Quando gli organizzatori sono venuti in studio per invitarmi alla realizzazione di un murales in ricordo di quelli fatti venti anni fa con don Salvatore, posi una sola condizione: che fosse un murales corale con la partecipazione dei bambini e della popolazione. Ci fu un incontro nel quale definimmo il filo conduttore della memoria e della speranza e diedi ad Alessandro uno schizzo, con l’impegno di recuperare immagini e foto che in pochi giorni mi consegnò. Da li la realizzazione in scala 1 a 10 del bozzetto che proiettammo sera di ferragosto. L’opera pensata per il grande muro di fronte la scuola elementare, diviso da una doppia scala centrale, si sviluppa su due tematiche complementari: sul lato sinistro i colori della memoria con i temi dell’identità del paese, i due vecchi sull’uscio e la figura di un anziano che legge un libro al bambino, rappresentazione dei grandi valori che i nostri antenati ci hanno tramandato e che oggi, tra badanti e ospizi, si stanno perdendo. A seguire alcune tematiche che scandiscono il tempo e le stagioni della comunità, la sua religiosità con la processione di San Sebastiano, il bucato alla fontana luogo di tante storie d’amore, la panificazione, con l’aratura e la mietitura momento di lavoro, speranza e sussistenza della nostra civiltà contadina. Al centro della doppia scala lo stemma del comune con il logo dell’associazione (Gruppo Amicizia Pernocari) promotrice di questo progetto il cui simbolo è la mano di Cristo dalla quale sgorga l’acqua e da dove parte un arcobaleno che si espande in forma elicoidale, come il DNA della vita dei bambini del paese che, da Domenico seduto pensieroso sui gradini, si sviluppano nei giochi dell’infanzia: la corda, la campana o trenga, il girotondo, il pirrocciolo, il tutto si conclude con il ragazzo che guarda l’amico che suona il tamburello per ricordare che bisogna attivare la sveglia e vivere il proprio domani. Insieme all’arcobaleno c’è un volo di colombe che si ricollega al monumento che ho realizzato in piazza per indicare che senza pace non c’è futuro. Nel paesaggio del paese che apre il murales gli autoritratti di Pino Pontoriero e Nicola Camillò e nella parte finale quello mio insieme a quello di Irene Pata una bambina del paese in rappresentanza dell’entusiastica partecipazione, con la quale coloriamo l’arcobaleno con la madonna della pace e la chiesetta della Croce di Pietra chiude il murales in un abbraccio del
paese con la vita dei suoi abitanti. Vivere questa esperienza non sta solo nelle dimensioni (circa cento metri quadrati) e nella qualità dell’opera ma nella coralità di quest’ultima che ha visto maestri come Pino Pontoriero aderire con entusiasmo e gratuitamente (come solo chi ama l’arte è capace) insieme a giovani artisti quali Nicola Camillò, Pantaleone Rombolà, Antonino Gaudioso. Dall’Argentina ha partecipato l’artista Maya Lopez Muro cara amica di don Salvatore che aveva già realizzato le vetrate della chiesa di Mesiano e che ha inserito i suoi colori vivacizzando con i frutti e i fiori della nostra terra che sembrano sgorgare dal suono della zampogna e lo scuolabus dove il ritratto di don Salvatore che suona la fisarmonica ci ricorda la sua presenza fra noi. A rendermi orgoglioso di questa iniziativa sono stati i circa venti bambini e trenta adulti di cui non ricordo il nome ma porto impressi nella memoria i loro volti dei quali i video e le foto daranno si testimonianza ma non potranno trasmettere l’emozioni che ognuno porterà per sempre dentro di sé. Un grazie all’associazione G.A.P e al suo presidente Pasquale Maiorano che ha partecipato alla realizzazione del murales insieme ad Alessandro, Maurizio e Maria Rosa Pata, Domenico Navarra, Michele De Pasquale, Cocimo Pontoriero, Navarra Antonella , Daniela Pontoriero, Michele Marturano e i componenti dell’associazione, all’amministrazione comunale e al sindaco di Rombiolo Giuseppe Navarra . Ma il grazie di tutti noi va a Don Salvatore che ci ha unito nel suo ricordo e sicuramente da lassù ci avrà sorriso per questo fiore di cento metri quadrati di cuore e colori.
Antonio la Gamba