Si è insediato, nei giorni scorsi, il nuovo Comitato di gestione dell’Ambito territoriale di Caccia VV 2, nominato dalla Provincia su designazione di varie associazioni. Il Comitato si compone di 21 membri in rappresentanza delle associazioni ambientaliste, delle organizzazioni agricole e degli allevatori di selvaggina, delle associazioni venatorie e dei rappresentanti designati dai Comuni e dalla Provincia ed ha tra le sue competenze la gestione faunistica e l’organizzazione dell’attività venatoria anche attraverso la programmazione di interventi di miglioramento dell’habitat e di tutela della selvaggina. Ad unanimità è stato riconfermato alla carica di Presidente Franco Saragò, presidente uscente che ha già guidato l’ambito per un triennio. Confermati anche il segretario Francesco Romano e uno dei due Vice presidente Vito Ceravolo mentre è stato eletto ex novo alla carica di Vice Presidente Raffaele Galloro, espressione del mondo agricolo.
L’ambito ha competenza su un vasto territorio compreso tra la fascia costiera e i comuni di Fabrizia e Nardodipace. La conferma nell’incarico del Presidente e della dirigenza uscente è frutto dell’apprezzamento per l’attività svolta negli anni scorsi che, per come dichiarato unanimemente dall’intero Comitato, ha prodotto notevoli risultati nonostante le difficoltà economiche incontrate soprattutto nei primi anni di gestione. Grazie ad una attenta politica incentrata alla razionalizzazione delle spese è stato possibile consolidare la disponibilità finanziaria dell’ambito nonostante anno dopo anno siano aumentati i servizi resi all’utenza e gli investimenti sul territorio. In quest’ottica il Comitato, riconfermando le scelte della precedente gestione, ha rinunciato ai gettoni di presenza impegnandosi a sopperire gratuitamente e in forma volontaria a tutte le attività relative alla gestione amministrativa dell’ambito al fine di poter investire le somme risparmiate in servizi e progetti di ottimizzazione del territorio di competenza.
Tra i programmi futuri indicati dal Presidente: la realizzazione di progetti finalizzati ad incrementare e tutelare la fauna selvatica attraverso l’istituzione di zone temporaneamente inibite all’esercizio venatorio; la programmazione di incentivi alle aziende agricole al fine di predisporre coltivazioni per l’alimentazione naturale della fauna e per la creazione di aree idonee alla nidificazione e per migliorare l’habitat naturale; azioni mirate ad un adeguato controllo del territorio al fine di verificare il corretto prelievo venatorio; la tutela delle colture agricole attraverso la predisposizione di appositi dissuasori per la fauna e la riorganizzazione della gestione di competenza attraverso la rimodulazione dei regolamenti esistenti e la realizzazione di corsi di formazione dedicati ai cacciatori e in particolare a quanti esercitano la caccia al cinghiale.