Spilinga intitola una via a Salvo D’Acquisto

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Alessandro D'Acquisto con Ciampi

Testimoniare il sacrificio del fratello Salvo, perchè anche le nuove generazioni conoscano la forza della generosità e dell’altruismo. Questo l’imperativo che guida, oggi, l’esistenza di Alessandro D’Acquisto, ospite domani a Spilinga, invitato dall’amministrazione comunale, per partecipare all’intitolazione di una via comunale dedicata appunto al fratello, vicebrigadiere dei Carabinieri che sacrificò la sua vita a soli 23 anni, per salvare 22 persone innocenti e fu trucidato dai soldati tedeschi delle SS il 23 settembre del 1943, insignito della Medaglia d’oro al valor militare e per il quale è in corso anche il processo di beatificazione.

Il gesto di Salvo D’Acquisto ha ispirato diverse opere tra cui un omonimo film del 1974 con Massimo Ranieri nelle vesti del protagonista e la miniserie televisiva Salvo D’Acquisto, di  RaiUno del  2003 con Giuseppe Fiorello.

La cerimonia inizierà alle 10.30 di domani (giovedi 7 marzo) con una breve sfilata da Piazza Municipio fino al viale in cui sarà posta la lapide in onore di D’Acquisto tra gli onori militari e civili, alla presenza delle autorità regionali, provinciali e locali dell’Arma dei Carabinieri del Prefetto di Vibo Valentia con protagonista d’eccezione proprio del fratello Alessandro, il minore della famiglia che porterà il su ricordo di vita vissuta accanto ad uno degli eroi del nostro tempo.

A coordinare il dibattito sarà l’assessore alla Cultura, Tommaso Fiamingo, promotore dell’incontro in sintonia con il sindaco Franco Barbalace, che aprirà poi altresì il dibattito successivo sulla figura dello stesso D’Acquisto, davanti alle scolaresche dell’Istituto Comprensivo di Ricadi-Spilinga e al quale parteciperanno le stesse autorità civili e militari.

Ospite eccezionale dell’incontro anche Vladimir Korotkov, Ministro Plenipotenziario e Console Generale della Russia. Seguirà l’intervento della docente Anna Melecrinis che traccerà un profilo sulla figura del Martire napoletano.

Salvo D'Acquisto

Salvo D’Acquisto nacque a Napoli il 7 ottobre 1920. Nel 1939 si arruolò nell’Arma dei Carabinieri, segnalandosi per le sue qualità. Pur vivendo in un’epoca alquanto difficile era caratterizzato da ottimismo e gioia di vivere. Aspirava a formarsi una famiglia. Di lui si conservano ancora le bellissime lettere scritte alla sua fidanzata. Le sue doti di bontà ed il senso cristiano della vita risplendono nell’atto eroico di Palidoro (Roma), allorché, Vice-Comandante della locale stazione dell’Arma, si offrì come vittima innocente per salvare la vita a 22 ostaggi che stavano per essere fucilati.
Dopo l’ 8 settembre del 1943, un reparto di SS si era installato in una caserma abbandonata della Guardia di Finanza sita nella Torre di Palidoro, presso la località di Torrimpietra. In tale caserma, la sera del 22 settembre, alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa, provocarono lo scoppio di una bomba a mano: uno dei militari rimase ucciso e altri due furono gravemente feriti. L’episodio, del tutto fortuito, fu attribuito dai tedeschi ad un attentato dei partigiani.
La mattina dopo, il comandante del reparto tedesco, recatosi nella Stazione di Torrimpietra per cercare il comandante della locale stazione dei Carabinieri, vi trovò il vice brigadiere D’Acquisto, al quale ordinò di individuare i responsabili dell’accaduto.

Il giovane sottufficiale tentò senza alcun risultato di convincerlo che si era trattato solo di un tragico incidente. L’ufficiale tedesco fu irremovibile e promise una rappresaglia esemplare.
Poco dopo, Torrimpietra fu circondata e 22 cittadini innocenti furono rastrellati, caricati su un camion e trasportati presso la Torre di Palidoro.

 Il vice brigadiere Salvo D’Acquisto, resosi conto che stava per accadere l’irreparabile, affrontò una seconda volta il comandante delle SS, nel tentativo di ricondurlo ad una valutazione oggettiva dell’accaduto. La risposta fu: “Trovate i colpevoli”! Alle rimostranze del giovane sottufficiale, l’ufficiale nazista reagì in modo spietato. Gli ostaggi furono costretti a scavarsi una fossa comune, alcuni con le pale, altri a mani nude.

 Visto questo gesto Salvo D’Acquisto si autoaccusò come responsabile dell’attentato e chiese che gli ostaggi fossero liberati.

Subito dopo la liberazione degli ostaggi, il vice brigadiere venne freddato da una scarica del plotone d’esecuzione nazista. Aveva ventitre anni.

  Alla Memoria del vice brigadiere Salvo D’Acquisto il Luogotenente Generale del Regno, con Decreto Motu Proprio del 25 febbraio 1945, conferì la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: “Esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del supplizio, dove, per barbara rappresaglia, erano stati condotti dalle orde naziste 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, non esitava a dichiararsi unico responsabile d’un presunto attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così da solo, impavido, la morte imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”.

Il 4 novembre 1983, nella sede dell’Ordinariato Militare, è stato insediato il Tribunale ecclesiastico per la causa di beatificazione del vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto.

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