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Emergenza rifiuti, 30 sindaci vibonesi pronti a dimettersi per protesta

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«La presenza della Calabria alla Borsa internazionale del turismo di Milano rischia di diventare un boomerang per una regione che affonda in un mare di rifiuti».
È quanto ha dichiarato ieri il primo cittadino di PizzoGianluca Callipo, nel corso dell’incontro tenutosi nella sede dell’Amministrazione comunale di Ionadi, dove circa 30 tra sindaci e assessori di altrettanti Comuni vibonesi si sono riuniti per adottare iniziative di protesta contro l’emergenza rifiuti che attanaglia il territorio provinciale.
«A che serve partecipare alla Bit se non si riesce a raccogliere l’immondizia che invade le strade? – ha affermato Callipo – In questa situazione c’è quasi da augurarsi che i turisti non vengano in Calabria, altrimenti il danno di immagine potrebbe essere irreparabile, pregiudicando a lungo questo cruciale settore economico. La politica regionale ha enormi responsabilità in ciò che sta accadendo ed è paradossale pensare che appena due anni fa il presidente Scopelliti si diceva pronto ad accogliere la spazzatura della Campania, probabilmente con l’unico obiettivo di contribuire ad alleggerire la pressione dell’opinione pubblica sul governo Berlusconi incapace di risolvere il problema partenopeo che aveva ormai echi internazionali».
Callipo, dunque, ha sottolineato come spesso, in tema di rifiuti, si faccia riferimento soltanto alle responsabilità della gestione commissariale, dimenticando «che solo la politica può programmare e attuare soluzioni durature e risolutive».
«Ebbene, dove sono gli interventi della Regione? Cosa è stato fatto in tutti questi anni di emergenza infinita? Quali obiettivi sono stati posti e conseguiti? – ha continuato il primo cittadino della città napitina – Nulla. Non si vede all’orizzonte nessuna via d’uscita a causa della totale incapacità a livello regionale di gestire il problema. Intanto i Comuni sono in trincea, costretti a fronteggiare la comprensibile rabbia dei cittadini e degli operatori economici, senza strumenti per intervenire autonomamente. Ecco perché è arrivato il momento di una mobilitazione straordinaria di tutti i sindaci che metta la politica e le istituzioni competenti dinnanzi alle proprie responsabilità e non consenta più di procrastinare la ricerca di soluzioni concrete». Al termine della riunione, i rappresentanti dei 30 Comuni presenti hanno sottoscritto un documento che prevede l’adozione entro il prossimo 20 febbraio di clamorose iniziative, che scandiranno nelle prossime due settimane il ruolino di marcia della protesta: chiusura delle scuole e degli esercizi commerciali per motivi di incolumità pubblica e sicurezza urbana; dimissioni in massa di tutti i sindaci coinvolti; consegna delle schede elettorali degli amministratori comunali e dei cittadini che vorranno aderire. Tra le azioni decise ieri, anche la richiesta al Governo dello stato di emergenza nazionale e l’adozione di poteri sostitutivi.

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