Il documento depositato dal gruppo “Passione Tropea”

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RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO (DOCUMENTO DEPOSITATO DAL GRUPPO “PASSIONE Tropea” AL CONSIGLIO COMUNALE DEL 6 OTTOBRE 2012):

Egregi Consiglieri,

se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, allora si sarebbe dovuto capire cosa sarebbe accaduto sin dall’insediamento dell’attuale amministrazione nell’agosto 2011. In quell’occasione, nel consiglio comunale, ben sei consiglieri di maggioranza non si fecero scrupolo di dichiarare falsamente di non trovarsi in situazione di incompatibilità con la carica ricoperta, mentre in realtà essi da anni non adempivano ai propri obblighi di pagamento dei tributi nei confronti dello stesso ente che rappresentavano e dal quale percepivano una indennità. Detti consiglieri, una volta scoperti dal gruppo di minoranza, non hanno sentito il dovere di rassegnare le dimissioni, trovando un supporto nel Sindaco, che giustificò il loro comportamento. Evidentemente forti di questo, nel consiglio comunale del novembre 2011 i consiglieri in questione dichiararono di aver sanato i rispettivi debiti, mentre invero non avevano pagato gli interessi di mora. Ancora una volta trovarono il supporto del Sindaco. La vicenda “tributi” è emblematica dell’agire di quest’amministrazione. La minoranza in questi mesi ha dovuto ingoiare molti bocconi amari, costretta addirittura ad ascoltare in consiglio comunale, da chi ha debiti esorbitanti con lo Stato, che il comune di Tropea sta facendo una lotta spietata all’evasione fiscale. Sarebbe il caso di dire che al danno si è aggiunta la beffa. Non ci vogliamo soffermare in questa sede su altre circostanze, ma ciò che oramai è evidente a tutti è che da simili amministratori non ci si può aspettare quel modus operandi che dovrebbe, anzi deve, ineludibilmente rispettare chi rappresenta una Istituzione dello Stato. In questi tredici mesi di amministrazione la maggioranza non si è concentrata sugli annosi  problemi sorprendentemente irrisolti dopo vent’anni di governo quasi ininterrotto dell’attuale Sindaco. I problemi delle scuole, della viabilità, della depurazione, della rete idrica sussistono ora in modo ancora più evidente e urgente rispetto al passato. Quest’amministrazione si è concentrata per distruggere tutto ciò che di buono, anzi di ottimo, era stato fatto e programmato nella breve parentesi di amministrazione dell’attuale minoranza in tema di stabilizzazione LPU, in materia di scuole, parcheggi sotterranei, aree verdi, ecc.; pur giovandosi, d’altra parte, degli ingenti guadagni derivanti dai famigerati parchimetri, dei benefici derivanti dall’ampliamento del cimitero, e di altre numerose opere e progetti che la precedente amministrazione è stata in grado di realizzare in un solo anno. La cosa più sconcertante e caratterizzante dell’attuale amministrazione è l’opera messa in atto per restituire il porto, la struttura pubblica più importante del territorio, e non solo di Tropea, alla società Porto di Tropea Spa. Appare opportuno fare una cronistoria, in quanto la concatenazione degli eventi farà comprendere ancora più chiaramente la gravità di quanto è accaduto.

 Nell’agosto 2011, appena insediata, l’amministrazione Vallone ha richiamato in carica i consiglieri di amministrazione in seno alla società Porto di Tropea Spa nominati dal comune e revocati dall’amministrazione precedente in seguito alla delibera di consiglio n. 42/2010 che stabiliva, tra le altre cose, la dismissione della quota di spettanza del comune nella società Porto di Tropea. Per inciso, si rileva che tale delibera è ancora oggi in vigore.

Nel settembre 2011 l’amministrazione comunale con una delibera di giunta che riporta dati palesemente errati, soprattutto nella parte in cui si riferisce agli incassi del porto nell’estate 2011, incarica l’avv. Spataro (nonostante il comune avesse già due difensori) di redigere un parere circa la possibilità che il comune mantenga la propria quota di partecipazione nella suddetta società Porto di Tropea Spa.

