29/07/12. Ancora un quadro impietoso del nostro mare con risultati, rispetto allo scorso anno, praticamente immutati. L’istantanea, con esiti pressoché identici – almeno per quanto riguarda la costa ricadese – alle ultime analisi effettuate nel luglio 2011, è quella presentato nei giorni scorsi da Goletta Verde e non lascia grandi margini di speranza. Su ventiquattro campioni prelevati nelle foci di fiumi e torrenti calabresi, ma anche nelle spiagge segnalate, ben sedici sarebbero fortemente inquinate, mentre le restanti tre risulterebbero inquinate. Una situazione border-line che dipenderebbe in gran parte dalla mancanza, ormai cronica, di impianti di depurazione efficienti sparsi per tutta la regione. E la situazione si fa ancora più difficile dove i depuratori sono completamente assenti e che fanno salire a oltre il cinquanta per cento la percentuale regionale della popolazione non coperta da impianti depurativi realmente funzionanti.
Una situazione scandalosa (in cui la Calabria risulta la penultima regione in tutta la penisola) in una regione dove il turismo dovrebbe essere la parola d’ordine per lo sviluppo economico e dove invece, sulle sei campionature effettuate nella provincia di Vibo Valentia, tutte e sei hanno avuto risultati poco incoraggianti. Dicasi lo stesso per il comune di Ricadi, meta di migliaia di turisti ogni anno e famosa per i suoi chilometri di spiagge e per il suo splendido mare.
Ma sotto quello stesso mare, il più delle volte cristallino e degno di un paese tropicale, si nasconde un inquinamento subdolo, che non si vede, ma che non intende proprio andare via. Addirittura tre i punti di prelievo ricadesi i cui risultati hanno riportato esiti alterati, con una concentrazione di eschirichia coli particolarmente alta. Un prospetto, insomma, che certamente non fa una buona pubblicità. Due punti oggetto del monitoraggio di Goletta verde, situati entrambi a brevissima distanza l’uno dall’altro, sono stati registrati come fortemente inquinati, mentre un punto è risultato inquinato. In particolare, a destare particolare preoccupazione, i siti fortemente inquinati della spiaggia di Formicoli, a Santa Domenica di Ricadi. Gli esami di Legambiente, effettuati nella prima settimana di luglio, hanno rilevato un forte inquinamento in particolare presso la foce della fiumara “Arbona” a circa trecento metri a sinistra del camping situato nella baia, mentre presso lo scarico occasionale a sinistra della stessa fiumara i valori batteriologici emersi dai rilievi sono risultati ancora più allarmanti.
Il sito che è invece risultato “soltanto” inquinato si trova in località “Torre”, nei pressi della fiumara Ruffa. <Dai campionamenti – afferma Franco Saragò, segretario regionale di Legambiente e consigliere di minoranza del comune di Ricadi – si conferma una situazione d’allarme più volte da noi denunciata e, nonostante i proclami che ogni anno vengono fatti dagli amministratori, nulla è cambiato ma, anzi, la situazione è addirittura peggiorata. >. È vero infatti che le numerose fiumare che si riversano nel comune di Ricadi raccolgono anche scarichi di comuni vicini, così come è vero, però, che nella fiumara Arbona confluiscono soprattutto gli scarichi della frazione ricadese di Ciaramiti (che è sprovvista di un impianto di depurazione e la cui rete era stata costruita per essere collegata al depuratore tropeano di Argani) e delle tante case sparse situate nelle vicinanze e completamente prive di collettamento. Pertanto <è inutile – aggiunge Saragò – nascondere la polvere sotto il tappeto, come è inutile scaricare le responsabilità sui territori vicini. Quello dell’inquinamento riscontrato ormai da diversi anni sempre nelle stesse località è quasi esclusivamente un problema ricadese, e deve essere Ricadi a risolverlo>. Da sottolineare, in ogni caso, è il fatto che i prelievi effettuati da Goletta verde rappresentano un’istantanea che si riferisce ad un momento preciso ed unico e che pertanto non hanno un significato universale che vale per tutti i periodi dell’anno. Le campionature si riferiscono infatti al momento stesso in cui vengono rilevate, e non hanno dunque esiti assoluti sulla qualità delle nostre acque, che in momenti diversi potrebbero registrare valori completamente diversi. Il dato preoccupante è, piuttosto, quello relativo ad una certa continuità dei risultati, che di anno in anno sembrano essere confermati e, in alcuni casi, peggiorati.
Viviana Mazzocca