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Zungri, l’ex giunta si difende e accusa il sindaco

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Il palazzo municipale di Zungri- Foto Francesco Fiamingo

Lo scorso lunedì, con formale provvedimento, il sindaco Francesco Galati ha revocato le deleghe agli assessori comunali. Alla base della scelta l’asserito atteggiamento di disinteresse od ostilità rilevato dal capo dell’esecutivo nei confronti di una parte della maggioranza. Non si è fatta attendere la replica dei consiglieri giudicati gli autori dello strappo. Con una lettera indirizzata ai vari organi politici e istituzionali dell’amministrazione, i tre consiglieri (Giulio Fiamingo, Serafino Fiamingo e Giuliano Raffa, quest’ultimo attuale vicesindaco) si difendono dai rilievi mossi spiegando le loro ragioni. In prima battuta rivolgendosi al sindaco, affermano: «Per premere il tasto reset bisogna avere una valida motivazione. Motivazione che da quanto si evince dalle sue esternazioni, non esiste. Alla luce degli ultimi avvenimenti denunciamo la totale assenza di democrazia all’interno del gruppo consiliare di maggioranza». I consiglieri chiamati in causa difendono poi il loro operato: «Noi ci siamo sempre prodigati a difendere l’attuale amministrazione da attacchi esterni, indirizzare l’azione politica verso i sani valori che oggi a gran voce la gente chiede. In più occasioni abbiamo cercato di ribadire con forza idee e progettualità politiche per il rilancio dell’azione amministrativa». Gli stessi, infine, chiosano: «Ci riteniamo offesi dall’essere stati impossibilitati a rappresentare il nostro fattivo contributo di idee e di progetti per il bene della comunità, per il palese appiattimento all’interno dell’amministrazione su unici ragionamenti  non in linea con un normale esercizio democratico del potere. Siamo quindi più che mai convinti che bisogna seminare il germe della partecipazione per sentirsi responsabili delle scelte ricadenti sul comune e sui cittadini». Nella giornata di ieri, da registrare anche la presa di posizione dell’ex sindaco Tino Mazzitelli secondo il quale l’unico modo per uscire dalla crisi sarebbero le elezioni anticipate. In conclusione, viene in mente un celeberrimo aforisma di Abraham Lincoln: «Una volta deciso che la cosa può e deve essere fatta, bisogna solo trovare il modo». Si azzarda un’ipotesi. Praticamente certa la rimodulazione della giunta; quasi sicuro il cambio nel ruolo di vicesindaco. Da non escludere, a priori, la ridefinizione di altre pubbliche cariche.

Corrado L’Andolina

Pubblicato su Calabria Ora il 26 ottobre 2012, p. 33

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