Drapia, l’antico e glorioso Monastero dimenticato

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Tanto antica quanto gloriosa è la storia del Monastero di San Sergio e San Bacco che sorgeva nella vallata tra Drapia, Zaccanopoli e Tropea, del quale oggi rimangono solo pochissimi resti. Il convento in questione fu fondato nel 700 e, tra alterne vicende, la sua storia si protrasse per più di mille anni fino al XVIII secolo (vissero qui sia monaci basiliani che francescani e fu meta di continui pellegrinaggi). I monaci che risiedevano in questo luogo hanno avuto estrema importanza per il circondario. Aiutavano i bisognosi, istruivano la popolazione, distribuivano “medicinali”, etc, etc; insomma: i frati che nei secoli hanno abitato questo monastero hanno veramente rappresentato la luce per questi luoghi.  Il merito di aver riportato alla luce la memoria di questo convento spetta a Gabriella Perucchini, musicista colta che passa da tanti anni le proprie vacanze a Drapia, la quale ha approfondito la storia del monastero. Il risultato delle sue ricerche è stato racchiuso in un libro, intitolato appunto: L’antico Monastero di San Sergio e San Bacco, uscito due anni fa, edito dalla Meligrana Editore, che è stato presentato sia a Drapia che a Tropea. Nel sito in cui sorgeva il glorioso monastero, oggi, come accennato, non c’è quasi nulla: sono infatti visibili solo delle colonne, tra l’altro in pessimo stato (alcuni quadri appartenuti al convento si trovano nella chiesa di Drapia, mentre il tabernacolo del monastero è custodito nella chiesa di Caria). Se venissero stanziati fondi si potrebbero intraprendere degli scavi archeologici e qualcosa verrebbe sicuramente alla luce, se non altro si potrebbe individuare il perimetro esatto del convento e qualche altro oggetto significativo che permetterebbero di scrivere più dettagliatamente molte pagine di storia del circondario. Il Monastero di San Sergio, come sanno bene i nostri lettori, è solo uno dei tanti tesori “nascosti” nel sottosuolo drapiese, nascosti e dimenticati.

Gabriella Perucchini, autrice del libro sul Monastero di San Sergio e San Bacco

Nelle scorse settimane abbiamo già parlato di tutti gli altri siti archeologici disseminati nel territorio comunale drapiese, tutti in uno stato di assoluto degrado e abbandono; ed a quell’elenco, Grotta di Santu Liu dell’anno mille, “Tombe Saracene” del medioevo, Torre Galli dell’età del ferro, ora aggiungiamo anche questo. E non finisce qui. Ve ne sono altri, dei quali vi parleremo in futuro. Per il recupero e la fruibilità di questi siti per fini culturali e turistici, finora è stato fatto ben poco (utilizziamo un eufemismo). Di recente l’amministrazione comunale drapiese ha inserito tutti questi siti in una richiesta di un faraonico finanziamento da spartire con altri comuni del circondario (Pisl Tropea e dintorni). Difficile che il progetto vada in porto, molto difficile. Ed anche se ciò dovesse succedere, considerando tutti i ritardi burocratici e amministrativi, chissà quando si farà veramente qualcosa, perlomeno per preservare questi luoghi. E pensare che per proteggere alcuni di essi vi è estrema urgenza e basterebbero poche migliaia di euro, oltre che un briciolo di buona volontà. Questo non lo diciamo noi, ma ce lo hanno riferito alcuni esperti (anzi, luminari) del settore. In particolare per proteggere i dipinti antichissimi della Grotta di Santu Liu basterebbe tagliare un albero che da tempo impedisce ai raggi del sole di penetrare nell’anfratto e che sta mettendo a serio rischio la tenuta degli affreschi, dipinti che, sempre a detta di esperti del settore, si potrebbero inoltre preservare incaricando dei restauratori per un impegno di spesa di poche migliaia di euro (soldi necessari, ripetiamo, non per rendere fruibile questa grotta che si trova in un dirupo inaccessibile, ma per proteggere i dipinti). Tuttavia, questi appelli sono caduti finora sempre nel vuoto. Gli amministratori continuano a spendere centinaia di migliaia di euro per cementificare e fare dei marciapiede. A loro, come dimostrano i fatti, poco o niente interessa di questi siti archeologici per i quali non si degnano di spendere, pur avendo la possibilità di farlo,  neppure poche migliaia di euro.

MarioVallone

I ruderi dell’antico Convento

 

Il prezioso tabernacolo appartenuto al Monastero di San Sergio e San Bacco, oggi custodito nella chiesa parrocchiale di Caria

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One Reply to “Drapia, l’antico e glorioso Monastero dimenticato”

  1. Drapia è il paese di origine dei miei Nonni e per me è un paese unico meraviglioso che non può essere dimenticato nè essere abbandonato a se stesso. Comune che raccoglie più paesei, è riamsto isolato per una strada senza uscita che ne fa perdere le tracce. Ho lottato per quel tratto di strada che porterebbe Tropea a due minuti da Drapia ridando vita ad un paese che non ha più un Bar, una Farmacia, un emporio. Sale da Tropea il furgone con il pesce e i prodotti esseziali ma è solo per la volontà di un uomo generoso che arriva fino a Drapia nn per guadagnare la sua giornata ma per non lasciare 80 vecchiette senza il pane ! Voi giornalisti e voi che amate le terre di qualcuno non potete arrivare a Drapia e vedere che panorama unico offre la mia terra di origine ?
    Laura Ceccarelli

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