Vibo Valentia 13Luglio2012
Ill.mo Presidente della Repubblica Italiana
Giorgio Napolitano
ROMA
Sono Gaetano (Nello) Ruello, testimone di giustizia, nonché, vicepresidente del Coordinamento Nazionale Antimafia “Riferimenti”, sono nato in una regione: la Calabria da sempre in continua “controtendenza” con il resto dell’Italia, sopraffatta e schiacciata dal potere criminale, da un lato, con un giogo pesante, che in questa parte della penisola prende il nome di ‘ndrangheta. E dall’altro, “usata” dal potere politico unicamente come bacino di voti in campagna elettorale, considerata dalle altre regioni-sorelle italiane la Cenerentola dello stivale.
Dalla mia nascita vivo a Vibo Valentia, in passato, ridente cittadina della costa tirrenica, oggi cittadina senza speranza e senza sorriso, strappato ai suoi cittadini da una criminalità dilagante, che negli ultimi anni ha visto decine e decine di morti ammazzati; decine di lupare bianche con gli assassini che impuniti si aggirano nella nostra comunità. L’ ultimo efferato omicidio è stato eseguito poco più di una settimana fa, un giovane è stato sparato davanti a moglie e figli sulla spiaggia di Vibo Marina. Nonché attività commerciali depredate con estorsioni e pizzo, annientate da usura e reati di ogni genere.
Vibo Valentia dal 1992 con decreto del Presidente della Repubblica (Cossiga), è stata battezzata Provincia, dopo un lungo percorso disseminato da ostacoli burocratici e politico-amministrativi, raggiungendo un risultato tanto ambito e importante, per un piccolo centro ad alto rischio come quello vibonese. In questi vent’anni tante cose sono cambiate, con la nascita della Provincia, su questo territorio sono stati istituiti degli uffici importanti, come: la Questura; la Prefettura; il Comando Provinciale dei Carabinieri; della Guardia di Finanza … tutti presidi strategici di legalità, che sono stati e sono un valore aggiunto alla lotta alla ‘ndrangheta, da tutti definita la più forte e la più potente organizzazione criminale del mondo.
Questa provincia oggi vive una situazione di precarietà; per la situazione congiunturale, e la crisi sempre più pressante, potrebbe a breve essere soppressa, seguendo le logiche dello spending review. Mi rendo conto, che l’Italia sta attraversando uno tra i momenti più complicati e difficili dal dopoguerra, e non è cosa semplice governare in emergenza e con pochi margini di spesa, da imprenditore capisco che è il momento di tagliare e cercare di contenere il più possibile la spesa, sperando in una futura crescita. Ma mi chiedo se tutto questo si possa e si debba fare a discapito della legalità; la situazione in questa provincia , oggi è allarmante, è un dato di fatto, ma domani con la soppressione di questi importanti presidi di legalità, come sarà?
Ho denunciato nove persone del clan locale Lo Bianco-Barba, per estorsione e usura, sono stati tutti condannati con sentenza passata in giudicato. Dopo la denuncia non ho abbandonato Vibo Valentia, con convinzione e determinazione ho continuato a lavorare sul posto, dimostrando che se si vuole si può fare molto per contrastare la criminalità. Attraverso “Riferimenti” mi espongo giornalmente raccontando la mia storia, e invitando tutti alla denuncia. I reati da me denunciati sono iniziati proprio nel 1992, ma all’epoca, questa provincia non aveva strumenti adeguati per combattere la ‘ndrangheta, non c’era la cultura della “denuncia”. Forze dell’ordine e Magistratura non avevano l’incisività e la forza che hanno oggi. Sulla mia pelle ho imparato cosa vuol dire subire le angherie e le sopraffazione di un potere così forte come la ‘ndrangheta, sopportando per circa dodici anni prima di mettere nero su bianco. Dopo la denuncia ero visto come una mosca bianca, come quello che aveva rotto gli schemi; oggi certo la mia vita è cambiata, vivo sotto scorta, ma consapevole di aver fatto la cosa giusta.
La soppressione della provincia di Vibo Valentia, sarebbe una sconfitta per tutta la gente onesta, si tornerebbe indietro di vent’anni e vorrebbe dire una sola cosa: la ‘ndrangheta ha vinto anche questa volta.
Ill.mo Presidente lei che è il garante della Costituzione e della Legalità, spero non permetterà la soppressione di questi presidi di legalità, evitando così di consegnare questo territorio alla ‘ndrangheta.
Con immensa stima.
Ruello Gaetano