“Il PDL dica cosa è successo a Parghelia senza fare propaganda inutile”

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Michelangelo Mirabello

RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO. Le vicende del Comune di Parghelia, che hanno impegnato le cronache negli ultimi giorni, mi spingono a fare qualche riflessione, al di fuori della retorica e di tatticismi che portano all’assunzione di posizioni di facciata che non rendono alcuna utilità nè al territorio, nè ai cittadini, nè alle istituzioni.

Non posso in effetti fare a meno di segnalare, dopo avere apprezzato la serietà delle posizioni assunte dal Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Parghelia, come la vicenda delle dimissioni del Sindaco Maria Luisa Brosio e dell’intera maggioranza consiliare, rimangano coperte da una serie di inquietanti interrogativi, che le dichiarazioni rese alla stampa, dal Sindaco e dal Vicesindaco, nonchè la medesima lettera che ha accompagnato la chiusura di questa esperienza amministrativa, non solo non contribuiscono in alcun modo a chiarire, ma anzi, se possibile, aggiungono ulteriore confusione e smarrimento nella comunità di Parghelia.

In effetti, dopo che le cronache giudiziarie avevano gettato un’ombra pesante sulla conduzione della campagna elettorale che ha portato all’elezione del Sindaco Brosio, e sulla medesima gestione dell’Ente dopo la vittoria, ci saremmo aspettati gesti forti che andassero nella direzione di una chiarezza troppo spesso invocata in questi anni dal Partito Democratico di Parghelia, e mai intervenuta nei fatti.

Ci saremmo aspettati una reazione di natura ben diversa rispetto alla fuga dalle responsabilità ed alla vuota propaganda cui abbiamo assistito in queste ultime convulse giornate.

Ci saremmo aspettati un segnale di responsabilità, di coraggio e di amore verso una cittadina che sta attraversando una fase storico-amministrativa durissima e difficilissima.

Ci saremmo aspettati atti, fatti, comportamenti di natura nettamente diversa.

Altrettanto sconcertati lasciano, del resto, le dichiarazioni dei vertici provinciali del PDL, che anzichè andare nella direzione della denuncia, della richiesta di chiarezza, del sostegno agli organi dello Stato, sono state indirizzate ad una prematura, irrazionale e persino paradossale celebrazione del valore della fuga di un’intera amministrazione comunale e di un Sindaco improvvisamente elevato al rango di eroe.

Non credo sia superfluo sottolineare che, di contro, rispetto a questo atteggiamento superficiale, il Partito Democratico fin dalla campagna elettorale che lo ha visto sconfitto, ha voluto mantenere alta la guardia gestendo l’intera vicenda politica di Parghelia con grande prudenza e serietà.

Ricordo agli osservatori meno attenti che, durante quella campagna elettorale, il PD, che candidò a Sindaco Pino Vita, e che ebbe il coraggio di presentare una lista con il proprio simbolo, di gestire con la massima attenzione finanche la raccolta delle firme per la presentazione della medesima, chiuse la propria campagna elettorale alla presenza del Segretario Regionale Carlo Guccione, che pubblicamente affermò senza giri di parole che il PD a Parghelia rifiutava (e rifiuta) i voti della mafia.

Pur non volendo entrare in vicende ancora poco chiare di cui si occuperanno senz’altro la Magistratura e la Prefettura, in una parola lo Stato, non possiamo oggi non sottolineare che la stessa serietà, lo stesso rigore morale, oggi non è stato dimostrato dal PDL, che sta gestendo questa vicenda con grande superficialità.

La Calabria è ancora oggi una Regione che fa grande fatica ad affrancarsi dal malaffare e dalla criminalità.

Tanti Sindaci di piccole e grandi città della Calabria hanno dato esemplare prova di sè combattendo insieme alle proprie comunità battaglie civili di grande valore, contro la mafia, la ndrangheta, il malaffare, rischiando sulla propria pelle e garantendo la solidità del primo grande presidio di democrazia e legalità che è il comune.

Giusto per citare un esempio a noi vicino, e per mettere in risalto l’incomprensibile atteggiamento del PDL nelle persone di Grillo e Salerno, ricordiamo che per scongiurare le dimissioni della Lanzetta, Sindaco di Monasterace, sotto pesante attacco della ndrangheta, il PD è intervenuto direttamente nella persona del Segretario Nazionale Pierluigi Bersani.

Celebrare oggi chi invece fugge via alla ricerca di altri lidi, e magari altri posti al sole (a cosa si riferisce la Brosio quando parla di “possibili sorprese”), senza peraltro chiarire nulla delle vicende che hanno portato alla interruzione prematura di un’esperienza amministrativa appare quanto meno grottesco ed irresponsabile.

Fingere di non notare il grande paradosso di un Sindaco che dichiara che “restituire il mandato nelle mani dei cittadini che avevano ed hanno ancora tanta fiducia in noi deve essere visto come un gesto di coraggio”, significa oggi non volere il bene di questo territorio, di Parghelia e della Calabria.

