Da sempre la comunità di Caria nutre una grandissima devozione verso la SS. Madre di Dio invocandola nel corso dei secoli sotto i vari titoli. Il titolo più antico con cui i cariesi hanno invocato la Madonna è quello del “Rosario”. Testimonianza della forte devozione mariana sono le numerose immagini e simulacri della Vergine presenti in Chiesa e le tantissime edicole a Lei dedicate e presenti sul tutto il territorio cariese. Molte anche le località del paese che portano il nome della Madonna. Sicuramente, però, il titolo più caro alla comunità di Caria è quello del “Monte Carmelo”. Infatti, verso la Vergine del Carmelo e verso la sua sacra immagine il popolo di Caria nutre e manifesta una profonda devozione e venerazione. Un forte e profondo attaccamento che solo chi è di Caria può pienamente comprendere. A Lei il cariese si rivolge. A Colei che ogni anno lascia la sua casa, la sua Chiesa, sull’ amena collina, per andare incontro al suo popolo, ricorre in qualunque momento della vita. Nella gioia, in salute, in malattia, quando si emigra e in punto di morte. E Lei, come la più tenera delle madri, presta ascolto ad ogni invocazione dei suoi figli. Chi è fisicamente lontano da Caria il 16 luglio, giorno della nostra regina, si trova con il cuore e con la mente ai piedi della nostra Madonna. Il sorriso e il volto celestiale di questa effige è impresso nel cuore di ogni suo devoto e il sol pensiero di quel viso dolce e delicato, di madre tenera e amorevole, fa ritornar la gioia e la speranza nel momento dello sconforto della prova e della Sofferenza.
All’origine della grande devozione di Caria per la Vergine del Carmelo il Miracolo della Tempesta
Così si racconta: 1894. Giuseppe Pugliese, fu Michele, nato a Caria di Drapia il 3 febbraio 1860, manovale e povero, era andato in cerca di fortuna in America. Durante il suo ritorno la nave su cui viaggiava con altri suoi compaesani, d’improvviso si ritrovò nel bel mezzo di una spaventosa tempesta. La nave rischiò di affondare. Il Pugliese intuendo il grave pericolo iniziò a pregare, affidando sé, i suoi compaesani, gli altri passeggeri e l’intera nave, alla protezione della Vergine SS. Invocandola sotto il titolo di Maria SS. del Monte Carmelo, facendo voto di erigere un’edicola in onore della Vergine Maria se, scampando a quel terribile naufragio, fosse arrivato sano e salvo a Caria. D’improvviso al grido del Pugliese che implorò ed invocò la protezione e il nome di Maria del Monte Carmelo, la spaventosa tempesta si placò improvvisamente e la nave e i suoi passeggeri si salvarono. Da allora Giuseppe e la popolazione cariese interpretarono il fatto come un evento miracoloso compiuto dalla Vergine Maria come segno di protezione su Giuseppe e, di riflesso, su tutta la comunità di Caria. Tutto rientrava in qualche modo in un disegno divino. La Madonna avrebbe salvato il Pugliese dalla tempesta, perché egli doveva diffondere il culto verso il titolo del Carmelo nella comunità di Caria; in qualche modo la Madonna si scelse la nostra comunità per essere invocata da noi, sotto quel titolo. Questo è stato anche inserito nella prima strofa della novena recitata ancora oggi a Caria: Vergine SS. del Carmelo che prediligendo la nostra Caria veniste a collocarvi il vostro trono di misericordia, noi vi veneriamo e vi ringraziamo di questo dono singolare che è la nostra più bella gloria… Giuseppe Pugliese non si dimenticò di quell’intervento materno e con duro lavoro e tanti sacrifici mantenne fede al voto fatto alla Santa Madre di Dio durante la spaventosa tempesta. Arrivato sano e salvo a Caria, raccontando, insieme ai suoi compaesani e compagni testimoni della straordinaria avventura, quell’evento, iniziò a questuare in tutto il paese e non solo, per costruire l’edicola che aveva promesso. Raccoglieva di tutto: grano, olio, fichi