Nei primi giorni dell’ottobre 2011, poco prima dell’udienza innanzi al Tar di Catanzaro per la discussione del merito del ricorso intentato dalla società Porto di Tropea Spa contro il comune, l’amministrazione, sul presupposto che il comune stesso non riesce a gestire i servizi portuali, demanda al responsabile dell’area porto di affidare detti servizi tramite affidamento diretto ad una società esterna, secondo le previsioni del regolamento comunale dei lavori in economia. Subito dopo il responsabile dell’area ottempera alle direttive della giunta e affida i servizi della nautica da diporto per 60 giorni alla società Mercatore. Si rileva, a tal proposito, che detto affidamento contrastava con il regolamento dei lavori in economia all’epoca vigente, come tempestivamente segnalato da questo gruppo di minoranza.

La delibera di giunta e la determina di affidamento vengono esibiti, guarda caso, all’udienza svoltasi innanzi al Tar il 14 ottobre 2011 dall’avvocato che difende in giudizio la società Porto di Tropea Spa. L’avvocato Colaci produce detti documenti in udienza e per meglio sostenere la propria tesi difensiva mette in evidenza ai Giudici che è lo stesso comune ad ammettere la propria incapacità a gestire la struttura portuale. Ciò avviene sotto gli occhi sbalorditi degli avvocati Morcavallo e Assisi, difensori del comune, completamente ignari del fatto che il comune avesse emesso detti atti amministrativi affidando i servizi della nautica da diporto ad una società.

 Nel novembre 2011 l’amministrazione comunale indice una nuova procedura per l’ulteriore affidamento dei servizi portuali; vi partecipa solo la società Mercatore, che se la aggiudica. L’accordo prevede che la società aggiudicataria dovrà gestire i servizi fino al 30 aprile 2012 e poi in prorogatio per ulteriori sei mesi, quindi fino al 31 ottobre 2012.

 Nel contempo, il 24 novembre 2011, viene pubblicata la sentenza del Tar n. 1422/2011 che stabilisce la necessità dell’espletamento di una procedura di gara europea per il rilascio della concessione demaniale, così esprimendosi favorevolmente riguardo all’operato della precedente amministrazione con riferimento al non rinnovo della concessione alla società Porto di Tropea Spa. Secondo il Tar quest’ultima società ha il solo diritto di partecipare alla gara d’appalto. Il Tar inoltre, boccia l’internalizzazione della gestione che era disposta dalla precedente amministrazione per un anno. A tal proposito, peraltro, è importante rilevare che il giudice amministrativo afferma come lo stesso comune abbia sostanzialmente ammesso la propria incapacità a gestire la struttura, affidando i servizi ad una società. La sentenza del Tar è immediatamente esecutiva e dunque l’amministrazione comunale dovrebbe attivarsi subito per predisporre il bando di gara, ma non lo fa. Dal canto suo la società Porto di Tropea Spa, che ha subito una sonora sconfitta, alla fine del gennaio 2012 propone appello alla sentenza del Tar. Stranamente, la società Porto di Tropea Spa, pur avendone evidente interesse, non propone istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza stessa.

Intanto l’amministrazione comunale a metà del febbraio 2012 demanda al responsabile dell’area porto la predisposizione del bando di gara; tuttavia, dopo molti mesi di questo bando di gara non vi è alcuna traccia e il Sindaco non ha preso provvedimento alcuno nei confronti del responsabile incaricato. E ancora, l’amministrazione comunale, non si preoccupa di recuperare tutte le laute somme (centinaia di migliaia di euro) che la società Porti di Tropea Spa ha indebitamente riscosso dagli ignari diportisti quando già la concessione demaniale era scaduta.