A meno che il concetto di coraggio, il concetto di riscatto dell’onore e della dignità delle popolazioni, l’idea di rispetto per Parghelia, non abbiano improvvisamente mutato significato.

A meno che non si voglia sostenere che il fuggire, l’abbandonare una popolazione che a dire della Brosio “aveva riposto in noi speranza di cambiamento e riscatto” non significhi oggi abbandonare il campo e dedicarsi ad altro.

Siccome mi pare che questo castello logico di argomentazioni non regge di fronte alle più elementari obiezioni, credo che oggi oltre alla pubblica Autorità, allo Stato, tocchi alla politica dire una parola chiara su Parghelia, tocchi al Sindaco Brosio ed al PDL spiegare senza retorica e senza raccontare favole, senza populismi e propagande poco credibili, cosa è successo e perchè la maggioranza si è dissolta abbandonando il Comune di Parghelia alla deriva.

Tocca a loro sgombrare il campo da pesanti interrogativi che riguardano non solo e non semplicemente le carriere politiche dei protagonisti, ma il futuro e le prospettive di un’intera comunità che merita di tornare al più presto alla normalità.

Michele Mirabello

Coordinatore Partito Democratico

Provincia di Vibo Valentia

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2 Replies to ““Il PDL dica cosa è successo a Parghelia senza fare propaganda inutile”

  1. volevo fare alcune precisazioni in merito alle farneticazioni infarcite di propaganda elettorale dell’illustre esponente del PD Vibonese che sembra ignorare alcuni fondamentali aspetti della vicenda.
    Intanto non è solo il Sindaco che si è dimesso, ma in primis la sua maggioranza, composta per 5/8 da persone non schietare politicamente, e che provengono da quella cosiddetta “società civile” cui tutti si rivolgono quando la politica, che lei degnamente raprresenta, fallisce miseramente. Non dimentichiamo infatti che l’amministrazione in precedenza sciolta per presunte infiltrazioni mafiose era di espressione di sinistra, e lo stesso coordinatore odierno del PD di Parghelia era il Capogruppo di maggioranza in quel Consiglio Comunale.
    Ma veniamo alla risposta alla precisa richiesta di chiarimenti alle dimissioni, mi pare di essere una persona qualificata per fornirgliele. Come lei sa bene è da ben prima della legislatura che il Comune è assediato dalla criminalità, con una miriade di atti ai quali non è seguito nulla di concreto. I criminali sono sempre a piede libero e minacciano ogni giorno la tranquilla convivenza. Il sig. Prefetto, all’indomani dei vili attentati contro gli amministratori tutti (anche l’amico Vita ne è stato oggetto) ci ha chiesto di resistere, che a breve avremmo visto i risultati dell’attività investigativa. Ma a distanza di 6 mesi nulla è successo, se non l’avvio di una campagna diffamatoria tesa a dimostrare che siamo stati eletti da mafiosi. Ma davvero i nostri elettori, il 60% di Parghelia è mafioso? e come si fa a distinguere, tra i 27 voti che ho avuto, quello dei mafiosi da quello di mia madre senza includerla, a 79 anni, tra i mafiosi? In verità, e le fa male ammetterlo, i mafiosi sono sempre al fianco di chi vince, e finchè non saranno messi in condizione di non nuocere nessuno sarà al sicuro.
    Non abbiamo arretrato dinnanzi alle bombe, e nemmeno davanti alle macchine che bruciano e le nostre case che venivano danneggiate. Ma abbiamo dovuto mandare un segnale forte a chi di dovere per reclamare il diritto alla sicurezza, perchè se si amministra per troppo tempo con la pistola alla testa prima o poi qualche errore potrebbe scappare, e questo non deve mai più succedere. Pertanto restituire il potere a chi ce lo aveva concesso è stato un gesto di responsabilità e coraggio, apprezzato dalle persone perbene, che grazie a tesi infamanti come quelle da lei sostenute cominciava a non distinguere più tra vittime e carnefici, tra persone per bene e politicanti attaccati alla poltrona. Da quando in qua restituire il potere al popolo è sinonimo di deriva? Ma che strano concetto di democrazia la sua, se la rilega nel ristretto spazio del nome del suo partito. Vedremo come premieranno il suo partito i miei compaesani, dopo che ne ha chiamato mafiosa la maggioranza….
    Non mi dilungo oltre, ma la mia porta, (e cellulare) è sempre aperta a chi interessa la verità, agli altri lascio i suoi comizi, senza alcuna invidia.
    Carmine De Vita
    ex consiglire di maggioranza
    Del Comune di Parghelia

  2. ah… dimenticavo un particolare… il ruolo di controllo ed ispettivo sugli atti della giunta spetta alla minoranza, al cui capogruppo viene notificato ogni atto dell’organo di governo comunale.
    A tal proposito sarebbe qualificante sapere le denuncie ed i rilievi che la minoranza ha sollevato, innanzi alla cittadinanza o alle istituzioni, relativamente a tali atti.
    Chissà in tre anni di malgoverno quanti sono stati…..
    Carmine De Vita

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