Oggi cerchiamo di approfondire il “problema viabilità” nel vibonese, fornendovi maggiori informazioni, alcune eloquenti cifre e qualche spunto di riflessione.
Circa lo stato di vergognoso degrado in cui versano le nostre strade ogni commento è superfluo. Molte vie di comunicazione non vengono asfaltate da decenni e le buche che di continuo si creano sono “rattoppate” in modo spesso inconcepibile. Per non dire della segnaletica, sia orizzontale che verticale, sulla quale stendiamo un velo pietoso, come pure sulla manutenzione delle cunette e dei bordi delle strade, le cui erbacce durante l’ultimo anno non sono state MAI tagliate.
Insomma, una vergogna indicibile.
Questo è l’esito di anni e anni di cattiva amministrazione. A dirlo non sono io, ma i fatti. Ed a ribadirlo è stato pure il Commissario della Provincia Mario Ciclosi, il quale, in un recente incontro con i sindaci del vibonese, ha definito “fortemente negativo” lo stato delle nostre strade aggiungendo – appunto- che “il tutto è dovuto ad una gestione poco attenta” (è chiaro che Ciclosi ha utilizzato un eufemismo).
Le strade di competenza della Provincia sono circa mille km. Pensate: mille km praticamente privi di manutenzione.
Negli ultimi due anni e mezzo- come ribadito dallo stesso Ciclosi nella medesima riunione coi sindaci- in questi percorsi si sono verificati innumerevoli incidenti con richiesta di risarcimento e conseguente aggravio di spesa per l’ente (ci è scappato anche qualche morto). Si è quindi innescato un circolo vizioso: scarsissima manutenzione (e, quando fatta, non in modo accurato), pochi (e sbagliati) investimenti per il miglioramento della rete viaria, aumento degli incidenti e, di conseguenza, di esborso per le casse dell’ente che deve per forza pagare per risarcire le vittime della strada anziché per migliorare la rete viaria: una situazione a dir poco imbarazzante.
“Molti percorsi – ha affermato Ciclosi- sono chiusi per dissesto e per ripristinarli occorrono circa tre milioni e mezzo di euro di cui l’ente attualmente non dispone”, mentre per una adeguata manutenzione ordinaria ci sarebbe bisogno di un impegno finanziario di circa 4 milioni e mezzo di euro. In totale, per tornare alla normalità (quindi non per investire), sempre rimanendo nell’ambito della viabilità, vi è quindi bisogno di ben 8 milioni di euro (basti pensare -come ha specificato Ciclosi- che la previsione di spesa in bilancio per la manutenzione delle strade negli anni scorsi era di soli 650 mila euro).
Mi viene da piangere se penso ai milioni di euro che si stanno spendendo, cito solo un eloquente esempio, per la cosiddetta Variante di Caria: una strada inutile (o comunque tutt’altro che indispensabile), che ha un devastante impatto ambientale e che serve solo a raggiungere due minuti prima Vibo Valentia. Stiamo spendendo centinaia e centinaia di migliaia di euro per questa strada (e ancora se ne stanno spendendo per le successive varianti del progetto). Con questi soldi potevamo sistemare l’intera rete provinciale, aumentare la sicurezza e far calare drasticamente il numero degli incidenti, quindi tagliare nettamente le spese per i risarcimenti e sanare le casse dell’ente. Invece negli anni scorsi sono state fatte queste scelte a dir poco assurde. Mah.
Cosa si può fare ora, nell’immediatezza?
“Occorre – secondo il Commissario- reperire risorse finanziarie per le attività di ripristino, in aggiunta all’utilizzo corretto del personale” (considerate che la spesa per il personale della Provincia di Vibo Valentia supera del 30% la media nazionale).
La cosa che sorprende, analizzando le parole pronunciate nel prosieguo da Ciclosi è che “è necessario vincere la resistenza del sistema e forme di mentalità immobilistiche.” Infatti, “si sta operando sul personale un percorso di riqualificazione con l’avvio di corsi di formazione specifici, con progetti ed incentivi per intervenire sulla manutenzione ordinaria delle strade, sul controllo degli accessi e sulla cura della segnaletica”, ma -udite udite- “la risposta in tal senso non è stata però esaustiva”.
Non vorremmo proprio essere nei panni del commissario Ciclosi, ma ci sentiamo di sostenerlo in questa battaglia, perché lui non ha alcuna colpa di ciò che si è verificato. La colpa è principalmente del cattivo governo durante i 20 anni di autonomia provinciale. In un contesto normale chi ha prodotto questi danni sarebbe dovuto sparire dalla scena politica. Qui da noi queste persone ce le ritroviamo ancora davanti…si ricandidano (anzi, vengono ricandidate) e magari noi le rivotiamo pure!
MarioVallone
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