secchi, fichi d’india, legna, ecc. Li rivendeva e il ricavato lo metteva da parte per edificare l’edicola alla Madonna. Nel 1897, tre anni dopo la tempesta, dopo aver individuato il terreno dove costruire l’edicola e dopo averlo ricevuto in regalo, iniziò la costruzione (oggi base del campanile della Chiesa del Carmine). Pietra su pietra innalzava verso il cielo come ringraziamento quell’edicola all’inizio del paese, allora in aperta campagna. Il 16 luglio 1897 con grandissima gioia l’edicola fu inaugurata e su di un piccolo altare (intatto ancora oggi) si celebrò la prima Santa Messa in onore della Madonna del Carmelo e si svolse la prima festa in suo onore a Caria. Da subito quell’edicola diventò il fulcro della devozione mariana della comunità cariese. Il Pugliese, però, pur avendo mantenuto fede alla promessa fatta, non si accontentò dell’edicola, ma decise di innalzare a colei che lo salvò una Chiesa. E si mise all’opera. Con duri sacrifici, continuò a questuare in tutti i paesi limitrofi a Caria, e in tutta la piana del Monte Poro ed oltre. Raggiungendo anche i molti paesini delle Serre Vibonesi. Finalmente dopo indicibili sforzi e ostacoli incontrati, nel 1906 la Chiesa alla sua Madonna era ultimata. Ordinò personalmente l’effige della Madonna del Carmelo, chiedendo la più bella: e la statua arrivò. Precipitandosi con l’intero popolo cariese al completo, con le più grandi solennità, a Tropea. Prostratosi a terra davanti alla sacra effige scaricata dal treno, scoppiò in un pianto dirotto per la bellezza e la felicità provata nel guardare il volto di quel simulacro. In solenne Processione accompagnata da Tropea a Caria la statua giunta davanti alla Chiesa del Carmine, fu benedetta e solennemente intronizzata al centro dell’altare. Giuseppe, sposato ma senza figli, per sei mesi l’anno andava a lavorare per mantenere sé e la moglie e per i restanti mesi andava a raccogliere offerte di ogni sorta per mantenere la Chiesa e la festa alla sua Madonna. Dirimpetto alla Chiesa comprò anche 3/8 di terreno dove costruì una “casa del Carmine” che funzionò anche come asilo infantile e un giardino che servì per i festeggiamenti in onore della Madonna che in origine si svolgevano proprio in quel terreno. Nel suo fervore in quell’orto forse sognava un romitorio. Nel 2000 il terreno è stato venduto dalla curia Vescovile di Mileto e non appartiene più alla Chiesa della Madonna del Carmelo. Dotò per quanto gli fu possibile la chiesa di tutto ciò che serviva per il culto della sua Madonna costituendo anche due legati presso la curia di Tropea e, con testamento Casaburi scritto il 3 settembre 1923, tutto quanto possedeva lo lasciò alla Parrocchia della Trasfigurazione con l’obbligo alla parrocchia di mantenere il culto alla Chiesa del Carmine. Festeggiò sempre e solennemente la sua Regina. Ogni anno curava personalmente i festeggiamenti del 15 e 16 luglio chiedendo anche e ottenendo dalla prefettura di Catanzaro l’istituzione della Fiera della Madonna del Carmine. La prima si svolse nelle giornate del 10/11 maggio del 1914. L’ultima festa che curò personalmente fu quella del 16 luglio 1923 che per questioni politiche fu sospesa. Un dolore grandissimo che accelerò sicuramente la sua morte avvenuta il 17 settembre 1923. Nel 1950 con il contributo straordinario degli emigrati cariesi in Argentina e per interessamento dell’allora parroco di Caria Can. Antonio Mazzitelli e del comitato festa, al soffitto della Chiesa della Madonna del Carmelo è stata incastonata la tela del “Miracolo” che rappresenta la nave tormentata dai flutti e la Vergine Maria tra gli angeli, che porta in salvo i passeggeri. Questo a perenne ricordo dell’evento che ha dato origine alla grandissima devozione dei cariesi verso la Madonna del Carmelo, la Stella del Mare.
La Festa, tra Passato e Presente.