Nell’aprile 2012 anche il comune propone appello avverso la sentenza del Tar, pur non avendone apparentemente interesse, considerato che il Sindaco Vallone si è sempre dichiarato decisamente contrario all’internalizzazione della gestione della struttura. La cosa più sorprendente è che proprio il comune presenta istanza per la sospensione dell’esecutività della sentenza del Tar. Ci si chiede: cui prodest? Pochi giorni dopo, in vista dell’udienza fissata per la discussione dell’istanza presentata dal comune, guarda caso anche la società Porto di Tropea Spa propone istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza del Tar. A questo punto ci sono tutti i motivi per ritenere che a fronte di una istanza presentata da entrambe le parti del giudizio il Consiglio di Stato conceda la tanto agognata sospensiva. Così’ non è. Il Consiglio di Stato non decide sull’istanza e rinvia l’udienza per la discussione del merito al 27 novembre 2012. Siamo ad aprile 2012, la sentenza del Tar è ancora esecutiva e la gara non è stata ancora bandita. Dunque la società Mercatore continua a gestire i servizi portuali. I mesi passano mentre l’amministrazione comunale e la società Porto di Tropea Spa con uno scambio di corrispondenza cercano di addivenire ad una transazione che ponga fine al contenzioso in essere con il rilascio, tra le altre cose, della concessione demaniale per cinquant’anni. Nonostante il parere decisamente contrario del gruppo di minoranza che ritiene che la transazione non sia legittima, l’amministrazione comunale va avanti per la sua strada, sulla base di convinzioni che non sono invero suffragate da nulla di concreto, se non da pareri generici resi dall’avv. Spataro e anche da note dell’avv. Morcavallo, a quanto afferma l’amministrazione comunale, omettendo però di chiarire il motivo per il quale nessuno degli avvocati ha inteso rendere sullo specifico punto della legittimità della transazione un parere pro veritate. L’amministrazione omette anche di indicare negli atti emanati che esiste una nota dell’avv. Assisi, il quale sollecita il rispetto della normativa vigente e della sentenza del Tar.

 Orbene, gli argomenti giuridici, fattuali e numerici posti alla base della scelta dell’amministrazione comunale sono talmente infondati e inconferenti che non vale neanche la pena di replicare o smentire. Il punto è che l’amministrazione è convinta di rilasciare la concessione demaniale alla società Porto di Tropea Spa per cinquant’anni e in vista di ciò emette la delibera di giunta n. 119/2012 con la quale, sulla scorta della prossima transazione, e per una urgenza che è in verità insussistente (considerato che la società Mercatore gestisce ancora i servizi portuali in prorogatio) demanda al responsabile dell’area urbanistica di rilasciare una concessione demaniale provvisoria per sessanta giorni in favore della società Porto di Tropea Spa. Sulla scorta della delibera di giunta il responsabile dell’area urbanistica nel luglio scorso emana la concessione provvisoria n. 7/2012, citando anche una nota della Regione Calabria, che, su richiesta del comune, in ragione dell’urgenza e del pericolo per la pubblica incolumità, conferma la legittimità di una concessione provvisoria in sussistenza dei presupposti di legge. Sorprendentemente l’atto emanato dal responsabile dell’area urbanistica viene firmato anche dal Sindaco; ciò è veramente insolito, atipico, e fa pensare a una sorta di condivisione delle responsabilità richiesta al Sindaco dal responsabile d’area. La concessione demaniale provvisoria rilasciata a favore della società Porto di Tropea Spa consente a quest’ultima di introitare gli incassi del porto proprio nel periodo in cui sono più elevati e anche meno controllabili, visti i numerosi transiti. Occorre chiarire un punto. Mentre la società Mercatore da ottobre 2011 a luglio 2012 ha gestito i servizi portuali (peraltro con una procedura di cui la minoranza ha contestato la legittimità) percependo un compenso mensile per l’attività svolta, così rimanendo gli introiti del porto nelle casse comunali, grazie al rilascio della concessione demaniale provvisoria in favore della società Porto di Tropea Spa, quest’ultima, e non il comune, si è giovata dei guadagni del porto nel periodo più redditizio dell’anno (da metà luglio a metà settembre scorsi). Chiarito questo punto, torniamo a fare il resoconto dei fatti.

