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Uno dei più inquietanti “sprechi” della politica calabrese

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Il consigliere regionale Alfonsino Grillo

RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO. “La mancata approvazione della legge di riforma dell’Afor, fortemente sostenuta da questo Governo, rappresenta uno dei più inquietanti “sprechi” della politica calabrese. Di questa giornata d’autunno, a fine pagina, resta, almeno per ora, la differenza fra ciò che siamo e ciò che potremmo diventare e l’opposizione ha la piena responsabilità di questa differenza. la stessa opposizione che, comportandosi da “minoranza capricciosa” con un atteggiamento ostruzionistico ha privato la Calabria dell’ennesima occasione di “cambiare” per “migliorare”. Una modifica, quella proposta nella legge di riforma che, in questo momento storico così particolare, sempre continuando a garantire i livelli occupazionali, avrebbe potuto rispondere a varie necessità, tenendo conto delle esigenze di rinnovamento e di adeguamento ai tempi di un Ente che, opportunamente rivisto, avrebbe affrontato a testa alta il futuro, puntando su produttività, professionalità e, di conseguenza, efficacia; una modifica che, soprattutto, avrebbe inciso profondamente sulla situazione socio-economica della nostra Regione. Siamo un “Governo di riformatori”, questo è innegabile, quasi rivoluzionari, di fronte ad opposizione e sindacati che, forse confusi, si credono altro. L’impegno di questa classe dirigente si è concentrato da subito su una ristrutturazione sostanziale del sistema, abbiamo individuato i punti deboli e le criticità stabilendo delle priorità su cui agire, ci siamo mossi per gradi, ma  sempre in maniera diretta, puntando decisi all’obiettivo per accompagnare la Calabria nel futuro. Sanità, ambiente, tutela del territorio, cultura, recupero e rimodulazione dei fondi europei, abbiamo agito per risolvere tutte le problematiche che si sono presentate “stagnanti” ai nostri occhi, abbiamo voluto cambiare per adeguarci ai tempi, al mondo che cambia seguendo ritmi diversi dai nostri e di gran lunga più veloci. La mancata riforma Afor non rappresenta la “prima importante sconfitta politica di Scopelliti”, perché, il coraggio di proporre politiche veramente “alternative”, lontane da forme clientelari e finalmente libere di fare il bene del proprio popolo, così come la capacità di attuare cambiamenti “epocali” che  avvicinano la Calabria al complesso progetto europeo, non possono essere considerate “sconfitta”. La verità è che se non si è arrivati a riformare l’Afor è per una “carenza legislativa” e, chi ha scelto di non confrontarsi, restando in una specie di sterile limbo in cui non si agisce, ma si manda avanti la “parte debole” non può pensare ad una “vittoria”. Quei duemila lavoratori che, confusamente aizzati da partiti e sindacati, protestavano fuori dal “Palazzo” non hanno tenuto conto che dentro l’aula la maggioranza, compatta, votava per difendere le loro esigenze, onorando con coscienza la preferenza che il popolo sovrano le aveva affidato. La stessa maggioranza, quella che qualche consigliere d’opposizione pensava di poter forse ricattare non partecipando al voto,  domani potrebbe imporsi, applicando magari l’articolo 58 del Titolo XI, riformando quindi lo statuto e garantendosi la “vittoria” alle prossime votazioni, e che invece, possedendo le qualità necessarie per meritarsi la stima del proprio popolo, preferisce andare a spiegare ai dipendenti Afor, sui cantieri e dove sarà necessario, che la riforma è volta a tutelare principalmente i loro interessi e la loro dignità di lavoratori, perché il Governo regionale vuole rendere questo Ente un sistema finalmente produttivo, capace di autogestirsi finanziariamente. E’ così che intendiamo “richiamare l’attenzione dei calabresi”, aprendoci ancora di più al dialogo, ma con coloro i quali sono direttamente interessati dalla riforma, non certo con chi abbandonando le aule dove si vota, o agendo in spregio alla democrazia ed al potere conferito ad ogni consigliere dal popolo, pensa di togliere alla Calabria la possibilità di migliorarsi. La “controriforma sventata” di cui si è parlato nei giorni scorsi riaccenderà la miccia dell’attenzione pubblica su un settore strategico per le politiche ambientali, un settore a cui si vuole dare finalmente il ruolo di protagonista. Siamo una politica che vuole riformare, affondiamo le nostre radici nella continuità, certo, ma è il cambiamento che ci regala i rami, potremmo tagliargli, come vorrebbe l’opposizione, ma  noi vogliamo estenderli, curarli e farli crescere fino a raggiungere nuove altezze.

Alfonsino Grillo, Consigliere regionale

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