IL DISCORSO DEL PROF ANTONIO MAMONE PER IL COMPLEANNO CENTENARIO DI MICUCCIA PUNGITORE.
Carissima Micuccia e cari familiari,
reverendi don Sergio Meligrana, don Antonio Gennaro, diacono Gerardo Ruffa, signori rappresentanti dell’amministrazione comunale, graditi ospiti, un saluto ed un grazie a tutti per la vostra presenza.
Quando Domenico mi ha dato incarico di scrivere queste righe, in occasione del centesimo compleanno della zia Micuccia, sinceramente ho riflettuto un poco prima di dire si e dare conferma alla sua richiesta, ma poi pensando all’antica amicizia di famiglia ed al particolare sentimento che a lui mi lega, mi sono deciso di dare corso a quanto mi chiedeva. Questa sera per me è un onore portare i più affettuosi auguri di questa comunità a Micuccia Pungitore e vorrei ancora aggiungere che è anche una grande fortuna dare inizio a questo evento di festa; un evento che in verità non s i verifica così spesso. Vale a dire festeggiare un centenario, o meglio il compleanno dei cento anni di vita della zia Micuccia.
Micuccia è una nostra cittadina, nata qui a Drapia il 16 febbraio dell’ormai lontano 1913, nata in questa nostra splendida terra, molto spesso poco apprezzata, amata e tutelata. Una terra che ha dato, tanti suoi figli all’emigrazione italiana nel mondo, dalla Germania alla Francia, dalla Svizzera all’America Latina. Per Micuccia e forse per sua fortuna, non è stato così: non ha mai abbandonato nessuno. Non è mai piacevole rinunciare, lasciare, separarsi dalla propria terra, dagli amici e dagli affetti.
I grandi momenti storici non hanno certo risparmiato Micuccia, era infatti ancora una bambina quando nell’estate del 1914 scoppiò la prima grande guerra mondiale conclusasi poi definitivamente l’11 novembre 1918.
Data l’età sicuramente non si rendeva conto degli eventi drammatici, ma sicuramente percepiva, da bambina intelligente, il clima e l’ambiente estremamente difficile in cui si viveva. Ha sperimentato e vissuto anche gli anni della seconda guerra mondiale, conoscendone brutture e sofferenze. Anni in cui erano richieste fatiche e sacrifici per poter vivere e crescere dignitosamente con la famiglia. È stata presente al passaggio epocale, dalla monarchia alla repubblica. Ha attraversato dunque vicende alcune tristi ed altre felici, di un secolo di storia del nostro passato. Questo significa, tra le altre cose, compiere oggi cento anni di vita. Un secolo di vita vissuta, cento anni di esperienza.
Nonostante tutto la vita di Micuccia scorreva semplice, spesso con difficoltà fortunatamente superate.
Micuccia ha lavorato fin dalla giovinezza nelle campagne accudendo poi, a casa, la famiglia di origine. Il suo stile di vita semplice e sobrio, mai eccessivo, le ha permesso di mantenersi in forma seppur con qualche acciacco dell’età, tanto è vero che a tutt’oggi ella appare lucida di mente, sicura ed autonoma nel fare.
Seppur mai sposata e senza figli, è stata comunque circondata dai parenti ed oggi da noi tutti, amici e vicini di casa.
Posso sicuramente affermare che in questa ricorrenza e con la nostra presenza, stiamo dimostrando a lei l’affetto più sincero.
Ribadisco il mio grande privilegio nel dire queste parole a voi che ascoltale ed a Micuccia, una persona che in pratica ha raggiunto la veneranda età di cento anni ed è ancora esempio di bontà, coraggio ed ottimismo. Micuccia oggi trasmette ai giovani un prezioso patrimonio di tradizioni, valori culturali e religiosi che dovrebbero essere, da sempre, alla base della nostra comunità. La sua animata e profonda fede religiosa l’ha portata a frequentare assiduamente la chiesa e la nostra parrocchia, senza mai risparmiarsi.
E per finire un’ultima considerazione: la riflessione sul dono che il Signore ha fatto in primo luogo a lei, ma di riflesso a noi tutti. Micuccia è di fatto un esempio di vita, la sua lunga giovinezza è per la nostra comunità motivo di compiacimento, attestato dalla nostra presenza e dall’affetto dei suoi familiari.
Sicuramente la zia Micuccia è pienamente consapevole che la longevità è un dono di Dio, del quale, tutt’al più, ci si può mostrare degni, come lei ha sempre fatto, amando e rispettando la vita anche in momenti difficili.
A Micuccia l ’augurio più sincero di continuare a scaldare ancora a lungo, il cuore di chi le vuole bene. Un felice compleanno cara Micuccia da parte mia e di tutti noi presenti.
E per ultima cosa, mi è stato raccomandato di porgere ancora altri due ringraziamenti: uno particolare al reverendo don Francesco Massara, il quale si è prodigato affinché giungessero gli auguri e la benedizione del Santo Padre, il Papa Benedetto decimo sesto, ed ha omaggiato Micuccia di una particolare coroncina, ed un altro ringraziamento speciale all’artista: la pittrice signora Maria Rombolà, la quale su commissione del nipote Domenico, ha impreziosito questo evento con l’opera artistica Albero Genealogico: un classico albero d’ulivo, fortemente radicato nella terra, simbolo di appartenenza e forza vitale, con i nomi dei discendenti Pungitore. Ancora tanti, tanti auguri.
Antonio Mamone
(Drapia 16 febbraio 2013)
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