “zoommiamo” verso la fascia costiera di Formicoli, Comune di Ricadi, la zona una volta più ricca di vita e di bellezza nei suoi fondali articolati e alla quale la Baia di Riaci, o lo stesso Capo Vaticano potevano fare solo un ricco baffo. Che cosa sta succedendo a quest’unicità marina?! Non solo pesce quasi del tutto scomparso, cosa che però si potrebbe dire di quasi tutte le zone della Costa degli Dei, da Briatico fino a Capo Vaticano, sicché perfino nelle secche a -20 metri è ormai difficile trovare vita, ma perfino spiaggia largamente erosa in profondità da un centinaio di metri a Nord della foce del torrentello che scende da Ciaramiti e fino al margine meridionale! Negli anni passati l’erosione era stata impercettibile, il profilo costiero era rimasto praticamente inalterato; ma quest’anno l’erosione è stata davvero violenta e i suoi effetti quasi catastrofici. Il “Camping Formicoli”, quello dei Bungalow nella parte Nord, ha subìto il crollo parziale del muro che lo delimitava proprio per un centinaio di metri a partire dallo sbocco a mare del torrente. Il Belvedere lastricato sul quale finisce la strada era diventato una voragine; la spiaggia dove c’è il Camping/Alaggio barche è diventata una “scarpata a mare”. Poiché negli anni passati mai c’era stato una tale sconquasso, è venuto naturale chiedersi: cos’è successo di nuovo per provocare “improvvisamente” questa situazione?! Cosa può aver generato “corrente” così forte che il Mare s’è comportato come l’ansa di un fiume in piena, tale da asportare sabbia da una parte e scaricarla verso la “pancia” Sud della Baia?! Orbene, qualcosa di nuovo e drastico è successo veramente tra il 2012 e il 2013: due sbarramenti consecutivi, non segnalati, da circa 50 metri Nord-Est delle “Formiche” per un centinaio di metri, a circa un’ottantina di metri dalla riva e a pelo d’acqua (l’anno scorso, uno sprovveduto ci s’è incagliato con la sua barca; c’ero anch’io sul posto, con la Guardia costiera e il Diving che ha curato il recupero).
Nel semplicistico pensiero comune, lo scopo di questi sbarramenti probabilmente avrebbe dovuto essere la protezione delle rive dall’erosione “frontale”, ma qualcuno deve aver dimenticato che in Mare ci sono anche le correnti e che se tu proteggi la riva da Maestrale, le correnti che prima fluivano libere da Settentrione e da Mezzogiorno ora potrebbero canalizzarsi dentro il “tubo” che tu gli hai messo tra i piedi, aumentando la propria energia e provocando probabilmente gli effetti disastrosi già descritti (dico “probabilmente” perché io non ho misure strumentali, solo un certo “intuito naturale” sviluppato sulla familiarità decennale con questa Costa). Il Camping Formicoli ha pensato di poter risolvere il suo problema costruendo sopra il crollo del vecchio muro una “muraglia cinese” leggermente a scalare e, sembra, avanzando di un imprecisato “tot” verso la battigia, sì che adesso il turista che vuole scendere sulla spiaggia di destra si trova a dover guadare l’acqua oppure a non passare affatto, come Domenica 11 Agosto, quando spruzzi violenti alti 3 metri impedivano il passaggio anche ai più temerari. Un volenteroso non solo ha tappato la voragine apertasi sul Belvedere ma ha pure costruito una rudimentale passerella a sue spese, per consentire al turista di valicare il tratto inondato e recarsi sulla spiaggia che si sviluppa poi normalmente sotto il Camping; ma il Mare già due volte ha ovviamente pensato bene di portarsela via, a conferma del fatto che Poseidone è un Dio che non guarda in faccia nessuno. Dall’altra parte, il Campeggio/Alaggio barche ha tentato di ricreare un po’ di spiaggia a spese del proprio spazio, ma il risultato è stato piuttosto deludente, come era logico attendersi. Ricordando il Principio di causalità citato all’inizio, dovremmo per forza concludere che dietro tutto ciò ci sia l’una o l’altra delle due cose: o il Caos politico-amministrativo, oppure netta “deliberazione”. Nel primo caso (né unico né solo in quest’Italia iper-entropica), seguendo la termodinamica classica, il rimedio sarebbe fornire a Comune, Provincia e Regione le “motivazioni” necessarie e sufficienti per spingerli a svolgere qualche Lavoro anziché per lo più attività a perdere. Nel secondo caso, dovremmo capire i “moventi”, e qui cito il solito vecchio detto dei Romani: CUI PRODEST?! ovverosia: chi ci guadagnerebbe a svolgere in Mare o sulla battigia attività ingegneristiche-architetturali il cui effetto finale immediato è quello di privatizzare subdolamente una spiaggia pubblica?! oppure, chi ci guadagnerebbe dal privare Formicoli dell’appeal che l’ha resa la spiaggia più caratteristica del circondario?! Mi soffermo sul primo aspetto perché il secondo ci condurrebbe a facili illazioni. Ebbene, forse dal punto di vista dell’Amministratore pubblico tendere al Privato può essere un incentivo al Turismo; forse privatizzare significherebbe trasferire sul Privato la manutenzione delle spiagge, un costo pubblico in meno, anche se controbilanciato negativamente dalla mancanza di garanzie, dal far mangiare e cacare i Turisti e poi farli nuotare nella loro stessa cacca dopo ogni botta di Maestrale, quando si aprono misteriosamente le cateratte di alcune fogne e si vedono certe isole giallastre fluttuare sull’acqua, strisce che qualcuno chiama ottimisticamente “mucillagine”. Se fosse così si potrebbe anche capire l’esistenza di tutte quelle strutture sorte pressoché sulla riva (come certe case di Santa Maria), Resort o Villaggi che siano. In definitiva, nell’Immaginario del pubblico Amministratore ciò potrebbe apparire come una risorsa economica, come i parcheggi a 1€/ora, nonostante la cacca e almeno finché il Turista non ne ha abbastanza e decide di recarsi altrove, oppure fintantoché Stromboli non s’incazza davvero, alzando onde anomale di 10 metri a 32 miglia di distanza, nei quali casi il presunto impulso turistico lascerebbe senza alcun dubbio il posto a ingiustificabili richieste di sovvenzioni pubbliche per “calamità naturale”. Se fosse così, non sarebbe nemmeno più tanto oscuro il perché da anni non si riesce a fare “L’Oasi marina” della Costa degli Déi come hanno fatto a Ustica, un’Oasi che ripopolerebbe sì il deserto del Mare e richiamerebbe un Turismo qualificato, ma potrebbe impedire agli operatori turistici attuali di scorrazzare o far scorrazzare indisturbati scafi a motore e acqua-scooter a meno di 200 metri dalla riva e ai pescatori “sportivi” e ai bracconieri di esaurire la vita marina per pochi momenti di “divertimento” venatorio, tipo catturare piccoli polpi o piccole murene e spellarle vive per trarne un sollazzo alimentare moralmente discutibile. Ma, se così fosse, che differenza ci sarebbe tra gli Industriali mordi-e-scappa del Nord e quello che succede qui?! proprio nessuna! imperversare e distruggere per poi spostarsi altrove per ripetere il giochetto; VIRUS! nient’altro!
Sergio Di Stefano
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