“L’amministrazione Porcelli è iniqua”

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27/07/12. L’avanzo registrato dall’amministrazione comunale di Drapia nell’ultimo bilancio sarà destinato a 3 delle 4 frazioni che compongono il comune: Brattirò, Gasponi e Caria. Al paese capoluogo, Drapia appunto, gli amministratori non hanno destinato niente dei 300 mila euro che hanno potuto impiegare dall’avanzo di bilancio generale di 800 mila euro.

Questo è un dato di fatto, ma la questione è complessa. Se da una parte è vero che Drapia non ha ricevuto nulla, è altrettanto vero che da fondi non comunali lo stesso centro potrebbe “accaparrarsi” una cifra molto elevata. Ad ogni modo, la scelta di escludere Drapia dal bilancio (quindi, lo ripetiamo, dall’allocazione dei fondi dell’avanzo di bilancio comunale) non è proprio andata giù ad una signora di Drapia, Maria Domenica Ruffa, moglie dell’ex  assessore Rodolfo Mamone. Sulla scia delle segnalazioni esternate sulla stampa nei mesi passati dal marito, la signora Ruffa-Mamone ha preso anche lei carta e penna (anzi, monitor e tastiera) per scrivere e mandare ai giornali una dura lettera di protesta contro l’amministrazione Porcelli. Nella nota della sig Ruffa si  legge: <appare chiara la volontà dell’Amministrazione di “affossare” questo paese  col beneplacito di chi lo rappresenta in seno al Consiglio e di chi dovrebbe vigilare sull’operato dello stesso, contrastandolo ove fosse necessario >. La missiva nel prosieguo è più esplicita:  <I cittadini drapiesi evidentemente non vengono considerati “soggetti civici” – eccetto che durante la campagna elettorale – tanto meno “persone umane”, visto che il luogo in cui vivono non è ritenuto “Centro urbano”, non ha bisogno di “riqualificazione” né di “decoro”, è un paese “idilliaco”, dove nulla manca, dove non ci sono carenze o deficienze, e pensare che, oltre a rischiare di restare isolato, “ospita” ben due discariche a cielo aperto, la prima in C. da Rizzina che “serve” i paesi limitrofi, senza che ci sia stato finora alcun intervento da parte dell’amministrazione: né un divieto di discarica, né un’ordinanza, né una qualche forma di recinzione che impedisca ai camion di venire a depositare, anche nel cuore della notte, di tutto e di più. Drapia probabilmente –scrive la donna nella stessa lettera- è destinato a divenire un “paese pattumiera”, e pensare che si fa la raccolta differenziata per la tutela dell’ambiente. L’altra- continua la Ruffa riferendosi alla seconda discarica da lei citata-  sulla strada del “Briganteo” nei pressi della cosiddetta “Casa du Colonnello” dove, tra l’altro durante la precedente amministrazione erano stati rimossi tutti i rifiuti ingombranti e non, e posizionati dei massi in cemento per impedirne l’accesso, e che oggi vede il passaggio completamente ostruito da una quantità enorme di materiale edilizio e di rami di palme.

Per questi ultimi sorge forte il sospetto che si tratti del cascame della potatura delle palme fatta a Drapia dalla stessa amministrazione, in Piazza IV Novembre e nei giardini dell’ex Scuola Elementare e dell’ex Municipio, e forse anche altrove. > Ed ecco -afferma la stessa Ruffa- che, “l’amministrazione difende il proprio iniquo operato sostenendo, come corre voce da tempo, che la Regione abbia stanziato 700mila euro per la rimozione e la messa in sicurezza della frana che incombe sulla S.P. 18, ma a parte il fatto che la frana è lì da due anni, minacciosa come un drago famelico, questa somma stanziata dalla Regione (se così è) per una calamità naturale, nulla ha a che vedere con le somme disponibili e spendibili da parte dell’amministrazione, che si è deciso di utilizzare solo per Caria, Brattirò e Gasponi, perché questo comune tra l’altro detiene lo “straordinario primato” di essere composto unicamente da tre frazioni senza capoluogo. Non lo giustifica neanche, e sono sempre voci che corrono, l’aver richiesto la somma di 400mila euro per la riqualificazione del centro storico, in quanto essa potrebbe essere o non essere concessa, e con i tempi che corrono… .è su quello che si ha che bisogna contare, e quello che si ha non può essere appannaggio di alcuni a discapito di altri.>

MarioVallone

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