IL VESCOVO INCORAGGIA Zungri
Tanti gli appuntamenti nella due giorni di visita pastorale di Luigi Renzo
ZUNGRI – Il programma ha avuto inizio il 7 dicembre con l’accoglienza di monsignor Luigi Renzo da parte del parroco, delle istituzioni territoriali e della comunità zungrese. Presente la quasi totalità della popolazione, gli amministratori locali, la sede zungrese della Croce rossa italiana, Dario Randazzo e Francesco Merola, rispettivamente carabiniere scelto e comandante presso la stazione dei carabinieri di Zungri, allievi e docenti del posto. Un saluto al vescovo, è stato rivolto anche dal sacerdote emerito zungrese don Paolo Pietropaolo e dal parroco di Zaccanopoli, padre Francesco La Ruffa. A rendere festoso l’appuntamento, le note suonate dal complesso bandistico del posto “Giuseppe Verdi”. A fare gli onori di casa don Felice La Rosa, guida spirituale degli zungresi, il quale, prima della messa, nella chiesa dedicata a san Nicola, ha presentato la parrocchia, soffermandosi, in particolare, sul significato della visita: «La comunità si chiede perché il vescovo viene in mezzo a noi e in tutte le comunità parrocchiali della diocesi. La risposta la dà lei eccellenza, quando scrive che il vescovo viene per ravvivare le energie degli operatori pastorali, incoraggiarli e consolarli, per richiamare i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana, per rivalutare l’efficacia delle strutture e degli strumenti destinati al servizio pastorale, per rendersi conto sul campo del lavoro pastorale, delle attese della gente, delle risposte da dare nel contesto della sfida educativa del decennio». A seguire, la solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo e animata dal coro “Maria Santissima Immacolata”. Durante la sua omelia, il vescovo ha delineato il modus operandi dei cristiani nel terzo millennio: «Essere tutti pronti a costruire la comunità vivendo in comunione; c’è da perdonarsi bisogna perdonarsi, c’è da aiutarsi, bisogna aiutarsi. Questo ci chiede il Signore, questo ci caratterizza come cristiani. Il vescovo è qui per incoraggiarvi per confermarvi, per dire: andiamo insieme verso il Signore». Presenti alla celebrazione anche altri sacerdoti: don Graziano Maccarone (segretario del vescovo), don Giuseppe Florio (parroco a Parghelia), padre Nicola Berardi (parroco a Daffinà e Daffinacello), padre Luigi Scordamaglia (parroco di Zambrone) e don Pasquale Sposaro (parroco a San Giovanni di Zambrone). Dopo la messa, il prelato ha incontrato la comunità e le associazioni operanti sul territorio con cui ha avviato un franco e approfondito dibattito. Di sera, veglia di preghiera con i giovani, animata dal “Coro giovanile” della parrocchia. La vista è poi proseguita domenica. Alle 11:30 l’incontro con l’amministrazione comunale. Nel pomeriggio, il vescovo ha poi incontrato i ragazzi del catechismo, i catechisti, la Caritas e i cori parrocchiali. Il solenne appuntamento è poi proseguito lunedì. Di mattina, visita agli ammalati e alla realtà scolastica. Dopo la pausa pranzo consumata con gli alunni e i docenti nella mensa scolastica, nel pomeriggio, a convegno con il consiglio pastorale e il consiglio per gli affari economici. La visita si è poi conclusa con la santa messa e il saluto rivolto dall’ex dirigente scolastica Rosa Rizzo in rappresentanza del consiglio pastorale parrocchiale e a nome della comunità: «Grazie, eccellenza -le parole della Rizzo- per aver varcato la soglia delle nostre chiese, del nostra sala comunale, delle nostre scuole, delle case dei nostri ammalati, grazie per la messa in suffragio dei nostri cari defunti. Il suo farsi uno della nostra comunità, delle nostre famiglie, ci ha incoraggiati, ci ha spronati ad aver fiducia negli altri, a vivere una cittadinanza attiva, nel rispetto dei valori umani e cristiani». Al presule, visibilmente commosso, infine, l’omaggio della parrocchia e di Tonino Gaudioso, giovane e talentuoso artista del luogo, di un’opera scultorea realizzata da quest’ultimo e raffigurante lo stemma vescovile.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 12 dicembre 2012, p. 32
