Nei giorni scorsi San Costantino di Briatico è stato teatro di una rappresentazione sulla nascita del Bambino Gesù. Soggetti organizzatori, la comunità parrocchiale retta da don Nino Maluccio e l’associazione culturale Eleutherìa. L’evento, d’ispirazione religiosa ha avuto un riscontro anche in termini culturali e civili. L’occasione, infatti, ha rappresentato un significativo momento d’aggregazione. Fantasia, operosità, pazienza, rigore, passione, organizzazione, programmazione, gli ingredienti che hanno reso l’appuntamento unico e suggestivo. Una manifestazione curata con meticolosità, dove nulla è stato lasciato al caso. Per tale ragione, le aspettative erano alte e non sono state disattese. Stefania Aprile, presidente del sodalizio Eleutherìa, in merito, ha dichiarato: «Anche questa piccola scommessa è stata vinta grazie alla viva partecipazione di tutti i soci, “Eleutheri” e di tutte le persone di San Costantino che hanno collaborato e offerto un contributo fondamentale. I tanti sacrifici sono stati ripagati appieno e questo ci dà la forza di continuare a fare bene per il nostro territorio. Il presepe -ha aggiunto- rappresenta un momento di coesione sociale, profonda religiosità e recupero delle nostre più antiche tradizioni. Il vivo entusiasmo dei partecipanti e l’ottima riuscita dell’evento fungono anche da stimolo, per noi soci, a perfezionare le prossime edizioni. Un sentito ringraziamento è rivolto al professore Luigi Maria Lombardi Satriani, che anche per quest’anno, con grande disponibilità e vivo interesse ha aperto al pubblico alcune aree dell’antico palazzo di famiglia, facendo conoscere alle nuove generazioni luoghi appartenenti al nostro antico patrimonio artistico e presenti nostra memoria».
Da segnalare che durante il percorso, perfettamente inserite nel contesto urbano, sono state predisposte le postazioni degli antichi mestieri: cestinaru, piscaturi, tilaru (telaio antico e funzionante con tessitrici), forgiaru, falignami, lavandari, zappaturi, pecurari, castagnaru, ricottari, furnaru, formaggiaru, mercanti i stoffi. In altre postazioni: Erode, imperatore, sinagoga, scriba. Durante il percorso è stato possibile degustare molti prodotti tipici della tradizione calabrese: pane casareccio, fagioli “a burro” (cotti nel coccio di terracotta tipico di San Costantino), caldarroste, ricotte calde, “curujicchie”, dolci tipici natalizi tra cui le ciambelle con lo zucchero, vino locale e formaggio. Secondo la tradizione a dare notorietà all’idea del presepe fu san Francesco d’Assisi. L’intenzione del santo era quella di fare rivivere la Natività. Nel 1223 a Greccio, in Umbria, la messa di Natale venne arricchita con la presenza di un presepio vivente. Esistono, al riguardo, anche testimonianze di segno diverso, secondo cui la Chiesa vietò la rappresentazione. La funzione, sarebbe stata, pertanto, tenuta in uno speco. A distanza di tanti secoli il fascino del presepe rimane immutato. La sacra rappresentazione, esalta, infatti, il più grande gesto di tenerezza che Dio ha fatto al suo popolo, quello di donare suo Figlio, venuto al mondo nell’essenzialità e nella povertà di una grotta.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora l’8 gennaio 2013, p. 35
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