La Festa in onore della Madonna del Carmelo (o del Carmine) si svolge, come già detto, puntualmente ogni anno dal 1897 il 14, 15 e 16 di luglio. La prima festa, quella del 1897, consistette semplicemente in una solenne celebrazione eucaristica voluta dal Pugliese come ringraziamento alla Santa Madre di Dio, celebrata nella piccola edicola da lui edificata, seguita da una piccola festa esterna; un momento di ritrovo per la comunità. Le prime feste, secondo quanto hanno sempre raccontato gli anziani, nei primi anni consistevano semplicemente in una Messa solenne presso l’edicola votiva a cui partecipavano tutti gli abitanti del paese. Non si svolgevano né processioni né tanto meno festeggiamenti esterni d’alcun tipo. La festa vera e propria (naturalmente tenendo conto delle possibilità del tempo) iniziò a prendere forma con la costruzione della Chiesa del Carmine e l’arrivo della statua della Madonna. La prima Processione con la statua della Madonna fu certamente quella che accompagnò il simulacro dalla Città di Tropea a Caria. Con la costruzione della chiesa aperta al culto il 16 luglio nel 1906 la festa iniziò ad assumere forma. Per tutto il periodo estivo nella Chiesa della Madonna dopo cena si recitava il Santo Rosario. Allora la Chiesa era in aperta campagna e numerose erano le famiglie che, avendo terreni e proprietà in quella zona, si recavano ogni sera ai piedi della Madonna per la recita del Santo Rosario. Il 7 luglio iniziava la novena, Santa Messa, rigorosamente cantata la mattina e la recita della novena la sera, conclusa con la benedizione del SS. Sacramento. Il 16 luglio si celebravano numerose Messe, concluse con la Processione a mezzogiorno in punto con la statua della Madonna. Alla Processione rendevano parte tutti i confratelli della congrega, vestiti con il tradizionale abito solenne. Nell’orto di fronte alla Chiesa, si svolgeva la festa esterna con suonatori d’organetto, tamburi, gran cassa, ecc. La festa veniva curata nei minimi particolari dallo stesso Giuseppe Pugliese. Le funzioni, così come la piccola festa esterna, si svolsero, nei primi anni, nella chiesa del Carmine e nell’orto di fronte. Con l’aumentare dei fedeli che partecipavano alle liturgie del mese di luglio, la chiesetta, la strada e l’orto non riuscirono più a contenere i fedeli perciò si decise, di comune accordo tra il parroco, il Pugliese e le autorità civili, di trasferire le funzioni religiose nella Chiesa Parrocchiale e i festeggiamenti civili nella Piazza (Cavour) del Paese. Questo anche perché la festa davanti alla Chiesa iniziava ad essere d’intralcio alla viabilità sulla Via Provinciale. Non sappiamo l’anno preciso in cui i festeggiamenti si trasferirono nella Chiesa Parrocchiale. Il Pugliese, con grande soddisfazione, vedeva sempre più crescere la devozione e la festa verso la sua Madonna. L’ultima festa che curò personalmente fu quella del 16 luglio 1923, poi sospesa dal potestà del Comune. In prossimità del 7 luglio la Madonna si accompagnava come ancora oggi, dalla sua chiesa, alla chiesa parrocchiale dove si svolgevano le liturgie. Per quanto riguarda i festeggiamenti esterni, erano semplici serate all’insegna di musica, allegria, e incontro comunitario. Questi festeggiamenti esterni, come già detto, avvenivano nei primi anni nell’orto di fronte alla Chiesa della Madonna, poi furono trasferiti “avanti a Cruci” cioè in Piazza Cavour, poi in Largo San Nicola fino ad arrivare ai giorni nostri in Piazza Mazzitelli. Grande importanza, comunque, si dava e si dà ancora oggi all’aspetto religioso. Con la morte del Pugliese (17 settembre 1923) e con la guida della Parrocchia affidata al Can. Antonio Mazzitelli, l’organizzazione della festa passò nelle mani di altri devoti e famigliari che erano stati anche collaboratori del Pugliese ma soprattutto ai vari comitati festa appositamente costituiti, così come accadde ancora ai nostri giorni. Tuttavia esistevano specifiche famiglie che curavano i festeggiamenti più di altre. Nelle famiglie che si mettevano a disposizione dei festeggiamenti nei giorni del 15-16 luglio, si passavano le ore a preparare peperoni fritti, patate, dolci, pasta fatta in casa per sfamare i bandisti, i fuochisti o chi svolgeva attività durante i festeggiamenti. I festeggiamenti civili si sono sempre svolti tranne che in due occasioni. Nel 1973, quando era parroco don Salvatore Anastasio da Parghelia, che per diatribe varie si oppose fortemente alla festa esterna di quell’anno; e nel 1992 quando era parroco don Francesco Muscia da Tropea. In tutte e due le occasioni, la popolazione cariese