il corsivo
L’INCONTRO RINSALDA IL LEGAME CON LA FEDE
La leggenda vuole che papa Sisto V sia stato eletto al soglio pontificio dopo aver finto di essere debole e malato. In realtà, il suo pontificato si distinse per vigoria e vitalità feconda. Nel 1586, a distanza di pochi mesi dalla sua elezione papale, proclamò la bolla Detestabilis avaritiae. Un provvedimento che per molto tempo ha fatto discutere teologi e giuristi circa la sua interpretazione. In linea di massima, con tale decisione, il sommo pontefice proibì l’usura e orientò i rapporti economici improntandoli ad equità e moderazione. Un modo efficace per indirizzare la società verso la ricerca del bene comune che nei suoi principi ispiratori risulta quanto mai attuale. Nello stesso anno, la comunità zungrese veniva interessata da un evento di portata storica. Appartiene, infatti, a tale data, la prima visita pastorale documentata: “Mons. Ill.mo Vescovo di Mileto -recita l’incipit del relativo documento- continuando la santa visitazione assistito dal detto Protonotario Companno suo general vicario, visitò la parrocchiale chiesa del casale di Zungri sub vocabulo di San Nicola, nella quale avendo in questa fatta la benedizione e sentita la messa che si celebrava nell’Altare maggiore visitò il Ss.mo Sacramento che si trovava dentro una custodia di legno finemente indorata collocata sopra detto altare serrata con la chiave, al suo interno una custodia di velluto dentro la quale si conservava il Ss.mo Sacramento”. Dalle risultanze della visita pastorale del 1586 non si possono desumere dati sugli stati d’animo che accolsero tale evento. Ma dalla “custodia di legno finemente indorata” che conserva il Santissimo Sacramento si evincono devozione e amorevolezza verso il Padreterno. Probabilmente, gli oltre cinque secoli trascorsi non hanno scalfito il sentimento religioso dei fedeli zungresi. Prova ne è la premura con cui è stata organizzata la recente santa visita pastorale. L’emozione partecipata della gente, la cura di ogni particolare, la generosità dell’impegno pastorale di don Felicela Rosa, il coinvolgimento di tutte le componenti della società, costituiscono alcuni dei tratti salienti di tale solenne evento. L’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II “Pastores Greges” definiscela Visita Pastorale quale «un segno della presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace». Un segno di carità pastorale finalizzata alla perpetuazione dell’opera di Gesù che si realizza con la conoscenza, la verifica e il rinvigorimento dell’azione apostolica dei fedeli. La gioiosa partecipazione dei bambini, la curiosità dei ragazzi, la grazia delle donne, la discreta operosità degli uomini, gli sguardi intensi degli anziani, il sorriso sofferto degli ammalati, la solennità dell’operato dei pubblici rappresentanti e dei carabinieri, la deferenza degli operatori di parrocchia sono soltanto alcune istantanee colte in occasione dei molteplici incontri del vescovo con la comunità zungrese. Ma la sensazione predominante è che dietro ognuna di quelle immagini ci sia il volto di Gesù, con il suo carico di dolore e di patimento, ma soprattutto, di amore e di speranza. Non è casuale, d’altronde, che monsignor Luigi Renzo, nell’omelia della messa del 7 dicembre, abbia espresso le sue riflessioni sul senso dell’evento: «La visita serve a confermare quello che si fa ma anche a sollecitare, a scuotere le coscienze, siamo nell’anno della fede oltretutto e questo è un richiamo che il papa stesso ci ha fatto, ravvivare la nostra fede, sentire veramente la gioia di appartenere a Gesù, essere cristiani significa questo, non altro. E questo è il debito che noi abbiamo: mostrare che Gesù ancora oggi è vivo ed opera».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 12 dicembre 2012, p. 32
la visita pastorale
ZUNGRI, IL VESCOVO INCONTRA AMMINISTRATORI E STUDENTI
