«Entro il 2013 ridurremo la dipendenza dalla Sorical del 50 per cento, attingendo alle sorgenti locali che stiamo individuando e censendo, proseguendo così sulla strada che conduce al conseguimento dell’ambizioso obiettivo finale: totale autonomia in materia di risorse idriche».
Il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo annuncia la prossima perforazione che consentirà, nei mesi a venire, lo sfruttamento di un nuovo pozzo destinato a ridurre ulteriormente l’approvvigionamento dalla società calabrese per le risorse idriche.
«Ho letto con piacere che il tema dello sfruttamento sostenibile delle fonti locali è stato affrontato recentemente anche in un incontro organizzato a Vibo Marina da un’associazione impegnata nel settore ambientale, a cui va riconosciuto il merito di aver rilanciato l’adozione di una soluzione efficace ma troppo spesso sottovalutata – afferma Callipo -. Nel corso dell’incontro, infatti, è stato ricordato che in Calabria esistono circa 30mila sorgenti dalle quali è possibile attingere per il proprio fabbisogno idrico. Una strategia che il Comune di Pizzo ha già avviato nei mesi scorsi, con l’obiettivo di conseguire due importanti risultati: ridurre sensibilmente l’importo delle bollette per i cittadini e rendere il territorio comunale indipendente e capace di monitorare all’origine la salubrità dell’acqua».
Nel corso del 2012, rispettando quanto promesso in campagna elettorale, l’Amministrazione napitina ha avviato la propria politica di riduzione della dipendenza dalla Sorical, attivando a pieno regime un pozzo dal quale attualmente si attingono circa 15 litri al secondo, a fronte degli 80 litri al secondo che corrispondono al fabbisogno complessivo. In questo contesto va inquadrata anche la riattivazione delle fontane pubbliche, come quella di Sant’Antonio, rimasta a lungo a secco e oggi nuovamente in funzione grazie all’intervento del Comune.
«Le fontane pubbliche sono una valida ed economica alternativa all’acquisto di acqua in bottiglia – spiega Callipo -, oltre a rappresentare un luogo di approvvigionamento sicuro in caso di emergenze, come quella che recentemente la provincia vibonese ha vissuto a causa della diffusione di falsi allarmi sulla potabilità dell’acqua proveniente dell’Alaco, che già non godeva di grande fiducia da parte dell’opinione pubblica calabrese. A questo proposito, è bene ricordare che attualmente Pizzo riceve da questo invaso appena 2 litri al secondo, una quantità estremamente residuale rispetto al fabbisogno totale di 80 litri al secondo. Ma presto anche questa marginale quantità sarà eliminata dall’acquedotto della città e, almeno per chi vive nel nostro territorio, l’Alaco sarà soltanto un brutto ricordo».