Di seguito la nota dei Giovani Scopelliti Presidente sulla situazione delle strade provinciali del comprensorio dell’Alto Mesima in particolare nei Comuni di Gerocarne, Soriano e Arena:
La situazione di totale abbandono e degrado in cui versano ormai da tempo le arterie di collegamento di competenza della Provincia di Vibo Valentia, regala del nostro territorio un’immagine tutt’altro che decorosa. Uscendo dall’autostrada allo svincolo delle Serre, o provenienti, come nella maggior parte dei casi, da Vibo Valentia o dai comuni limitrofi, già all’altezza del tratto compreso nel comune di Soriano, la S.P. risulta quasi impossibile da percorrere a causa delle innumerevoli buche, sparse sul manto stradale. In alcuni punti addirittura, la corsia risulta anche “poco visibile”, e non perché la strada improvvisamente imbocchi una deviazione, ma molto più semplicemente perché rovi, sterpaglie ed addirittura canneti invadono ormai in maniera più che prepotente la strada provinciale. Non sono servite a molto le innumerevoli segnalazioni dei cittadini all’Ente di competenza, che, probabilmente, pensando di essere già “riordinato” o “commissariato” ha pensato bene di ignorare le richieste di quanti pensavano che la situazione fosse già insostenibile parecchi mesi fa. “Invasa da arbusti vari e priva di cunette di raccolta dell’acqua” -afferma il coordinatore provinciale dei Giovani del Movimento Scopelliti Presidente- ”la strada provinciale in caso di pioggia si trasforma in fiume d’acqua che attraversa la carreggiata e rappresenta ormai un vero e proprio pericolo anche per la condizione quasi pericolante di ponti e cavalcavia. La fitta vegetazione a bordo strada inoltre” -continua Luca Palmieri- “impedisce l’individuazione dei rifiuti che, gettati irresponsabilmente e nascosti dalle sterpaglie, invadono la zona, creando l’ambiente ideale alla proliferazione di ratti ed altri animali, e rischiando quindi, in tal modo, di causare seri problemi d’igiene alla popolazione. Gli arbusti, ormai quasi alberi ancora, coprono la visuale dei guidatori, creando situazioni di reale pericolosità, specie in prossimità di curve e dossi.” A scrivere un’altra cartolina da “terra dimenticata”, fortunatamente solo dagli uomini, anche gli impianti d’illuminazione, totalmente inesistenti per lunghi tratti, specie in prossimità degli svincoli principali e dei centri abitati. Quello che più stupisce però è, ancora una volta, la totale apatia degli amministratori locali; nessuna seria iniziativa in difesa del territorio, mai un intervento pubblico né una presa di posizione che permettesse alla zona dell’Alto Mesima di raddrizzare le spalle davanti al totale abbandono a cui, invece, è stato consegnata proprio da chi avrebbe dovuto tutelarla. Neanche il pensiero che le S.P. vengono giornalmente percorse dagli autobus che portano i ragazzi a scuola ha scosso dal torpore le Amministrazioni locali che, anziché intervenire, continuano a fare spallucce, promuovendo territori che saranno, a breve, veramente difficili da raggiungere. Una situazione di forte disagio insomma, a cui ormai solo l’azione ferma e decisa dell’attuale Commissario Prefettizio, S.E. Mario Ciclosi, potrà mettere fine. La politica locale, nel tempo, ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione, negando al territorio, attraverso scelte sbagliate e decisioni inopportune, ogni possibilità di crescita economica oltre che culturale. Anni di gestione dell’Ente Provincia da parte di un centro sinistra distratto ed incurante, hanno inoltre determinato l’attuale situazione sfiducia e disinteresse dei cittadini nei confronti della politica. “Si è scelto di cementificare” -conclude Palmieri- “zone considerate certamente molto più “nevralgiche” della nostra, si sono iniziate a costruire “autostrade” di collegamento alla costa, dimenticando però che, purtroppo, i cittadini percorrono anche vie di comunicazione diverse da quelle indicate come opere architettoniche di pregio e valore e che, forse, sarebbe più opportuno, in tempi così delicati, cercare di migliorare la qualità della vita degli abitanti dei territori dell’Alto Mesima, magari anche solo permettendogli di spostarsi per andare a lavorare senza doversi dotare di carri armati in grado di valicare monti ed attraversare fiumare”