E’ a dir poco impietoso, anche quest’anno, il bilancio degli incendi estivi che hanno martoriato la nostra Provincia: sono stati letteralmente distrutti dalla furia delle fiamme 47 ettari di superficie boscata e 390 non boscata (dati riferiti pochi giorni fa dai Vigili del Fuoco e, purtroppo, ancora non definitivi). Le forze messe in campo per contrastare questo fenomeno (Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Corpo Forestale dello Stato, etc), nonostante il coraggio e la tenacia dimostrata più volte da questi uomini, spesso non sono sufficienti; ecco, quindi, che servirebbero, almeno per la stagione estiva, più risorse umane. Una proposta in tal senso, anzi uno sprone rivolto a tutti i cittadini ed alle istituzioni, proviene da Alfredo Padula, brattiroese da anni trapiantato a Torino, sempre attaccato alla sua terra ed al suo paese. Alfredo, padre di tre figli, dedica buona parte del suo tempo libero al volontariato. “Specialmente adesso che da tempo ormai ricopro la carica di Vigile del Fuoco Volontario –ha affermato Padula- vorrei dare un suggerimento ai miei carissimi corregionali e specialmente ai giovani, di formare e fondare un Distaccamento Volontari VVFF. Dietro a tutto ciò –ha ammesso Alfredo- c’è un sacco di burocrazia, ma tale scoglio con la serietà e la caparbietà di ognuno si potrà superare.” C’è da dire che, nel vibonese, l’idea di creare un distaccamento di volontariato nei Vigili del Fuoco non è nuova. Poco tempo fa, infatti, è stato fatto un corso per istituire un distaccamento a Filadelfia. Tuttavia, a parte l’iniziativa filadelfiese, non sono stati realizzati altri progetti simili, almeno nella zona del Poro, territorio cui Alfredo si riferisce. Come ci ha spiegato lo stesso Padula con competenza e passione, tale volontariato nei Vigili del Fuoco “è diverso da quello nella Croce Rossa o nella Protezione Civile. E’ un volontariato diverso in quanto chi vi partecipa è sotto l’egida a tutti gli effetti del Ministero dell’Interno. Per diventare vigile del fuoco volontario –ha aggiunto- bisogna essere idonei alla visita del Comando Provinciale e poi alle visite fatte dall’Ente Ferrovie. Quindi dopo l’idoneità il Ministero decreta che gli interessati saranno iscritti nelle liste provinciali dei cosiddetti “discontinui”. Arrivato il decreto direttamente da Roma, i discontinui possono partecipare al corso. Tale corso –ha precisato Alfredo- consiste in 120 ore di corso pratico e teorico con esamino finale e viene organizzato ed effettuato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.” Insomma, l’iter burocratico per creare un distaccamento di volontari dei Vigili del Fuoco non è brevissimo e semplicissimo, ma, considerando che gli incendi nel vibonese, come dimostrano i fatti, sono un vero problema, sarebbe opportuno darsi da fare per istituire queste squadre, o perlomeno provare a crearle e sollecitare i cittadini ad aderirvi. “Ci deve essere –ha spiegato in tal senso Padula- anche un interessamento politico locale.” Quello che secondo il volontario “piemontese” è altresì importante “è lo scopo e l’utilità di un Distaccamento Volontari: aggregazione di persone serie e competenti;
prospettiva di lavoro visto che un volontario giovane ha la prelazione nei concorsi dei VVFF; prestigio, perché no, per il territorio che ospita il Distaccamento; l’onore, per ognuno dei volontari, di indossare una divisa così importante.” A tutto ciò va aggiunto, come evidente, che questi volontari non andrebbero a dare una mano solo per quanto riguarda lo spegnimento degli incendi, ma sarebbero pronti a rendersi utili per qualsiasi intervento: dalla fuga di gas agli incidenti stradali. “Noi a Cocconato –ha concluso Padula- facciamo quasi 1000 interventi all’anno e gli interventi sono di varia natura, qui nel territorio del Poro bastano gli innumerevoli incendi boschivi per giustificare una tale bellissima e importantissima attività di volontariato”.
MarioVallone