L’appuntamento è per mercoledì, a Lamezia, nella sede regionale del Pd, dove alle 11 i sostenitori calabresi di Matteo Renzi si incontreranno per fare il punto della situazione e tirare le somme della recente tornata elettorale per il rinnovo di Camera e Senato.
«Ci incontreremo per serrare le fila e adottare le iniziative che scandiranno le prossime settimane – spiega Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo e coordinatore dei comitati vibonesi pro Renzi -. La strada, comunque, è già tracciata dall’esito del voto che ha rappresentato la certificazione del fallimento dei vertici del partito. Insomma, non c’è alternativa al rinnovamento o, più brutalmente, alla rottamazione di un’intera classe dirigente che ha dimostrato ancora una volta di non essere in sintonia con il Paese».
Un partito arroccato nelle segreterie, incapace di dialogare con i cittadini, autoreferenziale e concentrato quasi esclusivamente sulla salvaguardia delle posizioni di potere al suo interno. Così Callipo descrive il Pd che non ha vinto le elezioni: «Non ci possono essere letture edulcorate di quanto è successo, perché ancora un volta la “gioiosa macchina da guerra” ha fatto clamorosamente cilecca. Chi è responsabile in Calabria di questa debacle deve prenderne atto e farsi da parte, a cominciare dal commissario D’Attorre, perché il Pd deve tornare a parlare con la voce dei militanti e dei cittadini che condividono i valori di una sinistra moderna e progressista, deve uscire dai bugigattoli con le bandiere appese ai muri e stare tra la gente, tra i disoccupati, i precari, le famiglie in difficoltà, gli imprenditori strozzati dalle banche e dalla crisi».
Il tasto dell’ascolto e della mobilitazione è quello che Callipo pigia di più, ribadendo che il maggiore errore commesso è stato quello di lasciare che il dissenso e la voglia di rinnovamento venissero intercettati esclusivamente dal Movimento 5 stelle.
«Grillo non va ignorato né screditato, ma, come afferma Renzi, va sfidato sui suoi stessi temi – continua Callipo – Cercare di derubricare questo fenomeno politico a semplice voto di protesta significa avere poco rispetto per milioni di elettori, molti provenienti dal centrosinistra, che hanno fatto consapevolmente una scelta di rottura con il passato. Facciamo tesoro di questo messaggio, rinnoviamo il partito e rilanciamo la nostra azione con proposte concrete che diano un segnale di autentico cambiamento. Ne discuteremo, ma ripeto, la strada è stata già tracciata dal voto degli italiani, non resta che seguirla per recuperare credibilità e autorevolezza politica».