Importanti, anzi importantissime, informazioni sono state reperite a fine estate dagli archeologi in località “Punta di Zambrone”; informazioni che danno forza ad ipotesi veramente suggestive e che imporrebbero di riscrivere pagine di storia. L’attrezzatissima equipe di studiosi, coordinata dal prof. Reinhard Jung dell’Università di Salisburgo (Austria), uno dei massimi esperti di storia micenea a livello mondiale, in collaborazione con il prof. Marco Pacciarelli dell’Università Federico II di Napoli (tra i massimi esperti di Preistoria), ha ultimato la seconda fase di alcuni scavi iniziati nel 2011 e che si concluderanno nel 2013 (in pratica si scava un mese l’anno). Nel corso dei lavori sono state riportate alla luce tracce di un villaggio risalente all’età del cosiddetto “bronzo recente” (collocabile intorno al 1600-1200 a.C.). Per la precisione dal terreno è venuto fuori il fossato che, presumibilmente, cingeva l’antichissimo abitato per proteggerlo dagli attacchi esterni. La cosa sorprendente è che da questo sito sono stati raccolti una serie di reperti riconducibili nientemeno che ai micenei, la cui presenza in questi luoghi era stata finora solo supposta. Ipotesi ritenute improbabili hanno quindi preso corpo. Esisteva in questo lembo di Calabria una colonia micenea o comunque un villaggio che aveva instaurato intensi scambi con i micenei? Sembra di si, almeno per quanto riguarda la seconda ipotesi.
Gli archeologi, come è giusto che sia, sono prudenti. Durante gli scavi si pensa soprattutto a raccogliere più informazioni possibile, a catalogarle e a immagazzinarle. Successivamente viene analizzato, profondamente e con calma, questo materiale (cosa che, naturalmente, sta già avvenendo) e nei prossimi mesi sapremo molto di più, soprattutto dopo che si concluderà la terza fase degli scavi. Già in passato, nel 1994, Marco Pacciarelli aveva intrapreso degli scavi in questa zona e recuperato indizi riconducibili ai micenei, ma, a quanto pare, non molto eloquenti. Ora gli indizi sembrano molto più convincenti. A Zambrone anticamente esisteva, con ogni probabilità, un porto naturale, e grazie ad esso, si pensa, gli abitanti di questa zona, che avevano raggiunto un elevato livello di civiltà, instaurarono contatti con i greci antichi. Come detto, al momento non si può escludere che questa fosse addirittura una colonia micenea. Se tale ipotesi dovesse trovare conferme significa, inoltre, che non fu lo Jonio l’area di contatto privilegiata dai greci nell’età del “bronzo recente”, ma il Tirreno, almeno in riferimento ai greci arcaici. Da segnalare, infine, l’opera encomiabile degli infaticabili membri dell’associazione culturale “Paolo Orsi”, i quali anche in questa occasione si sono messi a disposizione degli studiosi dando il loro prezioso contributo.
MarioVallone
LE IMMAGINI CONTENUTE IN QUESTA PAGINA FANNO PARTE DELL’ARCHIVIO DEL SITO ARAMONI.IT, PORTALE DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE “ARAMONI”
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