03/08/12. Per la nona edizione del Tamburello festival, l’associazione organizzatrice Aramoni di Zambrone ha scelto un titolo quanto mai evocativo: “Passate della memoria”. Quando si parla di “passate” si pensa immediatamente ai vellutati sughi di pomodoro fresco, al profumo di cibi squisiti, alla freschezza dei frutti della terra. Si pensa anche, immediatamente, alle “passate stagioni” leopardiane, con la loro malinconia e quel senso di ineluttabilità che accompagna gli scritti nostalgici. E tuttavia le passate a cui fanno riferimento gli aramonesi non sono né ghiotte pietanze e né lamenti nostalgici, bensì motivi, tessuti musicali di natura identitaria sui quali incastonare le parole di una canzone o articolare i passi di una danza come la “rota” con il suo alternarsi dinamico eppure ordinato di danzatori e i suoi sottili equilibri sociali.
Il Tamburello festival 2012 dedica, quindi, la sua serata di punta alle passate e alle loro danze, ai motivi tipici delle diverse zone della regione e ai sapori, agli odori, alle storie e alle immagini che le accompagnano, alla rievocazione fedele eppure dinamica di una storia millenaria di dominazioni, riscatti e continui incontri fra culture diverse. Dedica la sua serata alla memoria di un passato che, proprio come le passate, non fa che ripresentarsi nelle sue variazioni sul tema, come rappresentazioni e immaginari di volta in volta riattualizzati, ma sempre antichi. Diversi e talentuosi i musicisti che si esibiranno nelle passate delle loro zone di origine. Dopo una parentesi di parole passate, con il ricordo del regista da poco scomparso Vittorio De Seta che ha dedicato tanto del suo lavoro all’amata Calabria, si esibiranno Dericati e Salvatore Megna: i Dericati, in molti dialetti calabresi “radici”, sono un gruppo di ricercatori e suonatori di musiche e motivi tradizionali delle diverse zone di provenienza dei suonatori; Salvatore Megna è, invece, un “mastru cantaturi” per tradizione e percorso formativo, un autentico cantore e portatore delle tradizioni musicali della sua zona che accompagna con il suo strumento d’elezione, la chitarra battente. Dopo aver ripercorso le radici di una tradizione musicale doppiamente millenaria, i Lisarusa costituiranno un momento di gradita commmistione fra antico e moderno: il gruppo, prende il nome da una leggendaria fanciulla chiamata Lisa “a russa”, emblema ideale di una Calabria prima pagana, poi Cristiana e infine preda dei Saraceni e si dedica, fin dal 2004 allo studio e alla rielaborazione di canti, sonate e tradizioni musicali delle diverse zone della Calabria e in particolare di Guardavalle, un paesino in provincia di Catanzaro da cui il gruppo ha preso origine.
Per concludere la serata, di nuovo un passo alle radici con l’esibizione, “nomen omen”, dei Radici Calabre, in realtà giovanissimi suonatori che hanno riscoperto la musica tradizionale e l’hanno maturata fuori dall’ambiente tradizionale, nel campus universitario dell’Università della Calabria, producendo una forma di “folk-revival” matura eppure fresca e vivace e accompagnandosi con strumenti tradizionali come la lira battente o la zampogna. Insieme al variegato e complesso percorso delle esibizioni musicali, la rievocazione in musica della storia e della tradizione della Calabria si arricchirà con i gusti e i sapori della “Sagra Aramonese”, quest’anno più che mai attenta alle diverse tradizioni culinarie della Calabria, ma soprattutto ai diversi e lontani natali, in Grecia come in Medio Oriente, delle pietanze salate e dolci e dei vini a disposizione di ogni palato.
Per soddisfare la vista e l’udito, oltre al palato, insieme al concerto gli Aramonesi hanno organizzato la tradizionale danza amorosa dei giganti a rievocare la struggente storia d’amore fra Mata e Grifone a cavallo tra due culture e il beneaugurante rogo della “cameiuzza”, simbolo della liberazione normanna dalla dominazione saracena e, quindi, del riscatto calabrese da ogni forma di giogo.
Eleonora Lorenzo
Pubblicato su Calabria Ora il 2 agosto 2012, p. 28