“Un appassionato dibattito…anche in ambito extraconsiliare”

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Rodolfo Mamone

RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO. Lo scorso 28 settembre si è riunito il civico consesso per deliberare su numerosi e importanti punti all’o.d.g., uno dei quali ― l’approvazione di un nuovo regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, in sostituzione dell’ormai obsoleta normativa vigente ― ha suscitato un appassionato dibattito, anche in ambito extraconsiliare, al quale intendiamo fornire il nostro modesto contributo con le considerazioni che seguono, non prive di richiami agli interventi dei protagonisti che lo hanno alimentato.

Nonostante questa amministrazione ci abbia abituato a bizzarrìe di ogni genere, mai avremmo potuto immaginare di dover assistere al desolante spettacolo di rappresentanti del popolo pronti a votare, senza turbamento alcuno, un atto normativo che se approvato si sarebbe tradotto in una vera e propria autocastrazione; in un formale atto di sottomissione del massimo organo politico ― titolare di poteri di indirizzo e di controllo ― nei confronti degli organi di gestione, che invece a quei poteri devono per legge sottostare. L’obiettivo perseguito, attraverso l’apposizione di limiti severissimi al diritto di accesso ai documenti e di informazione dei consiglieri, era quello di mettere la mordacchia a chi avesse avuto l’ardire di pretendere di esercitare i propri poteri ispettivi e di controllo sulla gestione dell’Ente; ne è scaturita una disciplina così restrittiva da circoscrivere la portata del diritto di accesso e di informazione del consigliere entro confini addirittura più ristretti rispetto a quelli che delimitano l’espansione del corrispondente diritto esercitabile dal semplice cittadino, in palese contrasto con la latitudine riconosciuta al primo dalla legge e dalla giurisprudenza. Spicca per la sua potenziale perniciosità la disposizione che prevede un sindacato, non essendo peraltro chiaro alla stregua di quali parametri effettuare, del responsabile del servizio destinatario della richiesta di accesso del consigliere sulla legittimità della stessa; un obbrobrio il cui contrasto con i principi generali in materia di autonomie locali appare evidente a tutti. Non meno ignobile e illiberale, andando a comprimere la libertà di stampa e il diritto all’informazione tout court, è la previsione normativa di un potere autorizzatorio del Presidente del Consiglio Comunale in materia di registrazioni audiovisive delle sedute consiliari. Anche in questo caso, a parte l’inammissibilità di principio di un simile potere, non vi è traccia dei criteri che dovrebbero regolarne l’esercizio: chiamasi arbitrio!

A stoppare, almeno per il momento, lo scellerato disegno è però intervenuto un fatto imprevisto: la minoranza si è messa finalmente a fare la minoranza e attraverso il consigliere Maria Carone ― unica rappresentante del proprio gruppo presente, prima di abbandonare essa stessa l’aula, e, immaginiamo, ispiratrice dell’iniziativa ― ha chiesto al Sindaco di mettere ai voti la proposta di sospensione e rinvio della discussione; che bene ha fatto la maggioranza ad approvare con voto unanime. La Carone ha anche opportunamente chiesto che della redazione della bozza del regolamento si occupi un’apposita commissione consiliare; proposta avanzata con autorevolezza ed efficacia di argomentazione anche dall’ex consigliere Pietro Naso. Un altro ex consigliere, Pino Rombolà, ha posto l’accento sulla necessità di fare tutto quanto la legge consente per evitare che il Consiglio Comunale si autoriduca alla caricatura di se stesso. 

La sentita problematica è stata successivamente trattata in un’apposita riunione tra tutti i consiglieri, indetta dal Sindaco con modalità abbastanza irrituali. Non c’è stata, infatti, una formale convocazione del Consiglio, né si è trattato di un incontro informale, essendo stato l’invito diramato con nota protocollata. Da qui il dubbio di Viviana circa la “natura” dell’assise, che il successivo intervento del Consigliere Cosmo Vallone ― altro strenuo oppositore delle “mostruosità” contenute nel regolamento ― crediamo non sia valso a fugare; a nostro sommesso giudizio, infatti, la riunione del 12 ottobre non può essere assimilata alla seduta di una commissione consiliare ad hoc, per tre ordini di motivi:  1) la commissione non può avere la stessa consistenza numerica dell’organo assembleare di cui costituisce articolazione interna;  2) prima di essere convocata occorre che sia costituita;  3) le sue sedute sono ordinariamente pubbliche (speriamo che almeno la stampa sia stata ammessa a seguire i lavori di questo strano consesso, ma ne dubitiamo).

L’unica certezza è che ciò che si è detto e quali determinazioni siano state assunte in quella sede non è dato sapere.

Concludiamo rivolgendo al consigliere Carone il nostro apprezzamento per essersi opposta con fermezza ad un disegno liberticida, ponendo in essere un atto dal notevole valore simbolico: quello di abbandonare l’aula prima dell’inizio dei lavori, denunciando come lesiva della dignità istituzionale dell’ufficio di consigliere anche la sola partecipazione alla discussione circa l’approvazione di un regolamento destinato a tradursi in un’autoamputazione delle prerogative connesse al proprio ruolo di rappresentante del popolo.

                                                                                  Rodolfo Mamone

                                                   presidente associazione “DRAPIA IN EUROPA”

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One Reply to ““Un appassionato dibattito…anche in ambito extraconsiliare””

  1. COMPLIMETI A TE RODOLFO SONO CONTENTA PER CHE CUNOSCIUTO A TE IN DRAPIA . SALUTIAMO TUTTI DRAPIOTI ANCHE A TUA BELLA FAMIGLIA. CIAO TUTTI BUONA GIORNATA MANDA GIORGIA DA LA ROMANIA.MANDO UNO SALUTO SPECIALE PER MAMMA MARIANNA E CONCCETA

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