Ieri sera, pur non essendo stato invitato, mi sono comunque recato a Drapia per assistere alla cerimonia di inaugurazione della nuova sala consiliare. Per ovvie ragioni non sono in grado di riportare gli interventi dei presenti (al sottoscritto, giornalista iscritto all’ordine, membro della redazione di due testate locali e coordinatore di questo blog, non è stato riservato un posto in sala per cui non sono stato messo in condizione di documentare quanto avvenuto). Essendo rimasto nel corridoio sono riuscito solo a chiedere la cortesia a qualcuno di scattare qualche foto passandogli la mia macchina fotografica e sono riuscito solo ad ascoltare le parole del sindaco Porcelli (l’audio degli altri microfoni era molto lieve e impossibile da seguire).
Il nostro primo cittadino durante il suo lungo intervento ha, tra le altre cose, ripetuto la solita giaculatoria del “ficimu chistu e stavutru”. Nessun cenno ha fatto al nostro blog (ieri, tanto per farvi un esempio, abbiamo registrato 1199 visite!). Nessun cenno, quindi, alla discussione che nei giorni scorsi si era innescata all’interno di questo spazio web per scegliere il nome della sala consiliare. So che, sempre durante l’inaugurazione di ieri, ci ha citato (e lo ringrazio) l’ex sindaco di Drapia Aurelio Rombolà, colui il quale, con la sua amministrazione, aveva avviato l’iter per la nuova sala, poi completata (dopo tre anni e mezzo) dagli attuali amministratori.
Alessandro Porcelli, nel suo discorso, ha anche detto, pensate un po’, che il sindaco deve saper ascoltare. Belle parole, che però non applica nella realtà, nel suo comportamento quotidiano. Lui sa ascoltare solo pochi (e possiamo immaginare chi e per quali motivi). Poco gli importa se sul web “si incontrano”, comunicano, si confrontano e fanno proposte tantissimi drapiesi.
MarioVallone
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