Nella tragica e lunga lista dei morti per (presunti o accertati) casi di malasanità risulta anche il nome di Lauretta Pugliese, giovane donna di Caria, frazione del comune di Drapia, venuta a mancare il 12 ottobre 2011 all’età di soli 44 anni, lasciando il marito e due giovani figli, Domenico di 22 anni e Annalisa di 20, entrambi studenti universitari.
Prima di informare circa i recenti sviluppi giudiziari, ripercorriamo tutte le fasi della vicenda.
Lauretta Pugliese è morta subito dopo un intervento chirurgico di artroplastica con artroprotesi alla gamba destra, presso la clinica “Caminiti” di Villa San Giovanni. La giovane mamma dopo poco tempo dal rientro in stanza ha cessato di vivere sotto lo sguardo attonito della figlia Annalisa, la quale, dimostrando estremo coraggio e prontezza, ha immediatamente denunciato l’accaduto. Da allora è in atto un’indagine volta ad accertare la verità su quanto accaduto.
Il 14 ottobre 2011 il Pubblico Ministero dott. Rosario Ferracane, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, ha conferito al dott. Mario Materazzo e al prof Luigi Giuseppe Angiò, l’incarico di consulenza tecnica medico-legale riguardo al decesso di Lauretta Pugliese. Sempre nella suddetta data, è stato effettuato l’esame autoptico sul corpo della donna, alla presenza degli avvocati difensori delle parti offese, Salvatore Campisi e Giuseppe Rombolà. Dal momento che i dati macroscopici ottenuti durante l’esame autoptico sulla salma della donna 44enne si sono rivelati insufficienti, si è proseguito con esami istologici e tossicologici, esami, questi ultimi, che si sono svolti presso il laboratorio di Tossicologia forense dell’università di Catania, sotto la guida del prof Guido Romano, incaricato dal pubblico ministero per una consulenza tecnica tossicologica. Durante lo svolgimento di questi ulteriori esami sono stati presenti anche i periti e gli avvocati delle parti offese.
Lauretta era in condizioni generali definite buone. E’ stata ricoverata in data 11.10.2011, in quanto affetta da grave artrosi primitiva dell’anca, ovvero un valido quadro di coxartrosi caratterizzato da sclerosi della cavità acetabolare con osteofiti marginali; ridotta ampiezza della rima articolare, ovvero coxoartrosi dx.
Dalla consulenza tecnica medico legale depositata a circa un anno dall’accaduto si può ritenere che i complessivi operati del chirurgo ortopedico e aiuto ortopedico sono da considerare rispettosi delle “leges artis” e rispondenti alle norme cautelari della prudenza e della diligenza; questi due professionisti sono pertanto da considerarsi idonei e incensurabili. Dalla consulenza depositata, tuttavia, è emerso che la morte della signora Lauretta sarebbe stata causata dall’anestesista, il quale avrebbe commesso degli errori nella somministrazione del dosaggio nonché dell’associazione degli stessi. Emergerebbe, dunque, in capo al medico anestesista dott. Stefano Barillà, una evidente responsabilità.
Negli ultimi giorni sono giunte altre notizie ufficiali circa lo sviluppo delle indagini effettuate dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Ferracane, il quale ha concluso le indagini ed ha formulato al GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria la richiesta di rinvio a giudizio del dott. Stefano Barillà, medico anestesista componente l’equipe incaricata di eseguire presso la Casa di Cura Caminiti un intervento chirurgico all’anca sulla paziente Lauretta Pugliese, per le condotte, secondo l’accusa, di negligenza, imprudenza ed imperizia.
In particolare, secondo quanto trapelato, Barillà sarebbe accusato di: aver erroneamente somministrato alla paziente, un volume/dosaggio di anestetici locali superiori a quelli richiesti dalla sede della procedura chirurgica da attuare e tale da provocare un inutile e pregiudizievole, blocco spinale; aver imprudentemente associato gli anestetici locali in un’unica somministrazione; aver, inoltre, imprudentemente prescritto la somministrazione alla suddetta paziente di farmaci inadatti, dall’uscita della sala operatoria, così provocando la cessazione irreversibile della funzione cardiaca e di quella respiratoria, con il conseguente decesso della paziente Lauretta Pugliese.
L’udienza preliminare nella quale verrà discussa la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal PM si svolgerà il 16 aprile 2013 presso il Tribunale di Reggio Calabria.
I famigliari della donna hanno ribadito la loro necessità di conoscere la verità e la loro voglia di ottenere giustizia. A tal fine hanno dato incarico agli avvocati Giuseppe Rombolà e Salvatore Campisi, che fin dai primi sviluppi della vicenda hanno assistito gli stessi, di approntare la richiesta di costituzione di parte civile.
Mario Vallone