RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO. Circa sei mesi fa, redigemmo una nota, indirizzata alla Prefettura di Vibo Valentia, alla Regione Calabria, alla Provincia di Vibo Valentia e al Comune di Drapia, con la quale denunciavamo alle Autorità predette il disappunto – che già allora definimmo eufemismo – della comunità drapiese, pervasa dalla sensazione di essere stata abbandonata al suo destino da una classe politica inetta e poco attenta financo alle esigenze di tutela della pubblica incolumità. Lo sfogo traeva origine dall’eccessivo ritardo che si stava accumulando nella predisposizione delle misure necessarie a neutralizzare il pericolo promanante da importanti movimenti franosi in atto lungo i versanti della S.P. 18, in prossimità del ponte sul torrente Burmaria, La nota si concludeva con l’invito rivolto alle Autorità destinatarie a fare quanto di rispettiva competenza in vista del ripristino di accettabili standards di sicurezza nella fruizione della strada, unica via d’accesso all’abitato di Drapia, capoluogo dell’omonimo comune e luogo ove ha sede la residenza municipale. Non potendo ripercorrere nel dettaglio tutte le tappe della tormentata vicenda (ci riserviamo, tuttavia, di farlo nelle sedi e nei tempi opportuni), ci limitiamo a dire che, a distanza di oltre due anni da quando il problema è sorto, non se ne scorge ancora una vicina soluzione. Questo ci induce ad una constatazione e ad una riflessione: la prima si risolve nella presa d’atto che i nostri politici, ai vari livelli di governo locale, se ne strafottono (ci scusiamo per l’espressione da trivio, ma è quella che meglio rende l’idea) dei più elementari diritti dei cittadini, i quali non sono reputati meritevoli nemmeno di uno straccio di (plausibile) spiegazione circa le cause del ritardo nell’adozione di misure che dovrebbero essere emergenziali, nonostante a farne richiesta sia stato un comitato civico costituito ad hoc; la seconda è che non può non assumere i connotati di un paese da operetta quello in cui un’ordinanza sindacale (emanata in data 05/01/2011, pubblicata – con modalità e tempi che definire discutibili è un vero atto di generosità – in data 06/11/2012) che dispone la chiusura temporanea (!) al traffico veicolare e pedonale della strada in questione fino al ripristino delle normali condizioni di sicurezza, venga tenuta nascosta ai cittadini e sistematicamente violata, per anni, dalla stessa Autorità emanante e da quelle preposte a garantirne l’osservanza.
Una considerazione finale: nel momento in cui verghiamo queste righe, una pioggia battente – quella del terzo inverno da quando è sorto il problema – sferza questo lembo di terra, così poco rispettata da chi dovrebbe rappresentarla, andando ad aggravare una situazione che si fa sempre più preoccupante.
DRAPIA, 16 gennaio 2013
Rodolfo Mamone
Presidente associazione DRAPIA IN EUROPA
Credo che il minimo che si possa fare sia di garantire ai cittadini un’informazione chiara e corretta in ordine ai motivi dell’eccessivo ritardo negli interventi. Io personalmente ho il forte sospetto che il contributo di 700.000 euro di cui si parla da oltre due anni sia destinato a rimanere un mero dato contabile buono solo a fini propagandistici. Tuttavia, spero davvero che il mio convincimento possa essere presto smentito dai fatti.
Saluti.
Guido Di Bella