ZUNGRI – Ricca di riflessione, la seduta dedicata all’incontro con il vescovo nell’ambito della santa visita pastorale che si è svolta tra il 7 e il 10 dicembre. Ad accompagnare il vescovo nella sala consiliare, don FeliceLa Rosa, guida spirituale degli zungresi e il segretario del vescovo, don Graziano Maccarone. Presente anche una delegazione della locale stazione dei carabinieri, rappresentata dal comandante Dario Randazzo. Il saluto iniziale, pronunciato dal presidente del consiglio, Nicola Pugliese. La relazione introduttiva, affidata al sindaco Francesco Galati che ha espresso a nome dell’amministrazione «sentimenti di stima e gratitudine per averci onorato della sua presa, convinti che dalle sue parole, dal suo messaggio, dal suo insegnamento, sapremo trarre la forza per ritrovare, con rinnovato vigore, il cammino e la via dell’unità, della concordia, dell’armonia e della solidarietà cristiana che ci sono tanto utili in questo momento». A prendere la parola, anche il capogruppo di minoranza Domenico Pugliese, il quale ha preso spunto dalla Bibbia «il giovane Salomone -ha chiosato Domenico Pugliese- nel salire al trono non chiede successo e ricchezze, ma “prega Iddio di concedere al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male”». Il capogruppo di minoranza ne ha così tratto il seguente insegnamento: «Un cuore docile, per me significa aperto alla conoscenza, alla valutazione, al confronto e al dialogo». Le conclusioni, affidate al vescovo, il quale ha richiamato al senso di responsabilità ogni cittadino «il territorio non appartiene al sindaco o agli assessori ma ad ognuno di noi. Per cui dobbiamo innamorarci del nostro territorio, conoscerlo. Tutti -ha concluso monsignor Luigi Renzo- siamo obbligati moralmente a tutelarlo e a valorizzarlo a non lasciarlo in stato di abbandono. Appartiene a tutti, singolarmente, oltre che a chi rappresenta politicamente la collettività». Calorosa e gioiosa, l’accoglienza riservata al vescovo il giorno dopo, lunedì, dall’universo scolastico locale. Presenti la dirigente scolastica Rosa Deliro, gli insegnanti e gli alunni, coordinati dai responsabili dei tre plessi Concetta Marasco (scuola dell’infanzia), Maria Cristina Mazzitelli (scuola primaria), Domenica Vita (scuola secondaria di primo grado) e dai docenti di religione cattolica, Maria Teresa Di Bella, Domenico De Vita e Raffaela Pugliese. Tante le domande proposte al vescovo dagli allievi cui ha risposto in maniera semplice e diretta. Interrogativi su vari argomenti: morale, curiosità, pastorale e problematiche giovanili. Ma anche domande indirizzate alla persona, finalizzate, chiaramente, a conoscere meglio la figura umana del presule. E infine canti, poesie ed inni al Signore e alla gioia di vivere. Ai bambini della scuola dell’infanzia, monsignor Luigi Renzo ha detto: «Sono felice di stare insieme a voi. Perché a Gesù piaceva stare con i bambini e se un vescovo non sta con i bambini, non li cerca, non fa come Gesù». È poi seguito l’incontro con gli allievi della scuola primaria. Alla domanda di uno scolaro: «Cosa chiede Gesù ai bambini?», il presule ha risposto: «Gesù vi chiede di essere semplici, sereni e sorridenti, senza lasciarvi influenzare dalla rabbia dei grandi. Gesù vuole che voi portiate questo messaggio d’amore, di semplicità. Ecco perché ha detto a noi grandi se non diventate semplici e buoni come i bambini, non potrete far parte dei miei amici. Quindi anche noi grandi dobbiamo essere come voi e quindi voi dovete essere i nostri maestri». Ultima tappa, la scuola secondaria di primo grado. Rivolgendosi ai ragazzi, in merito al ruolo della scuola nell’odierna società, monsignor Luigi Renzo ha evidenziato: «Il papa ci ha richiamato all’ “emergenza educativa”, la scuola in questa società ha perso l’incidenza, il mordente per essere veramente formativa, incisiva e svolgere il suo compito. Ecco perché prima di tutto servono normative rispettose della persona umana. La scuola deve riprendere ad essere educativa e propositiva».
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 13 dicembre 2012, p. 34
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