Walter Guido, giovane leader del gruppo Lisarusa, si è spento lo scorso lunedì. Il primo contatto avuto con Walter fu ad un concerto a San Nicola da Crissa, un anno e mezzo fa. Ai rappresentanti dell’associazione Aramoni piacque la sua verve, l’energia, la voce, l’abilità di suonare la lira. E quindi venne definito il contratto per il Tamburello festival 2012. Un accordo sulla parola, siglato come si fa tra veri calabresi, con una forte stretta di mano. Lo scorso 18 agosto Walter, insieme ai Lisarusa fu uno dei protagonisti della nona edizione del festival. Ci fu un intoppo tecnico che ad un certo punto sembrò compromettere il concerto. Ma poi, anche grazie all’intervento di Walter tutto venne superato e la kermesse ebbe regolare svolgimento. Il concerto di Walter e dei Lisarusa fu segnato da intensità e professionalità. Note dal profondo del cuore di una terra che ha creato nei secoli tanti “sonaturi”di cui Walter faceva parte a pieno titolo. Da quell’occasione nacque un rapporto umano molto particolare. Non a caso, in occasione del primo concerto svolto nella zona a Potenzoni di Briatico lo scorso ottobre, chiamò i soci “aramonesi” per avvisarli. L’appuntamento fu propizio per una chiacchierata sulla musica popolare, sulle sue prospettive, sugli orientamenti, ma anche per discutere di problemi organizzativi. In quella circostanza Walter disse: «A volte, basta stare insieme due ore per creare un legame destinato a durare». Un’espressione semplice pronunciata con sincerità, candore e immediatezza di altri tempi. Fu grazie a lui, lo scorso anno, che a Zambrone si svolse, a luglio, il laboratorio di danza popolare. In virtù del suo intervento giunsero dall’area reggina due suonatori suoi amici: l’esperto Demetrio Bruno e il giovane Pietro Sottilotta. Perché fra le varie qualità, Walter annoverava un altruismo caldo e pressoché incondizionato. E poi, il suo intuito, la capacità di rendere onore al merito, l’umiltà. Affermò pubblicamente, ad esempio, la sua sincera ammirazione per Otello Profazio che aveva ispirato anche alcune sue composizioni. A Natale ci fu uno scambio di auguri e qualche reciproca opinione sulle tradizionali pastorali del periodo. La sua particolare voce aveva una capacità d’attrazione fuori dal comune. Un socio aramonese, ad esempio, disse in sua presenza che aveva consumato il cd a furia di sentire la magistrale interpretazione de “Fora do cora e fora da la menti”. Asserzione che suscitò, in lui, un moto di orgogliosa soddisfazione espressa con un tenero sorriso. I rapporti fra gli “aramonesi” e Walter continuarono durante la degenza ospedaliera bolognese. Walter parlò loro della sua malattia con un coraggio leonino. Circostanza ricordata, in questo momento con infinito dolore e tristezza. L’ultimo colloquio via Fb poco prima dell’intervento, lo scorso 11 aprile; l’ultimo messaggio, invece, il 16 maggio. Il nome di Walter Guido sarà nel tempo accostato alla musica popolare. Per l’interpretazione entusiasmante e inappuntabile, a tratti lirica e struggente. Gli amici ed organizzatori del Tamburello festival lo ricorderanno per tali sue virtù. Ritornano in mente le sue parole: «A volte, basta stare insieme due ore per creare un legame destinato a durare»; per sempre.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 28 giugno 2013, p. 29
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