Acquista sempre maggiore spessore l’attività di programmazione e promozione culturale condotta dal Comune di Pizzo, che recentemente ha imbastito importanti collaborazioni finalizzate a realizzare iniziative destinate a restituire alla città napitina un ruolo di primo piano nel panorama nazionale.
In questa prospettiva va letta l’intesa tra l’assessore alla Cultura, Cristina Mazzei, e il suo collega della giunta di Firenze, Sergio Givone, professore ordinario di Estetica all’Università del capoluogo toscano. I due amministratori hanno condiviso l’opportunità di realizzare una serie di progetti che abbiano come fulcro Pizzo e le sue vicende storiche.
In particolare, è stato deciso di organizzare un evento espositivo e convegnistico focalizzato sul Grand tour e sui personaggi che, nell’ambito di questa usanza, hanno fatto tappa a Pizzo tra il XVI e XVIII secolo. Con il termine Grand tour si indicava il viaggio iniziatico che aristocratici e borghesi europei, in prevalenza inglesi, intraprendevano in Italia e Francia. Una sorta di passaggio dall”età adolescenziale a quella adulta, che veniva vissuto come una vera e propria avventura e poteva durare anche molti mesi. Ad accompagnare i giovani viaggiatori c’erano solitamente intellettuali (medici, filosofi, pittori, scrittori, poeti), che avevano innanzitutto il compito di vigilare sul proprio pupillo, ma contribuivano anche ad alimentare con le proprie testimonianze il fiorente filone della letteratura di viaggio e delle arti figurative legate a questo tema.
«Un argomento estremamente interessante – spiega Mazzei -, perché offre molteplici punti di vista, da quello letterario a quello pittorico, dall’approccio storico all’analisi sociologica. Il nostro intento è mettere in relazione il fenomeno del Grand tour con i fatti che riguardarono lo sbarco a Pizzo di Murat e le vicende storico-sociali collegate, per verificare l’attrattiva che questi eventi esercitarono sui viaggiatori dell’epoca.
Penso, ad esempio, alle pagine che scrisse Alexandre Dumas su Pizzo descrivendone il paesaggio e definendola una delle ‘stazioni omeriche dell’Iliade napoleonica’ in seguito alle vicende di Murat. Location ideale, ovviamente, sarà il nostro castello, dove Murat fu imprigionato e poi fucilato. Con l’assessore Givone stiamo lavorando per coinvolgere nell’iniziativa anche il Consolato francese a Firenze e il Polo museale della città toscana, che fornirà alcune opere per la mostra».
I dettagli del progetto, attualmente in fase di elaborazione, saranno illustrati il prossimo febbraio, quando il professore Givone sarà a Pizzo per presentare il suo nuovo libro “Metafisca della peste. Colpa e destino”, saggio filosofico nel quale si indagano le motivazioni dell’esistenza umana prendendo spunto dai catastrofici effetti del morbo più temuto dell’antichità.
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