non fu molto contenta della sospensione della festa civile in onore della Madonna, tanto che nel 1974 e nel 1992 i festeggiamenti civili vennero fortemente rafforzati. La festa religiosa della Madonna del Carmelo si svolse puntualmente sempre; solo nel 1923 per motivi di sicurezza venne annullata la Processione con grandissimo dolore della popolazione. La Festa religiosa si celebrò negli anni della prima guerra (1915/1918) e della seconda guerra Mondiale (1940/1945). Con il passare del tempo, la devozione verso la Madonna del Carmine aumentò sempre più e la festa del 16 luglio iniziò a sostituirsi alla festa della Madonna del Rosario celebrata da sempre la terza domenica d’ottobre. Per parecchi anni poi i cariesi celebravano sia la festa della Madonna del Carmelo a luglio e quella della Madonna del Rosario ad Ottobre. Poi la festa del Rosario scomparve, mentre si accentuarono sempre più i festeggiamenti e si rafforzò la devozione e l’attaccamento verso la Madonna del Carmelo. La festa di oggi. Il periodo di festeggiamenti ha inizio come da tradizione con l’accompagnamento della statua della Madonna nella Chiesa Parrocchiale e ciò avviene di solito nell’ultima domenica di giugno o nella domenica di luglio che precede l’inizio della novena. Dal 7 luglio prendono il via le funzioni religiose. Lodi mattutine al mattino e Santa Messa e novena la sera. Molto partecipata la funzione serale. La novena si conclude poi nella serata del 15 luglio con il solenne canto dei vespri. Nel giorno della festa di buon ora, il suono a festa delle campane della Chiesa del Carmine e della Chiesa Parrocchiale annuncia che il giorno più bello per Caria sta per iniziare. Numerose le celebrazioni nella mattinata del 16, chiuse dalla solenne Messa cosiddetta “cantata” delle ore 11.00 durante la quale si svolge l’atteso “Panegirico”. In serata tradizionalmente alle 19.00 la statua delle Vergine varca la soglia della Chiesa per visitare in una solenne Processione l’intero abitato della sua Caria.
La Processione fino agli anni ’70 (circa) si svolgeva subito dopo la Messa delle 11.00, da allora si svolge di comune accordo tra autorità religiose e popolo, nella serata del 16 luglio. Tantissime le persone che nella giornata del 16 luglio vengono ad omaggiare la nostra regina. Moltissimi i devoti provenienti dalla vicina Tropea dove anche lì si venera la Madonna del Carmelo. Per quanto riguarda l’aspetto dei festeggiamenti esterni, sono anch’essi solenni. Spettacoli, luminarie, tornei, concerti, ecc. si svolgono in onore della Madonna, anche se per fortuna, la festa di Caria continua a custodire gelosamente l’aspetto più importante cioè, quello religioso, legato alla vera devozione verso la Madonna. Aspetto curato da sempre particolarmente e con grande attenzione e svolto con grande solennità e partecipazione da tutto il popolo. Dal 7 al 16 luglio Caria “si ferma” per onorare la Madre dolce del Carmelo. Centro d’ogni festa è l’aspetto religioso; tutto il resto deve essere e rimanere un semplice, ma altrettanto espressivo ed importante contorno. L’organizzazione generale della festa della Madonna del Carmelo viene gestita da un apposito comitato formato da cariesi che fin dal mese di aprile si riunisce per allestire ogni aspetto dei festeggiamenti. Immancabile in occasione della festa il tradizionale torneo di calcetto, organizzato da sempre in onore della Madonna, al quale partecipano ragazzi giovani, adulti, uomini e ultimamente anche donne di Caria e non solo, che divisi in squadre e gironi si contendono la coppa offerta da comitato festa. Per tradizione il torneo inizia nel mese di giugno e si conclude poi, tra il 12 e 13 di luglio. La premiazione della squadra vincente avviene nella serata del 16 luglio sul palco, in piazza, subito dopo il concerto dell’artista scritturato per i festeggiamenti. Le coppe e le targhe vinte nel corso degli anni dalle varie squadre vengono conservate, nella chiesa della Madonna, nella casa parrocchiale in un’apposita vetrina ed ultimamente, quelle degli ultimi anni, sono esposte nei locali pubblici di Caria. Il periodo di festa in onore della Madonna del Carmelo non si chiude però con la festa solenne del 16 luglio, ma continua fino alla metà di agosto, quando si riaccompagna con grande commozione, soprattutto da parte degli emigrati, la statua della Madonna nella sua chiesa. Dal 16 luglio la statua della Madonna rimane ancora solennemente esposta nella chiesa parrocchiale. Questo per consentire ai numerosi cariesi, che fanno ritorno nel paese natio, di venerare e rendere omaggio alla loro Madonna.