“Per fare affermare la legalità e combattere il crimine serve la collaborazione dei cittadini. Qui, però, noi abbiamo potuto contare sulla collaborazione degli extracomunitari e non su quella della gente del posto. E questo è grave”. Lo ha detto il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, affrontando con i giornalisti le principali tematiche sociali e di ordine pubblico che riguardano il territorio provinciale. “La criminalità del Vibonese – ha aggiunto Di Bari – passa attraverso vari segmenti. Vi è una situazione di illegalità che riguarda gli enti locali, che poi vengono sciolti per infiltrazioni mafiose. Vi sono, poi, i reati commessi dalla criminalità organizzata vera e propria e sui quali vi è un’infaticabile quanto difficile attività investigativa da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, con ottimi risultati. Poi c’é la criminalità comune, che incide anch’essa in maniera fortemente negativa sul territorio. Permangono, infine, situazioni altrettanto gravi che coinvolgono molto da vicino le imprese locali. Negli ultimi mesi la Prefettura di Vibo Valentia ha rilasciato un numero enorme di segnalazioni all’autorità giudiziaria. Sono state poi redatte 37 informative interdittive e 26 misure atipiche riguardanti le imprese locali”. Secondo Di Bari, dunque, “la realtà criminale del Vibonese é variegata e la sua lettura va fatta a 360 gradi. Il reato può, infatti, partire dal cittadino comune, che vive un forte dissidio, fino ad arrivare a coinvolgere le imprese. Da qui una lettura del territorio è complessa e articolata. Ma se si pensa al numero di informative che abbiamo redatto, vuol dire che lo Stato ha al suo interno gli anticorpi per rispondere immediatamente a queste situazioni”.
E nel sottolineare il lavoro svolto dalle forze dell’ordine «che va oltre ogni possibile immaginazione» il prefetto Michele di Bari ha posto l’accento sull’efficacia che il presidio del territorio sta dimostrando. «Una sfida – ha detto – sulla quale scommettiamo tutti i giorni». Una sfida non certo facile considerate le varie armi sfoderate dagli sfidanti che colpiscono su diversi terreni.
Ciò nonostante il Prefetto non si arrende. Non si nasconde dietro un dito e non cerca di sminuire, nella sua “lettura”, la portata delle dinamiche che attraversano il Vibonese. È convinto, però, che la parte sana della società – che non è poca – possa ancora sferrare il colpo decisivo affinché si possa vincere la sfida. Ma come sempre è questione di scelte e di comportamenti. Di sapere da che parte stare, senza se e senza ma.
«Noi ci siamo, lo Stato c’è – ha ribadito il Prefetto – ed è capace di dare risposte non lasciandosi sconfortare da una situazione complessa e certamente difficile».