I ritardi che si verificano nella realizzazione di un’opera pubblica sono talvolta drammatici.
Essi possono dipendere da varie circostanze. Specie in alcune regioni d’Italia (tra queste sicuramente la nostra), la macchina amministrativa non funziona a dovere, sia per la presenza di norme assurde e pletoriche che per l’incapacità di alcuni uffici pubblici di espletare al meglio i loro compiti, come pure può capitare che i lavori e le procedure si fermino per l’intervento della Prefettura o della Magistratura o per altre situazioni contingenti, non da ultimo la mancanza di finanziamenti o la variazione di progetti.
Ciò premesso, bisogna, a mio parere, sempre e comunque chiedersi (e chiedere), sia come giornalisti che come cittadini, perché troppo spesso passano anni a anni prima della concretizzazione di un intervento. Questo tipo di domande sono necessarie proprio per capire sia cosa non va all’interno degli apparati amministrativi di qualsiasi livello, sia come si potrebbero superare o evitare, in futuro, gli eventuali ostacoli che si verificano nello “svolgimento” delle procedure. Porsi e porre queste domande può, inoltre, aiutare a comprendere quale apparato, quale istituzione, quale funzionario, quale ente, abbia avuto più responsabilità di altri (anche responsabilità politiche) nel produrre (o provocare) lentezza nella realizzazione delle opere.
Ciò detto, veniamo alla questione di oggi,: ci sono voluti due anni e mezzo circa, dallo stanziamento dei fondi da parte della precedente amministrazione comunale drapiese, per la ristrutturazione dell’ex scuola elementare di Drapia per la creazione di una nuova sala consiliare (tralasciamo, per ora, ma solo per ora, i ritardi per le altre opere in itinere che riguardano Drapia e dintorni). Ci chiediamo, perciò, come mai questo lungo lasso di tempo? Da chi o da cosa è dipeso questo ritardo? Detto altrimenti: come mai ci sono voluti due anni e mezzo per fare dei lavori che sembrava dovessero durare pochi mesi?
MarioVallone
Ormai gli italiani a questi ritardi ci siamo abituati tanto è vero che quando un amministrazione nazionale , ragionale, provinciale, comunale annuncia in pompa magna una certa opera è da anche la data di chiusura dell’opera, ad esempio dice faccio questa data opera in due anni gli italiani dicono forse sarà finita tra sei anni etc, per esempi la salerno-reggio calabria iniziata nel 1999 dovevano finirla nel 2008 siamo nel 2013 è non e finita che al 60%. Le cause di questo non c’è li chiediamo più perchè ormai tutti sappiamo che i ritardi sono il mangia mangia quotidiano per i nostri ben pagati politici che la paga pubblica non gli basta mai, sindaci , consiglieri provinciali ,regionali, onorevoli nazionali insieme ai loro imprenditori amici disonesti i chi ne ha più ne metta- Amen .