La Regione Calabria, in seguito a una dettagliata informativa fatta da questo gruppo di minoranza ha inviato al comune di Tropea una durissima nota con cui ne ha criticato il comportamento; il comune infatti ha indotto la Regione a rendere parere favorevole al rilascio della concessione demaniale provvisoria senza rappresentare il reale stato delle cose. Da qui la decisione della Regione di inviare gli atti alla Procura della Repubblica, non senza ribadire la necessità dell’espletamento di una procedura di gara europea per il rilascio della concessione demaniale. Per tutta risposta il Sindaco Vallone scrive una lettera alle Autorità competenti esponendo per l’ennesima volta la convenienza della transazione per il comune e rivendicando la competenza esclusiva dello stesso comune in materia. Anche tale nota riporta dati giuridici e fattuali totalmente infondati e non è un caso che l’illustre professionista che probabilmente ha contribuito con un supporto tecnico alla predisposizione della nota in questione non abbia fornito all’amministrazione un parere pro veritate riguardo alla legittimità della  transazione. La nota del Sindaco, purtroppo per lui, non sortisce l’effetto sperato, in quanto, anche all’esito dei tavoli tecnici richiesti dall’amministrazione comunale al Demanio e alla Regione, quest’ultima ha ribadito la necessità dell’espletamento di una procedura di gara europea per il rilascio della concessione demaniale. In altre parole, la transazione non è fattibile. L’amministrazione Vallone è stata quindi messa con le spalle al muro.

Il Sindaco a questo punto emette una ordinanza con la quale stabilisce il pubblico uso del porto.

 E’ il caos.

La società Porto di Tropea Spa lasciando la struttura interrompe l’erogazione di acqua, energia elettrica, toglie le sbarre di accesso al porto (comprate dal comune), apre i cancelli dei pontili. I dipendenti della società Porto di Tropea Spa sono in subbuglio per la perdita della propria fonte di sostentamento, i diportisti temono il furto delle proprie imbarcazioni.

 In questo stato di cose il Sindaco matura la decisione di fare un comizio affacciato dal solito balcone dell’Antico Sedile nella solita piazza Ercole. Nonostante questo gruppo di minoranza abbia chiesto più volte di discutere l’argomento in consiglio comunale, laddove la cittadinanza è rappresentata dai consiglieri eletti ai quali ha conferito mandato, il Sindaco e la maggioranza si sottraggono al dibattito, preferendo il facile monologo nella pubblica piazza al democratico confronto fra le parti politiche. La grave scorrettezza istituzionale che mal cela una grande debolezza però non paga. La freddezza della gente alle improbabili affermazioni e giustificazioni fornite dal Sindaco sulla questione porto è palpabile.  La verità è sotto gli occhi di tutti, mentre il Sindaco tenta di convincere ancora e ancora la convenienza della transazione con la società Porto di Tropea Spa, arrivando addirittura ad affermare che il precedente Prefetto di Vibo Valentia si era espresso in senso favorevole alla transazione, che purtroppo non si farà per colpa di Adolfo Repice. E poi, tra lo stupore generale, il Sindaco anticipa che a questo punto si adopererà per l’autoattribuzione della concessione demaniale. Ecco, dunque, a cosa serviva il comizio; a preannunciare una decisione fino a quel momento ritenuta dal Sindaco stesso estremamente sconveniente. La gente è basita nell’apprendere che il Sindaco ha deciso di percorrere quella stessa strada che fino a quel momento aveva considerato come quella più dannosa per il porto.

Nei giorni seguenti viene indetto il consiglio comunale per il giorno 30 settembre, per come richiesto già il mese precedente dal gruppo di minoranza ( e non trattato nel corso del consiglio comunale del 14 settembre per una pretestuosa questione pregiudiziale posta dalla maggioranza) per deliberare la revoca della delibera di giunta n. 119/2012 che anticipava la transazione e che dava mandato al responsabile per il rilascio della concessione provvisoria in favore della società Porto di Tropea Spa.

Due giorni prima del consiglio l’amministrazione comunale fa dietrofront e con la delibera n. 163/2012 revoca la delibera di giunta n. 119/2012, dando inoltre mandato al responsabile dell’area urbanistica di procedere all’espletamento della procedura per l’autoattribuzione della concessione.

