«In tutto il Mezzogiorno, i tetti in eternit sono ancora presenti sui fabbricati più datati – ha spiegato Callipo – è necessaria quindi una manutenzione attenta e una graduale sostituzione delle coperture a rischio, innanzitutto per salvaguardare la salute pubblica, ma anche adeguare le infrastrutture abitative alle alte potenzialità turistiche del territorio napitino, migliorando quindi la qualità complessiva dell’offerta locale».
Una volta che i tecnici abilitati, incaricati dai proprietari degli immobili, avranno redatto il documento di valutazione del rischio (che dovrà essere aggiornato annualmente), questo dovrà essere trasmesso in originale al Comune, agli uffici regionali competenti, all’Arpacal e all’Asp.
Inoltre, i proprietari dovranno attenersi alle disposizioni dei valutatori, adottando senza indugi i provvedimenti indicati. In particolare, a seconda della pericolosità rilevata, potrà essere richiesto di provvedere, entro un termine massimo di 6 mesi, alla rimozione degli elementi a rischio o al loro incapsulamento attraverso vernici speciali che evitino la dispersione nell’aria delle fibre di amianto. Questi interventi saranno esonerati dal versamento degli oneri concessori, a patto che vengano effettuati entro il limite temporale previsto. Chi non adempierà, oltre a rischiare conseguenze penali nel caso in cui si configurino veri e propri reati, potrà incorrere in una sanzione compresa tra i mille ed i 10mila euro.
«Nel dibattito cittadino è stata spesso evidenziata la necessità di intervenire su una materia così importante e delicata per la salute pubblica – ha concluso Callipo -. Questa ordinanza non risolverà immediatamente la problematica della presenza dell’amianto sul nostro territorio, ma certamente rappresenta un primo e fondamentale passo nella giusta direzione».
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