La pittrice napitina dallo scorso 20 dicembre espone le sue tele presso il parco commerciale. La mostra si chiuderà il 6 gennaio. L’iniziativa ha già registrato per l’intera sua durata numerosi riconoscimenti e sostegni, fra cui quello di Vincenzo Ursini, direttore editoriale delle omonime edizioni e presidente della “Accademia dei Bronzi”. L’artista, nativa di Santa Domenica di Ricadi è stata allieva del decano dei pittori tropeani, il maestro Giuseppe Vitetta. Nella sua carriera ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti su scala nazionale. Fra le opere presenti alla mostra: “La piazza di Pizzo” col quale ha conquistato il premio biennale di Brindisi, “Città futura” premio Città dei due mari, “Il frutto del peccato” premio Foggia, “Il panorama del Vibonese”, “I rumori di Scilla”, “Paese in festa” (estemporanea, Zungri), “Luci e riflessi” (estemporanea, San Giovanni di Zambrone). Notevole l’afflusso dei visitatori. Unanimi gli apprezzamenti. Il legame con la propria terra. È questo il primo elemento che ha colpito molti visitatori della mostra di Caterina Rizzo. Un rapporto che si trasforma in tele di elevata intensità e qualità artistica. Opere struggenti, malinconiche, altamente comunicative. Luoghi e spazi rielaborati con sapienza pittorica più unica che rara. Quello di Caterina Rizzo è un talento naturale, raffinato, arricchito da una dolce sensibilità e da un uso dei colori a tratti magistrale, a tratti poetico. Il risultato è un’armonia cromatica capace di riprodurre uno stile del tutto personale. Il contrasto stesso tra i colori, a volte tenui altre caldi, non perde mai la traccia della coerenza. Le pennellate riproducono tonalità vivaci e luminose, soffici e accattivanti allo stesso tempo. I sensi rimangono così calamitati di fronte a gradazioni di colore aggraziate e soavi. Nelle sue creazioni sono evidenti l’energia positiva e i sentimenti di candore verso i paesaggi rievocati. Non ci sono nostalgie di sorta nei suggestivi panorami presenti nelle tele. La sua arte, invece, scandaglia con delicatezza i meandri del cuore e offre una differente prospettiva dei luoghi conosciuti. Il tempo apparentemente sembra porsi al di fuori delle sue tele e appare quasi sempre indefinito. Sogni, speranze, illusioni, disillusioni, così radicate alla corporeità dei siti, si fondono pertanto in un unicum meta-temporale. In realtà il tempo è ben presente nelle sue raffigurazioni, trasmette l’idea della nostalgia e stimola il ricordo. Caterina Rizzo, dunque, nelle sue opere riproduce gli echi della memoria, reinterpretandoli con gli occhi della contemporaneità e proiettandoli verso un futuro sfiorato da una sublime dimensione onirica. In sintesi, un’artista delle emozioni.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 4 gennaio 2013, p. 33