Riceviamo e pubblichiamo: “Due o tre cose sullo stato dell’ambiente a Parghelia”

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RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO:

Due o tre cose sullo stato dell’ambiente a Parghelia
Ora che l’estate è finita da un pezzo

E’ spiacevole per me dover affrontare l’argomento, ma è noto a tutti che l’ambiente in generale, a  Parghelia, non gode, e forse non ha mai goduto, di ottima salute.  D’altra parte, la   precarietà delle  condizioni ambientali e la fragilità idro-geologica del territorio comunale sono state messe in buona evidenza dalle piogge alluvionali dell’ottobre 2010. Senza dimenticare, poi, le numerose settimane di mare sporco delle passate estati e le conseguenti consuete precipitose fughe dei villeggianti, con grave danno per il turismo e l’economia  locali. E il quadro continua, ancor oggi, ad essere preoccupante e, per certi versi, impressionante, e offre, tra le altre cose, una rappresentazione  fedele, e incredibilmente eloquente, della politica locale, la cui lettura evidenzia il disinteresse, l’inadeguatezza, le carenze,  il ritardo culturale e  l’impreparazione  della classe politica, che attualmente governa il  Comune, nei confronti  dei temi ambientali. Purtroppo, questi temi  non sono ancora entrati nella cultura degli amministratori comunali! Eppure, si tratta di questioni importanti ed essenziali, che chiamano, per forza di cose, direttamente in causa la responsabilità politica del sindaco e della giunta comunale, i quali possono anche pensare e decidere di tenersi lontano dalle questioni che riguardano l’ambiente – al centro, ormai da molti anni, dell’azione amministrativa  della maggior parte dei comuni italiani –, ma di certo non è loro consentito di rinunciare  ai propri doveri  istituzionali, che consistono anche nel controllare che l’ambiente (inteso come territorio, acqua, aria,mare)  sia salubre, e non sia quindi nocivo, in alcun modo, per la salute e per la qualità della vita dei cittadini pargheliesi. C’è da dire, però, che l’argomento di cui si sta accennando coinvolge altresì l’opposizione consiliare del locale PD, che, salvo dei timidi riferimenti, sembra abbia cancellato il tema ambientale nel suo complesso dalla sua agenda politica.

Anziché fare una riflessione a tutto campo, prima che la situazione ambientale diventi insostenibile e collassi, ed agire di conseguenza con progetti ben determinati  e con fatti concreti – anche per sgomberare il campo da dubbi, sospetti e dietrologie sull’operato del sindaco e della giunta -,  si è scelto sempre di  cazzeggiare ( mi scuso per l’uso di questa espressione un po’ volgare, che, però, altro non vuole significare che l’abitudine di alcune persone a dedicare il proprio tempo a discussioni divagate e gratuite, prive di uno specifico impegno, un modo cioè per sottrarsi a problemi più seri e concreti ), facendo ricorso  a rimbombanti “annunci”, come il manifesto delle iniziative ludico-culturali organizzate per “l’estate pargheliese”; ad un diluvio di dichiarazioni e comunicati stampa e alle consuete  litanie e giaculatorie autocelebrative e apologetiche, recitate soprattutto durante il consueto briefing di fine anno, che viene tenuto dal sindaco e dalla giunta comunale nell’aula del Consiglio comunale. Tutte cose che non hanno portato e non porteranno   utilità di alcun genere alla collettività cittadina.
Pur non avendo l’intenzione di entrare nei dettagli di fatti particolari, ritengo tuttavia opportuno rimarcare che l’emergenza ambientale, a Parghelia , è ormai  una normalità e diventa sempre più grave e drammatica, anno dopo anno. Credo, in proposito, che sia sufficiente rammentare l’incuria e lo sfruttamento incontrollato degli alvei dei torrenti, la loro ostruzione con rifiuti di ogni sorta e le conseguenti ridotte capacità di deflusso delle acque verso il mare nel corso di violenti nubifragi –  fatti venuti drammaticamente allo scoperto durante l’alluvione di due anni fa -, l’occupazione abusiva e illegittima dei greti dei torrenti stessi con costruzioni piccole e grandi e, in alcuni casi, con strutture e pertinenze alberghiere, e infine   la “bomba ecologica”, che tuttora minaccia la salute dei cittadini e che è costituita dai molti metri quadrati di lastre di eternit (cemento-amianto) – consunte oramai dal tempo – che coprono i tetti delle ex case popolari costruite  all’incirca sessant’anni fa.
Tutti i cittadini di Parghelia, compresi i pubblici amministratori, sono a conoscenza di questo stato di cose e delle violente aggressioni  subite in ogni tempo dall’ambiente e in particolare dal territorio, feriti a morte da decenni di disinteresse, di complicità, di connivenze. Ma pare che nessuno voglia vedere ciò che ha sotto gli occhi! Tra l’altro, il silenzio sembra essere d’obbligo ed è  pressoché la regola generale: un silenzio assoluto che inquieta, perché i silenzi, come avvertiva Aldo Moro, parlano e dicono tante cose…E nessuno riesce ad avvertire, neppure lontanamente, la situazione di pericolo e i gravi rischi che si corrono, e a capire che è tempo di  affrontare, una volta per tutte, il problema  del risanamento ambientale e del territorio comunale, essendo la questione di vitale e fondamentale importanza per la salute della gente e per l’economia locale; e che , per queste ragioni,   è necessario assolutamente evitare di perdere del tempo in discorsi  inutili sulla “vocazione turistica del paese Parghelia” e  sul  “rilancio della granita artigianale”.                                                                                                                                              

Piuttosto, bisogna soffermarsi  a valutare attentamente  il fatto che le continue e disinvolte manomissioni ambientali e territoriali, unite alla trascuratezza e al disinteresse generali, ed anche alla sporcizia, che d’estate appare d’improvviso sul mare e sulle spiagge, deturpandone la     bellezza,  non favoriscono la realizzazione  di alcun progetto, sia pure minimo, di politica turistica e non stimolano di certo la crescita dell’economia locale, nonostante gli sforzi e i buoni propositi,  che gli assessori comunali competenti possano mettere in campo. Affinché  Parghelia possa trasformarsi  in un’importante e ambita stazione turistica balneare, credo che occorra, prima di ogni altra cosa, contrastare con decisione e con ogni mezzo  il dissesto ambientale e territoriale, quantomeno per frenarne la corsa verso un ulteriore peggioramento, e quindi non continuare a considerare l’ambiente come l’archetipo dei non-problemi. Si dovrebbe, pertanto, cominciare a individuare e a dibattere in maniera approfondita le questioni fondamentali riguardanti la tutela e la protezione dell’ambiente per elaborare un progetto, una proposta di fuoriuscita da una situazione di crisi, che rischia di diventare irreversibile. Su queste linee  bisognerà concentrare l’azione amministrativa dei prossimi mesi, senza attendere che abbia inizio la nuova stagione estiva. Credo che il protrarsi dello stato di emergenza non sia gradito e non giovi a nessuno e che non abbia alcun senso parlare di turismo e di economia turistica in queste condizioni. Mi piace ricordare, a  questo punto, una lettera aperta d’altri tempi: quella con la quale la scrittrice e giornalista Matilde Serao , denunciava al ministro Depretis le drammatiche condizioni igieniche dei bassi di Napoli, chiedendo di smetterla con la “retorichetta del mare glauco e del cielo di cobalto”. Sono convinto che non ci sia bisogno di spiegazioni, essendo il significato di questo arguto aneddoto molto chiaro.

 Andrea Locane

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