Riceviamo e pubblichiamo… “La lunga notte della legalità”

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 Prima di tutto, devo confessare che mi sarei aspettato di non restare  ancora una volta  solo a trattare  temi di fondamentale importanza, quali la legalità e l′inquinamento dell′ambiente, e che autorevoli voci della classe politica e dell’intellighenzia pargheliesi si levassero a sostenere ed incoraggiare il mio tentativo di stimolare un pubblico dibattito su questi vitali argomenti e di avviare un confronto tra le diverse parti politiche e le diverse opinioni esistenti  su tali spinose questioni, anche perché  l’attuale situazione politica di Parghelia mi impone di tornare su queste cose. Mi verrebbe voglia di scrivere d’altro, ma non me la sento di farlo. Ma cos’ è Parghelia oggi? Cosa è diventata o sta per diventare? Le fiamme dolose che hanno distrutto, in una tranquilla  notte della scorsa estate, le autovetture del sindaco, quelle che hanno danneggiato l’abitazione di un assessore e la bomba al palazzo del Comune sono la fotografia del degrado civile e morale che grava sul paese e che sempre si accompagna a quello sociale e politico. Nel clima  di generale sfiducia ed anche di paura non si è intravisto un sussulto collettivo di disapprovazione, che potesse far sperare in un impegno di tutti diretto ad affrontare alla radice le questioni, con  un progetto chiaro, condiviso dai singoli cittadini, dalle forze politiche e da quelle intellettuali, oltre che dalle istituzioni pubbliche.
Tutto fa pensare che a Parghelia è notte fonda per la legalità e che nessuno può assicurare che essa vedrà mai le luci del mattino. C′è un incredibile collasso dell’orgoglio cittadino ed un’impasse sociale paralizzante: il tema della legalità è di fatto sparito dalla scena politica e dalla discussione pubblica, dopo i rituali “sermoni” pronunciati nel corso di un’assemblea popolare svoltasi nella chiesa parrocchiale con la partecipazione delle autorità civili e militari della provincia, di rappresentanti di partiti e di numerosi pargheliesi. Persino l′espressione “legalità” si è dileguata nel nulla, in una nebbia fuori stagione e la solita “bonaccia” avvolge il paese. Eppure quello della legalità è un problema fondamentale, più pressante e dirompente dell′ inquinamento del mare e del territorio, che pure va a toccare l′interesse generale della salute pubblica. A mio parere, la questione della legalità – intesa nella più lata accezione del termine – merita un′attenzione particolare perché supera gli avvenimenti e i fatti specifici ed ha una valenza generale.
Ora che il sipario è sceso definitivamente sullo spettacolo e sulle sceneggiate di solidarietà al sindaco e ai cittadini e il torrente impetuoso di dichiarazioni, di promesse, di parole e di comunicati si è arrestato, si constata con amarezza che, dietro la terrificante montagna di chiacchiere e il grande polverone da esse sollevato, non c′è assolutamente niente. E in questo niente Parghelia rischia di affondare, si abbandona, si arrende. Sarà una mia impressione, ma così vedo e si presenta la realtà sociale e politica locale e così è legittimo presumere che continuerà ad apparire per molti anni ancora.
In questa emergenza, che poi tale non è, trattandosi di un problema di lunga durata e cronicizzato, avrebbero dovuto “esserci” i rappresentanti della politica locale come protagonisti e non come invitati, con le loro proposte per costruire, con la partecipazione dei cittadini, un nuovo modello di convivenza civile. Ai partiti, ai politici e alle istituzioni pubbliche sarebbe spettato il compito di convocare la gente in pubbliche assemblee per un dibattito sul tema della legalità, formulare l′agenda della discussione e desumere dai bisogni dei cittadini, dalle loro paure e anche dalle loro speranze il programma, gli strumenti e i modi per affrontare e fronteggiare l’illegalità diffusa, oramai sistemica, che si è abbattuta rovinosamente sull′intera comunità e che si è consolidata negli anni più recenti. Tutto in nome della tanto strombazzata partecipazione del popolo alla politica. Invece, ciò non è accaduto ed è grave che l′allarme per la situazione divenuta estremamente pericolosa a seguito degli attentati malavitosi, e l′iniziativa di sensibilizzare la cittadinanza su questo gravissimo problema siano partiti dal parroco del paese, che ha ritenuto di convocare una pubblica assemblea “di preghiera”, quasi che le autorità civili e le forze politiche fossero incapaci di percepire le dimensioni del pericolo e la natura di quanto era accaduto. C′è, comunque, un′assenza evidente e pesante delle pubbliche istituzioni, e della politica in generale, che, con la loro inerzia, hanno assegnato all′autorità religiosa locale il ruolo che esse stesse avrebbero dovuto svolgere.
E′ bene che ci si convinca che si è difronte ad una guerra e ad una sfida criminale senza precedenti, che è necessario e urgente fronteggiare e arginare con estrema decisione, per evitare che la criminalità organizzata allarghi le proprie maglie, inquinando sempre più profondamente il tessuto sociale. Di certo non spettava al parroco di proporre o suggerire atti e decisioni che esorbitano dalle sue competenze di pastore di anime, ma alle istituzioni e ai partiti. Il fatto è che alla politica pargheliese manca una visione lucida del bene comune, forse manca persino l′interesse a porsi questo tema e la motivazione etica per affrontarlo. Ma è bene che le istituzioni e le forze politiche comprendano pure che in giro, a Parghelia, serpeggia una rabbia diffusa, ma altrettanto confusa, che spetta alla politica canalizzare in modo costruttivo e positivo e che non si può continuare a giocare  con le parole e con la demagogia. C′è bisogno di segnali e fatti concreti per tenere viva l′attenzione della gente sul complicato ed opprimente problema della legalità. E′ necessario tenere gli occhi aperti, convincendosi che la speranza di cambiare Parghelia nasce soprattutto da un comune rifiuto della deformazione delle regole del vivere civile. 

Andrea Locane

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