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Un trattamento palesemente discriminatorio

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Cosmo Vallone
Qualche giorno fa  il sindaco di Drapia ha convocato la commissione elettorale per la nomina degli scrutatori per i seggi delle prossime elezioni.
Io non sono stato reso partecipe, nonostante da decenni  fosse prassi a Drapia, come in tutti gli altri piccoli comuni d’Italia in cui non si esercitano i sorteggi,  diffondere l’invito anche ai  consiglieri che non fanno parte della suddetta commissione.

Non che mi interessi tanto delle nomine, cosa che magari interesserà a qualcun altro (i nominati sono sempre i soliti da decenni, persino i presidenti  nominati dalla Corte d’appello), ma sono ancora un consigliere e  mi si nega il diritto di rappresentanza conferitomi dalla cittadinanza con il più alto consenso!

Forse devo scontare qualche condanna  per essere stato più volte palesemente in disaccordo con la maggioranza? Sarei forse un rompipalle?  

Bella concezione della politica e del confronto democratico!

L’epurazione sovietica di cui sono soggetto è un affronto fatto, oltre che al buonsenso, agli  elettori che mi hanno sostenuto e mi sostengono.

Non ho alcuna intenzione di rinunciare alla mia dignità e al diritto di pensare e dire quello che mi pare in cambio di un miserrimo allineamento coatto su tutte le questioni della vita amministrativa.

 Secondo questa amministrazione è degno di nota solo chi si conforma alla volontà collettiva, ma così la libertà diventa un dovere e come tale soggetta a modifiche o diminuzioni, qualora non si dovesse conformare. Questa maggioranza, insomma,  è, in una parola, totalitaria, forse  senza nemmeno saperlo, e lontana anni luce da una pallida visione della democrazia che dovrebbe essere, anzitutto, confronto, rispetto, riconoscimento.

Chiedo al sindaco spiegazioni di questo trattamento palesemente discriminatorio, in particolare riguardo alla disciplina dell’accesso agli atti che non è uguale per tutti.

Dovrei, comunque, essere paradossalmente contento del fatto di  non essere più convocato alle riunioni (quelle 2 o 3 di ratifica di decisioni già prese altrove,  che ormai da un anno a questa parte si fanno); ne avevo  abbastanza di vedere e sentire  gente che si ritirava perché offesa, ammiccamenti, pianti, minacce, autoflagellazioni…durante i miei tre anni e mezzo di esperienza al Comune di Drapia, ho avuto più volte la sensazione di essere tornato alle scuole elementari…

Cosmo Vallone, consigliere del Comune di Drapia

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