La terapia trombolitica per via venosa, praticata dall’unità operativa di Neurologia dell’Azienda Sanitaria Provinciale nei pazienti ricoverati presso la STROKE UNIT dell’Ospedale “G. Jazzolino”, spesso per ictus ischemico in fase acuta, continua a confermarsi un trattamento di estrema efficacia.
La conferma giunge dai più recenti dati della ricerca Italiana ed Internazionale. Ogni anno infatti, nel mese di Febbraio si celebra al palazzo dei Congressi di Firenze il consueto “Congresso Nazionale dedicato all’Ictus Cerebrale”. In questa occasione vengono illustrati i risultati sull’andamento delle attività nei registri dedicati alla terapia trombolitica.
Occorre ricordare che l’ictus è la seconda causa di morte e la prima causa di invalidità nei paesi industrializzati. Il dramma di chi ha sperimentato in prima persona o in un familiare un simile evento, rende pressante la necessità di far sapere che all’ospedale di Vibo Valentia si può guarire anche da una patologia così grave come l’ictus.
Anche quest’anno dopo l’ottima performance dello scorso anno la U.O. di Neurologia di Vibo Valentia, diretta dal Dr. Domenico Consoli, si conferma nella particolare classifica dei TOP TEN, delle prime dieci Neurologie Italiane segnatamente, appunto ai risultati della terapia trombolitica.
Nell’anno 2012 Vibo Valentia si colloca al VI posto assoluto della speciale graduatoria.
Dai dati riportati nella tabella allegata, si evince che delle due Unità Operative attive in Calabria (Vibo e Cosenza) l’U.O. di Neurologia di Vibo Valentia ha determinato con 71 trattamenti rispetto ai 98 complessivi, una percentuale del 28,4% dei pazienti trattabili rispetto al 27,2% della Regione Lombardia.
“Ciò rappresenta non solo motivo di orgoglio per Vibo e per l’ASP – ha dichiarato il Commissario Straordinario Maria Pompea Bernardi – ma pone l’accento sulla necessità di orientare ulteriormente gli sforzi del management per incrementare l’attrattività sanitaria verso questo importante e ottimo servizio ed evitare l’emigrazione di nostri concittadini calabresi”.