 Non si può non rilevare l’estrema contraddittorietà della condotta dell’amministrazione comunale e la gravità della condotta stessa. Basti pensare per esempio alle enormi somme che certamente la società Porto di Tropea Spa ha incassato grazie ad una concessione provvisoria che non era legittima. Chi ne pagherà le conseguenze? Certamente allo stato attuale le conseguenze le pagano le casse comunali. Non si può, ancora, omettere di rilevare come la decisione del comune di procedere all’autoattribuzione della concessione sia non solo opposta alle ferme convinzioni sempre esternate dal sindaco Vallone, ma anche a quanto statuito dalla sentenza del Tar. Se il Sindaco voleva chiedere l’autoconcessione perché non lo ha fatto nell’ottobre 2011, invece di affidare i servizi alla Mercatore e fornire argomento utile alla difesa della società Porto di Tropea Spa circa l’incapacità del comune di gestire la struttura, come è emerso anche in sentenza? Perché non prendere prima una tale decisione, così evitando di danneggiare lavoratori e diportisti e di far conseguire lauti guadagni alla società Porto di Tropea Spa? La risposta è logica. Fino a quando l’attuale amministrazione ha ritenuto di poter arrivare alla sottoscrizione della transazione con la quale la società Porto di Tropea Spa avrebbe avuto la concessione demaniale per cinquant’anni ha sostenuto che il comune era incapace di gestire la struttura. Ora che la transazione è sfumata allora l’amministrazione decide di procedere all’autoconcessione.

Questa condotta non può che essere duramente contestata da chi, come il gruppo di minoranza, ha sempre agito con la massima coerenza nel rispetto delle regole e nell’esclusivo interesse pubblico. Il porto di Tropea Spa è la struttura pubblica più importante del territorio e merita di essere salvaguardata, così come meritano di essere salvaguardati i posti di lavoro e l’immagine di Tropea.

Un uomo, soprattutto quando ricopre cariche pubbliche, ha il dovere della coerenza e deve assumersi le responsabilità per le conseguenze delle proprie azioni. Il Sindaco Vallone non può pensare di poter cancellare con un colpo di spugna tutti gli atti che ha fatto in vista della transazione con la società Porto di Tropea Spa, anche perché detti atti hanno portato all’attuale situazione del porto.

Un accenno va fatto anche alla condotta e coerenza dimostrata dal responsabile dell’area urbanistica che in soli quindici giorni ha reso due pareri le cui conclusioni sono tra loro totalmente contrastanti. Ciò sarà certamente fonte di responsabilità, ma è comunque sconcertante assistere a repentine marce indietro eclatanti da parte di chi ha l’onore e l’onere di gestire la cosa pubblica.

Basta girare intorno alle cose con atti articolati che non riescono però a celare la verità dei fatti. Le possibilità sono due: o la transazione è legittima o non lo è. E visto e considerato che anche nel pubblico comizio di qualche giorno fa Vallone ha ribadito la legittimità e la convenienza per il comune della transazione con la società Porto di Tropea Spa, è necessario che prosegua fino alla fine nella strada che ha intrapreso e che ha sempre sponsorizzato. Non può affermare, perché non ci crede nessuno, che la transazione non si fa per colpa della minoranza.

L’amministrazione ha i numeri per procedere alla transazione, mentre d’altra parte la minoranza non ha i numeri per impedirlo, avendo la sola possibilità (anzi il dovere) di portare la vicenda all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria. Nel caso in cui il Sindaco e questa maggioranza non fossero in grado di essere coerenti con quello che è stato fino ad ora il loro operato, come hanno già dimostrato revocando la delibera di giunta n. 119/2012, allora hanno una sola via d’uscita: le dimissioni. Esse sono la giusta conclusione, l’ultimo atto di una amministrazione fallimentare sotto ogni aspetto, primo fra tutti quello della lealtà e della correttezza nei confronti della cittadinanza e delle regole democratiche.

Gaetano Vallone, nonostante quanto ha sempre affermato, nel corso degli anni ha dimostrato nei fatti un attaccamento spasmodico alla fascia da Sindaco, non accettando, da ultimo, il risultato delle urne. La sua pervicacia lo ha portato fin qui, ma ci sono vittorie che nel tempo si rivelano più ingloriose delle peggiori sconfitte.

Il gruppo Passione Tropea

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